Cosa sarà mai quest'equazione,
Che metto in cima a questa composizione?
La forza della matematica ci invita,
A delinear meglio la nostra vita.
Ognun di noi una parabola rappresenta,
Con la propria curva al mondo ci si presenta,
Ciascun parte dal proprio asse cartesiano,
Sale ogni giorno piano piano.
Poi arriva ad un punto che ancor non sa,
Pian piano la sua discesa comincerà,
Una corsa verso il basso discendente,
Ignaro delle traiettorie di altra gente.
Proprio così di tutti si compie il cammino.
Tutto scritto tra qualche lettera e un numerino.
Che ti piaccia o no è proprio così,
La tua vita è una y= ax2+bx+c.
- Io ti do amore, io te lo tolgo! -
Poi cominciò a morire
Lo guardai precipitare
Il cuore aveva denti come stalattiti
...
Ogni tanto,
dal via vai delle cose ci affacciamo,
io e il mio amore storpio
Il vuoto, è lì la nostra dimora.
da quella lacrima
che cade sulla guancia
e parla al mio cuore
con una nuova luce,
che è speranza d' amore.
Ho camminato a piedi scalzi
tra le foglie.
Ho cercato nel cielo
polvere fatata,
per esprimere il mio desiderio.
Ho cercato sorrisi,
tra le vetrine e le persone in città.
Ho visto felicità tra due cagnolini
che si rincorrono.
Ho messo un nuovo rossetto.
Mi sono persa tra le sue sfumature
e sono diventata un bellissimo tulipano,
fiero della sua bellezza interiore.
Ed è così che il fiore,
si bagna con la pioggia,
risplende con il sole
e diventa sempre
più un bellissimo e ricco prato.
Ho tolto poi con cura le erbacce,
ho abbracciato nuove speranze
e così ho trovato te.
Il vento, un ricordo lontano,
ora sulla pelle solo dolce calore.
Calore di un bacio
e di mille altri.
Non mi stancherei mai di baciarti.
Tu, custodisci in uno scrigno
la mia anima
e mi fai sorridere alla vita.
Uno sciopero proclamato dai sindacati,
I mezzi pubblici saranno sospesi,
I viaggiatori saran ahimè lesi.
Il tutto capita con una certa frequenza,
Che senza tram e metro si rimanga senza,
Scioperi proclamati a ripetizione,
Senza distinzione di orari e stagione.
Il legislatore parla certamente chiaro,
Questo è un diritto di cui non è avaro,
Ma il resto della gente civile,
È stanco di questa barzelletta mensile.
Chi è nella stanza dei bottoni,
Non frequenta tram e stazioni,
Alla fine è una guerra tra gente comune,
Invece chi decide rimane immune.
Come petali di Camelie
Baciano pensieri
Ad ogni perla che cade,
Sorriso dopo sorriso.
Una lettera, scarna di perdoni,
Mancati "Ti amo!",
Nasce dal caso.
Di ricordi sommersa,
Sommersa dal rancore
Di non aver amato abbastanza
Di nono aver creduto abbastanza
Per abbandonarsi alla vita.
Perpetue le nebbie della sera si manifestano,
Le promesse di un uomo
come granito restano intrise nelle cave di marmo.
La vita ha bisogno del suo rispetto
e consapevole manterrò il pensiero.
Nessun ripiego o inganno.
La vita è questa ed il mio specchio
le parole non tradirà.
Tu sei il mio sogno irrealizzabile,
sorridi, e sento possibilità,
di riuscire a vincere!!
Al mondo, non ho mostrato
invano i miei sentimenti,
nei tuoi sorrisi,
mostrati sempre tanto misteriosi,
ora assai più affascinanti,
ne colgo le dolci speranze dei sogni,
sempre tenuti in tasca, ed ora
posso deliziosamente utilizzarli
e partecipare alla vita
con tutto ciò che mi mancava,
la ricchezza dei tuoi sorrisi,
solenne simbolo della mia felicità!!
se s’alza al mattino
quel sole caldo
che t’investe di luce
e vivi di quella
felicità che t’accarezza
il viso!
Che dire…
di quel mare sconfinato
che ti riempie la vista
di quell’insolito azzurro
e che ti conquista!
Che dire…
se l’amore tuo immenso
ti sorride nel nuovo giorno
e t’investe il cuore
come un onda impetuosa
che batte più forte!
Che dire…
di quei baci lasciati cadere
in un momento d’amore…
un caldo sole
un azzurro mare
un cuore che sa dire
con parole semplici
l’eterna canzone della vita!
Perduti inghiottiti
dentro la voragine dell’inferno
giù fino in fondo nelle nostre
bolgie dove il chiarore dell’alba
tarda ad arrivare
eppure solo accarezzare i tuoi capelli
porta i miei sensi ad elevarsi di là dalla terra
tiranna e ingannatrice
che saccheggia i nostri sogni
tu perdutamente io perduto
insieme vaghiamo sopra il limite
umano oltre cui il caos trasforma
il desiderio in follia.Vorrei ricordare l’ingenua neve
nel suo tentativo di coprire sangue
per illuderci forse che ogni cosa
possa essere occultata, mai esistita.
La memoria, però, travalica il bianco,
va oltre ogni filo spinato, oltre ogni arma.
Supera distese perverse, malanime,
recinzioni incomprensibili e fa la storia.
Io amo cantare le gesta dei miei eroi
ma devo, perché voglio, rammentare il male
per fare in modo che mai più si ripeta.
E tuttavia, davanti a un foglio immacolato,
mi chiedo, oggi, cosa può fare un verso
se non il verso all'impotenza umana.
La mia poesia, che tanto chiamo in soccorso,
non é capace, neanche lei, di lenire dolore.
Solo pregare.
Su strade screpolate
Come pelli anziane
Muri cicatrizzati si scontrano
E si sentono, in fondo, tra le folle
Sono onde senza suono
Ma ci sono, sempre lì
Sempre che ascoltano
Il nome mio
Queste onde che io non so
Mi sentono e mi guardano
E mi seguono ovunque vada
E chiedo a me stesso
Ma il riflesso non risponde mai
Che maschera mettere tra le mille conservate
Quando parlo con mia madre
Che con premura chiede sempre come stia
E rimango sveglio a fissare il soffitto
Mentre lei dorme
Quando prendo il treno
Per andare a trovare un amico
Onde, sento io
Avide sugli scogli del mio cuore
Erodendo
Fino a farsi sabbia e sale
Un mare inguaribile
Senza fine