Andare o restare non ha importanza.
Il sole passa la mano sulla brocca
del pesce rosso, di poi inonda la stanza,
l’armadio, il vuoto ignoto. Una rocca
di libri riposa sulla scrivania polverosa,
il tempo fermo, la sveglia morta non scocca
più l’ora del risveglio. Solo l’aria afosa
regna fra queste mura e la finestra chiusa,
l’usura del silenzio e il pulviscolo che danza:
andare o restare non ha importanza!
quella che parla al cuore
quella che parla alle lacrime
asciugate dal vento
Verrà
e con lei la speranza
che risveglia la vita
Sorvolerà i campi dorati
dove il tempo
si ferma a respirare
Verrà la rondine
portando con sé
l'eterno ritorno
che sa di infinito
e che non conosce dolore
Piove
così forte il rumore
è un temporale invernale
da questa finestra
io osservo tutto
e vedo il cielo
imprigionato dalle nuvole
che corrono e non mollano.
Piove
e bagna quel fiore
indifeso non si muove
ed arriva il vento
che lo porta altrove
dove c'è l'infinito
la dove nasce
e muore il sole
e non esiste il giorno
solo la notte.
un infinita notte.
tra archi e gradini
attenta come sentinella
la sera
ammanetta il giorno
e l'ombra avvampa
qua e là
" Così va bene "
par dire l'argentea luna
che dalla volta
ulula tra le nuvole
e s'accapiglia con la notte
si cela un mondo
dove il reale
si fonde con l'immaginario
Le storie danzano
fluttuano nel vuoto
mentre noi
spettatori incantati
cerchiamo verità
nei labirinti del cuore
Finzioni
ombre proiettate
su un palcoscenico al tramonto
dove ogni sorriso
è una maschera
che si nutre di sogni
tra verità e illusioni
siffatto mare
ci accompagna lontano
oltre la consuetudine dell'orizzonte
fino a perderci
nell'illusione del cielo
che continua a cadere
nei suoi spazi
e mentre il vento
trascina il mare
le parole inutili
sono sopraffatte
dal vocìo delle onde
Nasce una notte
e siamo qui a guardare
le vecchie stelle
come ci appartenessero
e il dondolio
della specchiata luna
lievemente vaga
Da qui
riesco a vedere l’inverno
cristallizzato su un pugno di case
da qui lo accarezzo e lo adagio
alle finestre rettangolari
dove il raccoglimento delle nuvole
danza tra le ombre della stanza .
Se potessi vorrei portare il pigolio
in un nido dei boschi o una melodia
nel silenzio delle vie.
Troppe mancanze
hanno strade asciugate dal vento e
il cielo non più sorvegliato
scivola giù e
gira , gira , sopra la mia testa.
in un labirinto di cristalli
dove il calore
è un miraggio
I vicoli desolati
abbracciano i marciapiedi
in striduli lamenti
mentre l'asfalto si trasforma
in un lago di vetro
Alberi spogli
carichi di brina
note ghiacciate
che cantano nel vento
Sguardi perduti
dove ogni sorriso
è un eclissi
mentre le forme
si dissolvono
e l'eco dei canti
scivola via
sotto il peso
della routine che torna
lasciando solo
il profumo di resina
I regali scartati
giacciono in un angolo
come foglie secche nella brina
mentre nei cuori
una dolce malinconia
si posa
su ogni viso
I colori svaniscono
e le ombre galleggiano
nei ricordi
di un abbraccio invisibile
La speranza
come una lucertola al sole
svicola cheta
tra il freddo di gennaio
e i sogni da ricostruire
Il nuovo anno
dolce e imperfetto
sospira tra i resti
di un Natale che fu
mentre i fiumi
sussurrano segreti
tra le nebbie
L'acqua
è un nastro argentato
che corre e si smarrisce
al ritorno dell'esistenza
Un velo di cristallo
ricopre i desideri
e le foglie tremano
sotto il peso della brina
La luce
è un giardino
di ombre leggere
Il respiro dell'inverno
si fonde nel cielo
nuvole di latte
ondeggiano sopra alle vite
mentre il canto degli uccelli
si sperde lontano
tra rami spogli
Gennaio
è un palcoscenico
per i sogni
e la speranza
germoglia tra i ghiacci
dove ogni attimo
è una promessa
nel profondo del silenzio