Il giorno è trascorso
Tra i bui anfratti
Di enormi pareti di cemento
Il tepore del sole
Mancava quanto l'amore
Nella solitudine del tempo
Soltanto pioggia
Ininterrotta
Dentro uno spazio
Apparentemente angusto
Rivoli di speranze 
Colavano dappertutto
Sfruttando ogni recesso
Tra le ombre in movimento
C'era chi gironzolava
Intorno a un tavolo 
Chi divagava
Per un caffè senza zucchero
Chi fremeva
Per un saluto 
E chi malgrado tutto
Riusciva a lavorare alacremente
Ho impiegato il mio tempo
A rassettare inutilmente
Sterili incomprensioni
Piccole e grandi questioni irrisolte 
E ho capito
Dagli sguardi impietosi che
Giungevano dall'alto
Che sarei riuscito a risolverli soltanto 
Sbattendo la mia testa
Con forza e determinazione
Contro il solito muro dell'indifferenza 
La verità fa male dappertutto
Soprattutto
Quando si cerca di cancellare i propri errori
Ho provato tante volte
A ripercorrere la strada da cui sono venuto
Anche con i fari spenti
E ho sempre sentito
Una voce nella mia testa
Ripetere incessantemente
Che è severamente vietato
Tornare indietro
Quando si cerca di estirpare un danno 
È come lacerarsi la pelle
E sanguinare copiosamente 
Anche se nessuno vede niente... 
Sono un uomo di cinquant'anni
E mi perdo ancora
Tra i meandri
Di certe inutili considerazioni
Non posso essere chiunque
Non posso essere ovunque
Per nessuno
Tantomeno per me stesso
Eppure
Ci credo
Non rinuncerei mai
Alla mia fede
Anche se vivo
In un modo ineludibile.
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Profilo Autore: Francesco Gallina*   Sostenitore del Club Poetico dal 09-05-2024

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Psicosemantica d’oltre il velame
che sia di versi strani o quel di Maya
conoscere vorrei di “conoscenza”
archetipico verbo evocativo
della brama più umana degli umani
che li contraddistinse già nell’Eden,
ne fu peccato, gloria e dannazione,
indi fu nelle Scritture accolto
ad intendere pur quella carnale.

Non so se fu un serpente primigenio
o un Elohim venuto dalle stelle
chi d’aver conoscenza tentò l’uomo
o se fu il sapiens giunto ad esser fabulans
che un demone creò dentro di sé
rispecchiandosi in torbide pulsioni
di fronte ad attrattive alterità,
il dominio del mondo e la libido.

Quel demone dall’uomo esorcizzato,
idolo assunto di sé identitario,
nominando “peccato originale”
l’esser degli animali il più arrogante
che distinguer saprebbe il ben dal male.
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Profilo Autore: Sisifo Gioioso  

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Sonetto classico, endecasillabi a minore, metà piani e metà sdruccioli, quartine a rime incrociate e terzine a rime alternate.


Chimica, fisica e la matematica
non son bastate a dare qualche senso
al mio dolore, abbastanza intenso
da render la mia vita problematica.

Se fosse stata la strada¹ adiabatica
nel cuore credo un freddo meno intenso
m'avrebbe dato più lieve scompenso,
serenità magari più socratica:

forse avrei preso con filosofia
queste inculate che con far prolifico
m'ha regalato l'esistenza mia.

Non ho capito tutto il geroglifico
delle istruzioni e le ho gettate via…
Ora mi serve l'antidolorifico.


¹: strada intesa come percorso della vita.


17/09/2024


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Profilo Autore: ioffa  

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Efesto e il futuro dell’umanità

Oh Efesto

Signore della creatività

Ora come sempre

Sul sentiero della conoscenza

Vi sono poche certezze

E un mare di misteri attorno a noi,

Quante volte grazie alla tua energia

Come l’ombra di un sogno

Una nuova verità

Emerge alla ragione

E rimpiazza quella vecchia.

Oh Efesto

Quante volte grazie a te

Fiorisce in noi un mare di intuizioni

Che precedono i tempi,

Immagini richiamano altre immagini

E come un sogno

Un pensiero emerge spontaneo nella mente,

Libero dalle barriere della razionalità

Svela lo sconosciuto

E ciò che sembrava impossibile

Appare in esistenza

Come se l’avessimo rubato al futuro,

A volte non crediamo ai nostri occhi.

Oh Efesto

Al di la dello spazio e del tempo

La tua energia è come il fuoco,

Sulla via della perfezione

Guida i sapienti liberi dalle catene,

Con un altro modo di percepire

Donandogli le chiavi per aprire le porte

Che dividono le cose conosciute da quelle sconosciute

Ma quella stessa energia

Ha lasciato in noi righe di sangue,

Dissolti nelle nebbie della follia

Ci ha portati più volte al limite dell’autodistruzione

La nostra specie ha rischiato di morire su se stessa.

Oh Efesto

Dove mai finiremo?

La tua energia unita alla saggezza

È la più grande armonia

Che suonerà come un accordo

Per chi ancora ci sarà.

Potremo un giorno

Unire ciò che è diviso

Vivendo in sintonia tra noi e con gli altri esseri,

Una pace eterna e infinita

E una rigogliosa prosperità

Regneranno su tutto il mondo,

Realizzeremo un sogno che pare impossibile

Ma impossibile non è…

La terra d’estate in questo mondo denso.

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Profilo Autore: 5wizard5  

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E per finire
Prima ancora
Di cominciare
Posso soltanto 
Sussurrare
Al dilemma 
Che attanaglia 
Il silenzio dell'amore 
Che sei tu
A decretare i sogni
Del mio cuore.
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Profilo Autore: Francesco Gallina*   Sostenitore del Club Poetico dal 09-05-2024

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Un ricordo di un’escursione nel luogo che aveva ispirato S. Quasimodo in “Vento a Tindari”, di cui riecheggio molti passaggi. Composto in endecasillabi, ottonari e rime casuali per eludere confronti formali col testo del Poeta.


Mite Tindari a lungo vagheggiata,
mio poetico mito sin dagli anni
di sofferta adolescenza,
a te giungo senz’affanni
con sommessa riverenza,
accompagnato da lieve brigata
onda nell’aria di suoni ed amore,
che s’allontana in calante fervore.

Aerëi vertici precipizi,
assorto al vento dei pini
tra pensieri che un dì m’eran fittizi
mentre m’assali e in cuore mio t’inchini,
coglier non so, né gioia nel tuo grembo
in questo del passato arcano lembo
che spinge fuor dall’anima i confini,
né so coglier nostalgico vissuto
d’ogni amore schermo alla tristezza
come a me pur accaduto
negli anni tristi della giovinezza,
ma colgo quest’intensa tua bellezza
fra larghi colli pensile sull’acque,
anche se di me spira solo brezza
da quando il mio impetuoso vento tacque,
ed è sapido rompere il mio pane
d’una vita alla qual poco rimane.

Non è ciò che davvero sta d’attorno
ma è solo il nostro modo di sentire,
e sillabe segrete in cuor nutrire,
come un eterno ritorno
a ciò che sta nell’anima sepolto,
a ciò che nessun può restituire
tranne un poeta a chi gli presta ascolto.
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Profilo Autore: Sisifo Gioioso  

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figurati dopo la mareggiata
uscire in battigia
alla fine d’estate

con il vento a scommettere
ultimi raggi
d’ombrelloni al palo

le onde che sornione
mettono via la rabbia
schiumando
solo un desiderio

se la sera è questa
di non averti incontrato

come le barche
fanno quadrato
e gabbiani in fila sulla scogliera
hanno perso la voglia

raggiungo sul pontile
le prime ombre
a seguire il caffè
chiuso per turno

finisco nel vicolo
avanzando al buio

figurati ancora
la ragione di tornare a casa
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Profilo Autore: puerlongaevus  

Questo autore ha pubblicato 19 articoli. Per maggiori informazioni cliccare sul nome.

Apostrofi d’eterno,

meteore dei miei baci appassiti,

mi disfo dei bozzoli del cielo

che più non mi appartengono

e non sei più tu

la casa dei miei giorni,

il peccato dei miei anagrammi vuoti.

Declino il rammarico dei tuoi sguardi

in alfabeti sconosciuti,

nel silenzioso carillon dei ricordi,

calpesto i colori dei giorni

come tenere spighe di grano:

arriveranno voci d’addio

a scrivere nuove emozioni.

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Profilo Autore: rosa dei venti  

Questo autore ha pubblicato 857 articoli. Per maggiori informazioni cliccare sul nome.

A piedi nudi, smarriti e sconvolti,

in cima a carretti trainati da asini,

stipati in furgoncini ambulanti

bambini inermi tra nubi di mosche


piccoli indifesi tra urla e lacrime,

uccisi e mutilati, bimbi e neonati,

corpi decomposti sul ciglio stradale

e c’è chi ancora non batte ciglio


intrappolati in una rete di sofferenza,

infinito continuo stato di emergenza,

fugge per strada schivando proiettili

un bambino ferito tra ordigni bellici.

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Profilo Autore: Paolo Delladio*   Socio sostenitore del Club Poetico dal 12-05-2024

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È il richiamo della terra,
a farsi più forte,
ti urla dentro e scuote
quella povera anima, che
ha perso il colore.
Risveglia i sensi, i moti,
le fragili giunture, le tenui
dolcezze.
Ti rende più forte allo
sferzare del vento potente.
Ti reclama e aggiunge dimensione.
Balia di una voce che non ha senso
né vergogne, ti lasci trasportare,
e sai che lei ha ragione.
Ti sussurra insistente...non temere,
e respira il giorno, senza più esitare.
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Profilo Autore: Marinella Brandinali  

Questo autore ha pubblicato 484 articoli. Per maggiori informazioni cliccare sul nome.

Sonetto classico, endecasillabi canonici (a minore e a maiore), quartine a rime incrociate e terzine a rime alternate.


Ma forse avrei bisogno d'un'aiuto
oppure un'auto per fuggire via…
L'auto o l'aiuto? Questo è il crocevia
davanti al quale resto ormai perduto;

L'aiuto, sì, del pubblico seduto…
quello da casa… che mi manda via…
Mi gioco il jolly e allungo l'agonia…
giro la ruota, insisto, son cocciuto.

Scaduto è il tempo, voltano le carte,
c'ho il due di picche, forse non è male!
Niente fortuna, tanto meno un'arte:

dicon che nulla la mia carta vale!
Resto in silenzio, messo già in disparte
vago nel nulla con dolore anale.


15/09/2024


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Profilo Autore: ioffa  

Questo autore ha pubblicato 361 articoli. Per maggiori informazioni cliccare sul nome.
soffocato dalle lenzuola
col pensiero della tua risata
ammutolii
membrandoti alla luna

la codardia mi strappò via
lontano da ciò che volevamo
ed ora che voglio tornare da te
hai trovato altre labbra

la ferita al cuore non si cura più
passato l'anno, resterà per sempre
anche in futuri amori suonerai
le corde sottili della mia voce

tra speranze e fantasie
dei progetti uno particolare
ne ricordo il nome
Juliette, perdonami
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Profilo Autore: Michael S.  

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Dentro il tuo sguardo 
C'è il desiderio
Di travolgerne un altro
Un girotondo d'amore 
Infinito come il capriccio 
Di voler dominare
Il cuore immenso
Di questo mondo
E quando avrai finito
Di bruciare attimi
E dilaniare sentimenti 
Forse rimarremo amici
Permettendomi di seguirti 
Fin dove
Non me lo diresti
E col tempo morirei 
Distruggendo la mia anima
Incantata dalla tua
Aspettando di fronte al fuoco
La pietà della luna
Il fruscio dei tuoi passi
Infrangere i miei desideri 
Notte dopo notte
Eccitato dalla violenza
Dei tuoi gesti 
Delle tue scelte 
E non verresti nemmeno 
A salutarmi
A dirmi addio 
Ricordandomi per un motivo 
Per un uomo che ti ha amato
Oltre le vane promesse 
Di quel tuo sordido sorriso.
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Profilo Autore: Francesco Gallina*   Sostenitore del Club Poetico dal 09-05-2024

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Terzine di endecasillabi canonici (accento tonico secondario in 4ª e/o 6ª sillaba) con rime incatenate ad anello ABA BCB CDC DED EFE FGF GHG HIH IJI JKJ KAK.


Se mai potessi scegliere la forma
per trasmutare questo corpo stanco,
del mare credo forse nella torma

dell’onde che s’inseguon come branco
allegre, bianche in cima spumeggiante,
vorrei tra quelle che sono al tuo fianco

per te mostrarmi quella più importante
che t’accarezza, ti sostiene e culla,
t’accoglie e ti sostiene in ogni istante,

sirena mia, bellissima fanciulla
che ancora induci a battere il mio cuore
che, stanco, fuor di te non vede nulla,

restando tuo fedele adoratore;
un’onda che furtiva a volte s’alza
ma dolcemente, senz’alcun fragore

e sulle labbra un bacio lieve incalza,
teneramente sfiora le tue guance
col petto che di battiti sobbalza

e senza perdersi in inutil ciance
portarti in ogni dove tu abbia voglia
sfidando il vento senza voler mance;

fatica non saria ragion di doglia:
portarti tra le braccia senza sosta
mi peseresti meno d’una foglia;

poi ritornando piano sotto costa
sfiorandoti così come può l’onda
sognando che tu me ne dia risposta

insieme resterem sotto gioconda
e bianca luna in due lasciando un’orma
che di passione e amore vero gronda.


13/09/2024


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Profilo Autore: ioffa  

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Come petali nel vento

hai scordato il tuo nome

sulla mia bocca

ed ho cenato col tuo addio

senza la casa dei tuoi sguardi,

ho sperperato la tua nostalgia

in bozzoli di cielo capovolti

ma la punteggiatura della notte

disegnava assaggi di luna

inchiodati al tuo petto:

ripenso a te,

fra queste virgole d’inverno.

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Profilo Autore: rosa dei venti  

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