Navigante dei cieli della vita,
quanti anni passati,
come un libero uccello migratore,
a ferire le nuvole
precipitando in certi vuoti d’aria
e quante volte hai ripreso quota,
tra i battiti del cuore
e il rombo dei motori.
Ora sai che il difficile
è tenere la rotta nella vita,
tra lampi e tuoni, elettriche risate,
in mezzo alle tempeste,
e il riprendere quota,
nei vuoti d’aria dell’età che avanza,
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Ma una cosa hai capito! Da lassù
come è piccolo il mondo e cos’è l’uomo
che passa gli anni a inseguire il vento.
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- Elefante
Ore 12,42
Martedì 30 settembre 2025
Corpo allungato, come stirato da un sonno estivo.
Il pelo non era pulito come quello di chi conosce la poltrona,
occhi chiusi e muso appena toccato.
Sulla zampa portava un orologio dal cinturino in pelle.
Segnava le tre, le tre della precedente notte,
che a correr instupidito da odor di femmina,
fu l'ultima.
Lo raccolsi e portai con me e vicino alla rosa gialla ora resta in pace.
Aveva un manto bianco,non lucido,qualche macchia nera sul collo e sulla testa, che disegnavano un corpo atletico.
una melodia di nostalgia
si leva verso il cielo
intona l'inno della vita
e del tormento
Il pianto della cicala
smarrito in strade mai prese
un gemito di passione
che si sperde
in un singhiozzo di libertà
senza paura o catene
Disegni di segni sfuggenti,
tracce appese senza peso,
intrecci di foglie intrecciate,
magici scogli su fogli stracciati
intricati ghirigori e cetrioli,
capriole di penna e caprioli,
sgorbi a matita e sgombri,
occhi limpidi di scarabeo
buchi neri fatti di niente,
chiazze di schizzi rozze,
arabeschi di luce intricati,
respiri di linee in libertà.
col capo sulla spalla reclinato
il passo incerto, il viso in euforia
parlare da soli pure a perdifiato.
Con poche spese si chiacchiera
col fido cellulare
di tutto un po'
di inciuci, furti, tresche e di comare
E come Dante fa parlare chi vuole
doli in sempiterno
per giunta tra le fiamme dell'Inferno
ad alta e fiera voce qui si suole
sparlar di tutti -ciò fa stil moderno-
e non si salva manco il Padreterno!
lo sguardo sale tra i muri che si stringono
in un abbraccio di pietra e calce.
Il sole dipinge d'ocra e di rosa
le facciate assonnate e il campanile , come un faro ,
segna il centro di ogni respiro .
L'aria sa di terra e di vento
di vecchie promesse e nuove speranze .
Le finestre, occhi curiosi ,
raccontano vite semplici, giorni lenti
che scivolano .
Non un confine ,
ma un nido questo borgo adagiato sul fianco ,
dove il cielo si abbassa
per baciare ogni casa .
il passato è memoria
In divenire
i volti sfioriscono
come fiori d'inverno
ma ritrovi
l'odore del pane caldo
la voce della nonna
in quella casa
dove il tempo
sembrava fermo
In divenire
tutto cambia
mentre il mondo
continua a girare
è un bambino
che corre scalzo
nell'umida sabbia
ghignando al tramonto
come un girasole stanco
che inchina il capo
Lenta
giunge la sera
con il suo profumo
di basilico e mare
e tutto ciò ch'è stato
abbronzato dal giorno
ora si spegne
in un esile sussurro
Luglio
tempo di viaggi
tempo di promesse
come un marinaio