ma le profondità sono sfuggenti
nelle tante indulgenti narrazioni,
sicché il nostro recondito remoto
esser può sol reciproca carezza
finché non ci soccorre il desiderio
che cancella le nostre ritrosie,
finché non silenziamo le parole
per affidarci ad altri conversari.
Così mi avvolgo nelle tue fattezze
accolto nella tua corporeità
pur conscio che dell’anima tua schiva
tanto ancora vorrei poter svelare,
e tanto ancor mi fingo possedere
almeno per il tempo di un amplesso.
E tu mi accogli pur e in me ti avvolgi
sapendo che di me tanto non sai
e tu forse non vuoi neppur sapere
né io comunicare ti vorrei
se non coi soli cinque sensi ignudi
e coi loro linguaggi reticenti.
Così le alterità nostre sovrane
divengono reciproche custodi
di questa fantasmatica passione,
contemplazione in tremula penombra
di tutto ciò che in cuore immaginiamo,
mentre ciò ch’è più autentico di noi
sfuggir deve alle luci della mente.
Venti settenari sdruccioli monorima.
Preso da un dubbio amletico
provo con gesto atletico
a farmi anche il solletico
ma da vecchio bisbetico
mi trattengo e farnetico
che non mi par sia etico
rider con ritmo tetico
d'un mondo metatetico
che con un far frenetico
ha perso già il pöètico
e di fasci¹ è poietico
con fascino magnetico
che in ordine alfabetico
l'umano rende eretico.
Un razzo segnaletico
sull'orbe gëodetico
induca a un energetico
rimedio esegetico
tipo qualche antiemetico,
non solo l'anestetico.
¹: fascisti.
11/09/2024
Mano nella mano
ti cucio ad un raggio di luna
come apostrofo di un bacio
che parla di te soltanto.
E sei in tutte le cose,
negli sguardi del mio cuore,
nei segreti dei miei battiti,
perché sei partitura d’eterno
che scivola sul mio petto,
come diagonale di una stella
sul letto dei nostri sbagli.
Mano nella mano
ti stringo ai miei domani
e ci sfioriamo l’anima
come timidi bambini
a parlar di sé sull’uscio dell’estate,
come un gioco a non ferirsi,
a rincasar dagli spazi vuoti di noi stessi,
mano nella mano,
col diario dei nostri sentimenti.
I bambini vestiti tutti uguali,
Le divise dai colori sgargianti,
Solo i portieri hanno i guanti.
Prima di iniziare un po' di riscaldamento,
Corrono tutti con lo stesso andamento,
L' allenatore che raccomanda di non dir parolacce,
Un dirigente porta il kit delle borracce.
Ecco le squadre andare a metà campo,
Per i genitori ogni figlio è il loro vanto,
C' è il biondo il bruno ognuno di varia statura,
Poi ce n'è uno che pare me in miniatura.
Inizia la partita e corre a destra e manca,
Di rincorrere il pallone non si stanca,
Ad un certo punto gonfia la rete,
E del mio orgoglio sazia finalmente la sete.
Seguito "storico" del testo precedente, entrambi elaborati su appunti di giovinezza
Qual terra sei, ché fertil tu m’impregni
come dopo un inverno il rifiorire,
che immagini e parole mi consegni,
che vorrei nel mio cuore custodire
senza che si smarriscano d’attorno
le malïe di questo nostro amplesso
che conclude, nel volger di un sol giorno
tante stagioni mie di solo sesso,
d’amorazzi dispersi tra i ricordi,
poi cinici abbandoni dolorosi
dopo giorni d’erotici bagordi
nell’illusion che fossero amorosi.
Ma nulla riesco a dir, finito un viaggio
che in troppo navigar mi ha reso stanco
e sento pure naufrago il linguaggio
mentre infine m’accuccio qui al tuo fianco.
E intendo, nel silenzio del momento,
corsaro con fantasmi sempre in guerra,
significar profondo appagamento
d’inchinarmi a baciare la tua terra.
Una strampalata specie di tanka con i versi allungati (settenari al posto dei quinari ed endecasillabi al posto dei settenari) e con qualche rima (schema aBa CC, gli endecasillabi sono a maiore).
Ora che le cassette¹
e le videocassette son sparite
a favor di chiavette
non possiam più riavvolgere quel nastro
ch'è la vita cercando un altro incastro.
¹: audiocassette;
07/09/2024
nella pipa
stava le ore
sotto il grande olmo
all’ombra fisso
fumando pensieri
d’un tempo il vecchio
oltre lo steccato
maledetta sera
che non sono venuto
in bici come sempre
a salutarti
mentre già volavi
sereno sui campi
solo il vento
un’ultima volta
composta tra le rughe
la carezza di terra
in silenzio
raccontano ancora
i pioppi
lungo il fiume
di lacrime amare
tra le onde
finite le attese
sulle sponde
per una parola
insieme
bastava un pomeriggio
con te per stare bene
ci debbono togliere tutto
per tirare a campare
l’eco delle tue parole
stasera che fa male
Un bozzolo di luce
si confessa ai miei sguardi
su un sentiero d’autunno
mentre la luna inciampa
nel battito del mio pensiero
speso a rincorrere il cielo.
Ottobre è un anagramma
di tramonti perduti
in fondo ai cassetti dell’anima,
marea di frivoli ricordi,
graffio di mille solitudini,
frammento di nostalgia
che dedico a te soltanto.
ma che tifi ancora
per la squadra che retrocede
Vorrei un prete
che anche se il re non è nudo
si veste male
Che dica parolacce all'oratorio
e bestemmie a carnevale
Vorrei un prete mezzo andato
e con le idee folli di un cubano
e con l'embargo in vigore e dimenticato
di un paese ormai lontano
Un prete che non sia un prete
Ma che non predichi le pentole
e lasci sfiatare le sue valvole
e cucisca il filo spinato di una rete
Vorrei un prete proprio quando
non servirebbe un prete
Uno di quelli accusati d'eresia
perché dice che la Terra è un'ellise
Scarso a poker pur essendo una spia
Un prete morigerato
il cui corpo ce l'ha buttato in mezzo Pasolini
Un corpo sfiancato
nell'ultimo digiuno affogato in bicchierini
Vorrei un prete che stuprasse
le dimenticanze degli adulti
infastiditi dal rozio di quel che scambiano per masse
e morti di straordinari, epigrafati d'insulti
Vorrei un prete che credesse nel così com'è:
che inseguisse la realtà
senza credere neanche in me
Sette terzine di ottonari a rime incatenate con schema ad anello ABA BCB CDC DED EFE FGF GAG.
Dal fondo nero del pozzo
si sente urlare qualcuno
con un linguaggio un po' rozzo
e di crëanza digiuno
che la poesia è qui, morta:
non la declami nessuno
perché la rima è contorta,
metrica appare uno schiaffo
e strofa più non supporta.
Mi servirebbe uno sbaffo¹…
ripenso ai miei scarabocchi
col loro strano paraffo²
inumidendomi gli occhi:
non mi sopravviveranno
‘sti versi brutti e farlocchi
perché se pur non lo sanno
lor come me son già morti
e chissà poi da qual anno!
non ce n'eravamo accorti
ma lì dal fondo del pozzo
ci han redarguiti: siam morti³!
¹: stacco musicale per sottolineare un cambio di argomento;
²: firma;
³: la "rima identica" a sottolineare il concetto urlato dal pozzo nero; cosa sia il pozzo nero, lo lascio alla fantasia del lettore.
05/09/2024