Timidamente canto a te
Io guardo alla mia vita
Piccola clessidra
La mia vita è come un mare in burrasca
Di abbassa e si rialza
Che vegli dall'alto dei tuoi monti
Perché il mio Dio
Dalla vastità del mare alle gracili pozze
Stendi la tua mano
Alla bassezza della terra
Mostrati come un faro
E mani che bramano il tuo volto
Aleggia coi pensieri
Del mio umido capo
Manca il respiro
Un attimo indistinto
Di ansia, di tormento
Ma come una pugnalata
La luce taglia d'improvviso
L'acquosa nebbia
E luce fu
E con la luce i colori
Il verde, l'azzurro
Respiro di nuovo
E vedo, adesso vedo
Le montagne, le campagne
E lì, all'orizzonte, tu
Che mi vieni in aiuto
Mi prendi la mano e mi sussurri
"Andrà tutto bene, ci sono io ora"
Un attimo indistinto
Di amore, di affetto
Di eterno desiderio mai compiuto
Ma il vapore è ancor nell'aria
E allor mi chiedo
Se sol è illusione
E ancor ti penso, ma non ti vedo
Né luce, né colori
E allor mi chiedo
Se sol è illusione
Un attimo indistinto
Di follia, di amore
Troppo lo spazio si affolla
linee di cielo e terra -- e tanto brucia.
incontrando qualcuno è un'abitudine,
la risposta è spesso scarica di virtù:
si ode: 'Bene, grazie e tu?'.
Ma la bugia che si cela dietro queste parole,
spesso è una matassa dalla grande mole,
problemi in gran numero e quantita',
che ognun di noi nasconde qua e là.
Gli occhi però parlano chiaramente,
che non brillino a volte è evidente,
invece il cuore rimane ben nascosto,
spesso a una bugia lascia il posto.
La vita intanto passa velocemente,
diventa normal mentir spudoratamente,
ognun con i propri affari nella testa,
che al mondo vela fingendo festa.
Ritorna alla casa del padre,
la dove i tuoi passi incerti
hanno iniziato a camminare,
là dove mani sapienti
ti mostravano il lavoro
con solerzia e abbandono.
Là devi tornare, e ricordare
i profumi, gli aromi di spezie, le farfalle
e il grano maturo, i cavalli
al lavoro nei campi da arare.
E ritrova le voci, i canti
le serenate al chiaro di luna,
Il parlare fitto tra un bicchiere
di vino e il sorriso sereno
di un bimbo che corre.
Sentili sulla tua pelle,
come carezze, non scordare
che tu gli appartieni.
Sono arrivato al parco,
in mezzo al verde
e al profumo di primavera.
Mi siedo sulla panchina vuota
per riposare un po'.
Un gatto
mi salta addosso
e mi fa le fusa.
Stamattina sono uscito presto,
quando il buio piano piano si ritira
e inizia a spuntare la prima luce.
La mattina presto
è tutto più bello:
i colori, i rumori, le luci…
l’atmosfera è diversa
dal resto della giornata.
Camminando camminando
mi sono fermato al bar,
ho consumato un cornetto
e un cappuccino…
Fare colazione al bar è piacevole,
c’è più gusto.
Ora,
mi fermo solo dal fornaio
a prendere il pane
e me ne vado
dritto dritto a casa.
Davanti al piattino che fuma
mi costringo torpore
contro gli sbuffi di nebbia
del fiato di ognuno che non sei,
ma anche i leoni della piazza
sottostanno a un destino che non sono
e al marmo stuprato da sconosciuti.
Dovrei sempre avere una penna
per cambiare le cose, disegnare
una sinestesia, ad esempio,
e mangiare il tuo tatto
ogni mattina
per cura.
a breve un asciugamano ti stringera' attorno,
togli il cappotto posandolo sull'appendino,
Il tuo cappello con cura metti li' vicino.
Aspetti il tuo turno con tanta dedizione,
sfogli un quattoruote con poca attenzione,
un 'prego' giunge tanto sospirato,
a spostare il tuo deretano vieni invitato.
Ti guardi allo specchio tutto imbavagliato,
una mongolfiera rovesciata pari diventato,
intanto delle forbici lambiscono l'orecchio,
mentre i tuoi capelli vedi cader dallo specchio.
Zac zac è la danza alla quale assisti,
il taglio è degno dei migliori artisti,
tutto poi finisce con della lacca,
esci fuori e la tua immagine spacca.
Dicembre stringimi forte al tuo cuore,
stai preparando le valigie, fra poco nel mondo tornerà
il silenzio, giusta punizione per chi non ha mai imparato,
ad ubbidire, hai allietato le serate, e con dolcissimi
canti Natalizi hai voluto salvarci l’anima!!
per sincerità, non portarti via anche questi dolci ricordi,
senza non ci sarà più possibile neanche sorridere!!
Lascia qualcosa che ricordi che sei passato di qui,
sii clemente, se il passato è stato quello che è stato,
lasciaci scrogiolare all’ultimo sole,
del futuro che incomincia dopo di te!!
Dicembre, strizzaci l’occhiolino di buone speranze,
leva il sigillo alla felicità, e destina a noi tutti i beni
di prima classe, mai appartenuti in precedenza,
e convincici che l’irriconoscenza verso la tua dolce
permanenza, non è il motivo per cui prendi e parti,
non ti meritiamo è senza ombra di dubbio vero,
ma non ci piace vada via, senza appianare
le nostre divergenze, nessuno è stato dolce,
come te in passato!!
poesie ai margini, abbandonate
stropicciate, accartocciate
dimenticate, vive.
Ci sono poesie senza clamore
e sono conati di vomito
pugni nello stomaco
sangue negli occhi
bisce nella mente
dolci e amare
come la vita.
Ci sono poesie
che sono quasi preghiere
liturgie dell'anima
sogni e chimere
poesie bastarde
perse nella notte
che non saranno mai premiate
poesie di un Natale senza luce
poesie sbandate.
Ci sono poesie
come le mie
che saranno ricordate
quando la luna sarà un sarcofago
persa nel cielo dei miracoli.
quanno te guardano nsistentemente:
te traseno nfino a ddint'a ll'anema,
fotografano chello ca tiene 'int'a mente.
Uocchie verde, celeste, chiare, scure:
triste, allere...uocchie 'e tanta culure!
Uocchie malinconiche cu 'e cciglie nfose,
meste e ttriste comm'a nnuvole picciose.
Uocchie adulatore, uocchie ruffiane,
uocchie sfacciate, uocchie puritane.
Uocchie busciarde, uocchie d'attore:
ca lusingano, ma nun provano ammore.
Uocchie addiruse, uocchie paunazze:
uocchie ncazzate...uocchie 'e pazze.
Uocchie scurnuse ca diceno bbelle parole
e acalano 'o sguardo pe scuorno o pudore.
Uocchie cuntente, ca rideno allere,
uocchie busciarde, uocchie sincere.
Uocchie nire comm'ô ccarbone cucente,
ca s'appicciano comm'ê tizzune ardente.
Uocchie 'e mamma addó se vede 'o core...
ca quann'addentano fridde e ssenza calore,
s'alluntanano dicenno: "vaco s'è ffatto tarde..."
primma e se nzerrà te lassano ll'urdemo sguardo.
Giovanna Balsamo
Danzo selvaggiamente il mio dolor,
e guarir totalmente
il mio confuso malor,
provocato dal suo veleno,
storica passione non si poté
farne a meno,
scorre la musica giorno e sera,
con le mie stelle a nascondino
sulla scogliera,
batte la pioggia a catinelle,
e ricordar quel ballo
assai ribelle,
innocente la follia, facendo spazio
in quell'angolo di poesia,
danzando ancora su quel falò,
e rivivere quei momenti
che mi salvò.
in questi giorni rovisto nei ricordi
cercando nella mente i momenti più belli
e nei cassetti le foto in bianco e nero
con in primo piano un albero modesto
ma addobbato di luci e di colori
che illuminavano la gioia
di stare tutti insieme
senza conoscere il domani.
Maledetto Natale
mi fai male
e nello stesso tempo mi fai vibrare
mi allontani per un attimo
dalla vita reale
quella che mi consuma
e giornalmente mi distoglie dalle mie radici.
Maledetto Natale
ogni volta mi fai morire
e mi fai rinascere
come un Cristo sulla croce.