Metro: quartine di endecasillabi piani con rime incrociate ed alternate 


S’addensano le nubi sulle sponde,

la notte, tremante di lampi e brezze,

scivola sulle acque in lievi carezze.

E’ un’elegia la voce delle onde.

 

Cammino malinconico. Un tuono:  

di colpo la pioggia rimbalza sul fiume

turchino, fra le querce e le brume

bisbigliano le stelle. Perché sono

 

qui? Perché m’attrae il buio percorso

da folgori e singulti di civette?

Perché non ha meta il percorso

di queste orme stanche, neglette?

 

Dieci anni… Oscillano i cerri,

obliqui gli scrosci piegano i rami,

mentre i pensieri dileguano in sciami

e pare un senso arcano si disserri

 

nell’eco liquida del temporale,

tra le folate che scrollano i pini

aggrappati all’immenso crinale

del cielo. La siepe dei biancospini

 

occhieggia, le bacche rosse e lucenti,

profuma l’aria di prugni e ricordi,

gocce e fronde arpeggiano accordi,

tessono melopee trasparenti.  

 

Adagio la nuvolaglia si dirada,

ora spiove e timida la luna

sorride. Non io, la mia fortuna,

ancora e sempre ignoro la strada.

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Profilo Autore: Oudeis  

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Strofa saffica (tre endecasillabi ed un quinario in rime incrociate ABBa.


 

Me lo ricordo bene: ad esser morto
tra tutti quanti fu figlio sbagliato.
Toccava a me, più logico e appropriato…
rifletto assorto.


09/05/2025


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Profilo Autore: ioffa  

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Su questa terra

dove le mura  di cemento s’innalzano

verso la libertà

io sono cresciuto.

Quel deserto di dune in movimento,

 di granelli  che volano liberi io sogno.

Ma sono caduto nella falsa libertà dell’amore,

con mattoni di  nodi e catene

 di amore simulato

 che frenano i voli della  libertà.

Nessun carceriere,

niente sbarre ne catene,

 ma i pensieri reclusi

non trovano il consenso.

Il tempo  scorre senza valore

e la luce della libertà  non vedo.

 Ma nell’orrore della prigione

   il mio spirito è vivo

    e la libertà inseguo.

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Profilo Autore: Luigi Castiglione*   Sostenitore del Club Poetico dal 11-02-2022

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È tutto vero ciò che risiede nel mio pensiero
Seduto sugli interminabili gradini
Dell’inconfutabile speranza
Guardo fuori dalla finestra
L’aria disperde la flemma dell’esistenza
La pioggia cade sulla terra di cristallo
Tutto gira con la solita impazienza
Intravedo le apparenze delle scelte
Nell’ombra il volto di una donna si disperde
Tralasciando l’esile abbraccio di un fiore immacolato
Quanto amore ho concesso a quel sogno agognato
In un’altra stanza echeggia l’ineludibile follia
Riportando le fattezze di un sorriso intraprendente
Posso dire con certezza che non ho mai vissuto
La mia solitudine per niente
Anche quando le parole si perdevano
Nel caso disperato di un canto affranto
Le mie idee sono sempre state onde in confusione
In cerca di conforto tra le stimmate di un porto
Brucia ancora tra le piaghe del mio cuore
Il coraggio mancato di un leone folgorato
Le domande affliggono i verdi campi dei silenzi
Eludendo gli errori dei miei affronti.
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Profilo Autore: Francesco Gallina*   Sostenitore del Club Poetico dal 09-05-2024

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Mamma,

sulla tua bocca l’universo

accende un quaderno di parole,

sbottona corolle di margherite,

profuma di mille stagioni.

Un figlio ricama

i confini del tuo cuore,

siede accanto a te

fra i tuoi mille pensieri,

ti emoziona l’anima

come una piccola farfalla

sul ciglio di un crepuscolo.

Mamma,

sulla tua bocca l’universo

posa sillabe di stelle

e tutto il suo amore per te

in un abbraccio senza tempo.

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Profilo Autore: rosa dei venti  

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Terzine di settenari a rime incatenate.


 

Chissà se ti ricordi
d'un tuo sfigato amico
del mondo vivo ai bordi

che già in un tempo antico
rimase fulminato
(lui semplice lombrico)

dal tuo sguardo fatato,
dal tuo dolce sorriso
che il cuore m’ha stregato.

Chissà se un qualche avviso
di questa mia passione
sia giunto mai e irriso

poi dalla tua ragione…
tu che m’appari dea,
fantastica visione

che mi lascia in apnea
col cervello confuso
che sogni in fretta crea

tenendo il becco chiuso
per consapevolezza
che rimarrei deluso…

non sono alla tua altezza.


08/05/2025


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Profilo Autore: ioffa  

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Buongiorno a te che leggi piano
tra sogni sparsi e caffè in mano
Il sole sbuca timido e lento
porta speranze col suo fermento
Ogni mattina è un foglio bianco
scrivici amore fallo con slancio
Non serve tanto solo un respiro
un passo avanti un piccolo giro
Saluta il mondo anche se stanco
con occhi vivi e cuore franco
Perché ogni giorno anche se uguale
nasconde un dono un bene reale
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Profilo Autore: Eleonora Carullo*   Sostenitrice del Club Poetico dal 18-03-2025

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Oggi la stanza è a cielo aperto

Ostile danza la vita
tra bulbi succhiati

Indifferente l'aria al petto

squartato

Impari la scaltrezza del corvo
e della gazza

uniti insieme a banchetto

Nemmeno la leggerezza del volo

Abbiamo corpi di carta

Tutti ci assorbe la pioggia.

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Profilo Autore: Lilith50  

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Metro: tre strofe saffiche con rime alternate ABAb


Chi saremo, quando le nostre cellule

saranno di altri? Pochi scabri versi

a dichiarare la fine. Libellule

fragili, persi

 

gli anni migliori. Dove cadremo,

le mani aggrappate a spuntoni

di rimpianti? E già tremi e tremo,

mentre i rioni

 

si scontornano nel cieco biancore

di un’alba attonita. Tra le chiome

sfrondate delle nuvole, si muore

senza più nome.

 

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Profilo Autore: Oudeis  

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Mattinata d’aurora,

Angelo di ogni bambino,

Mamma, scrigno di cuore,

Marea d’abbraccio

Alluvione d’amore.

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Profilo Autore: rosa dei venti  

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Come si dovrebbe rintracciare da questo timido e costretto nascondiglio terrestre la miracolosità della immaginazione, il grande teatro della mente che niente ha da invidiare ai milioni di galassie così mostruose e antiche da essere senza un tempo concepibile? Le merci d’oro e seta che di notte si filano in sogni, chissà da quale profondità emergono? L’incommensurabile grandezza degli istinti che prima di esprimersi si mediano e si annodano in un lavorio sconosciuto, ma permanente, per renderli compatibili, gestibili, persino reprimerli.

 

Per fortuna abbiamo un limite in numeri decimali incompatibile con l’eternità, con la saggezza, con la pazienza. La vita è un colpo di tacco, un sorriso appena accennato, molto meno del brivido di un continente. Io, per esempio, temo qualsiasi tipo d’amore semplicemente perché soffro del tempo che non ho, dell’impossibilità di poter solo dare alcuni cenni esterni di chi io sia se non come sintesi approssimativa. Di lei, qualsiasi lei, temo di non poter andare oltre ad un profumo, ad una lacrima, per non parlare di un bacio. L’ho baciata? Certo, infinite volte, ma se dovessi raccontare cosa accade quando si conclude un bacio non potrei farlo. Il troppo presto è capace di uccidere tutto il bacio. La fine! La fine cancella sempre l’inizio e il durante!

 

Sai di me, sapete di me, tutto il possibile che può conoscersi in un attimo, nient’altro. Io di me so qualcosa in più di voi, ma poca cosa. Mangio, bevo, dormo, rilascio cose già utilizzate, faccio sesso, ho potuto contribuire alla riproduzione. Tutto qui? Si, tutto qui! Il resto è fantasia, immaginazione, sogno, istinto. Sono io il proprietario di tutto ciò? Si, ho questa incombenza e responsabilità. Cioè posseggo un cosmo infinito che non sono in grado di conoscere né, ovviamente, di utilizzare e gestire al meglio.

 

Mi fa piacere che qualcuno abbia indagato la relatività. Grazie! Ma sono, siamo ben altro. Siamo la parte meno evidente e meno indagata dell’infinito. Siamo relativi a noi stessi!

 

La nostra relatività è infinita e inconoscibile. Si, certo, posseggo abitudini, modi, sistemi, comportamenti, ma al primo soffio di vento d’anima lasciano il posto ad altro. Quel qualcosa tra il grandioso e l’infimo, tra il miserabile e il degno. Credo che chiunque abbia parlato, nel corso di migliaia di anni (poeti o religiosi che siano stati), di inferno e paradiso cercasse disperatamente di andare al centro della nostra miseria. Abbiamo un’intelligenza, grande o meno grande che sia, adatta ai particolari, ai piccoli accadimenti, alle piccole scienze. La grande scienza che dovrebbe indagare nei meandri della immaginazione, dei sogni, degli istinti, della fantasia non sarà mai a nostra disposizione. Per fortuna io credo, altrimenti non potremmo sopravvivere a questa conoscenza.

 

Chi scrive dovrebbe essere obbligato a cerchiare in rosso i propri passi nel mondo per non perdersi. I passi fisici e quelli su carta. Chi scrive dovrebbe chiedersi, maledizione, quanti di questi passi sono veri e quanti quelli falsi. Molti si accorgerebbero di non essersi mossi di un millimetro. Niente che si scriva, come nessun viaggio è reale se non è macchiato dall’istinto, se non porta con se tutte le caratteristiche di un sogno ancora da fare mille volte in una certa notte, in un certo anno, in un certo letto ben scelto per una nuova amante, in un ultimo bicchiere d’alcol che ti porti dove non sei stato ancora.

 

So che i grandi, alcuni grandi scrittori, hanno scritto sapendo bene dove stavano portandoci. Altri, impasticcati di presunzione, sono grandi solo per alcuni salotti di velluto consumato. Scrivono solo per onorarsi, per cospargersi di brillantina senza ungersi le mani. Scrivere è un mestiere che sporca, che uccide, che respira d’ossessioni, cerca spiragli d’aria dove l’aria non c’è perché se vi fosse stata Joyce non si sarebbe occupato di Ulisse, Dostoevskij non avrebbe conosciuto i Karamazov e Majakovskij – il più grande - sarebbe morto centenario. Certo, scrivere non è mai innocuo, e di questo ringrazio Dio o qualsiasi altro Dio che voglia prendersene la responsabilità.  

 

 

       

 

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Profilo Autore: Andrea Borselli  

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Tu che sei in un mondo

così lontano

e più ti penso

e tutto è così strano

nella mia mente

ci sei sempre tu

in primo piano

nelle giornate che fuori piove

oppure quando c'è tanto sole

e non ho voglia di parlare

nelle stagioni che cambiano

nei miei sorrisi

che fingono gioia

e tutto scorre come un fiume in piena

è una tempesta dentro il cuore

ed il tempo è come un pugno nello stomaco

che fa tanto male.

E penso anche a te

amore mio così lontano

che tocchi le stelle con le mani

e sarà dura così

fingere di stare bene

e pensare, pensare

osservando il cielo

che cambia i colori

nelle giornate che fuori piove

e con il sole che sembra smarrito

non ho proprio voglia di parlare

solo di pensare anche a te.

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Profilo Autore: RAFFAELLO CONCA  

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'A mamma è nu core chino 'e zucchero,
addó nce truove sempe 'o ddoce.
Pe 'e figlie suoje se jettasse 'int'ô ffuoco,
ogni gghiuorno s'abbraccia 'a croce.

È na cuperta ca d' 'o friddo te cummoglia.
È nu nivo d'ammore ca cunforta e accoglie.
Mbraccio a essa truove sempe calore,
si quaccosa te fa male, te passa 'o dulore.

È 'o rifugio addó truove riparo si chiove.
È 'o cappiello ca te prutegge da 'o sole.
È 'a sciarpa ca d' 'o ggelo te cummoglia...
è 'a rosa c'arrepara 'o bucciuolo c''a foglia.

È 'a voce ca te rassicura si tiene paura.
È 'a mana ca t'accumpagna 'int'ô scuro.
È 'a saputona ca mpruvvisa nu mestiere,
pe te leva d' 'a capa 'e bbrutte penziere.

È cchella ca quanno te vede 'e suffrì,
te vulesse straccià 'o mmale 'a pietto.
Desse ll'anema pe 'e figlie suoje,
pe lle dà sempe riparo e arricietto.

È 'o passo ca te sustene pe nun te fa' cadé,
vulesse sta pe ttuta 'a vita accanto a tte.
Pure quanno se nne va e nun ce sta cchiù,
tu 'a chiamme: "mammà, aiutame tu."

Pe spiecà bbuono che d'è na mamma...
nun abbastano tutte 'e parole d' 'o munno.
E si t'addimannano: che d'è 'na mamma?
dice: " 'a mamma è 'a mamma!" E rispunne.
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Profilo Autore: Giovanna Balsamo  

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Dove c’erano nuvole
Adesso splende un sogno
Tra sconfitte e promesse
Un dubbio infonde oscurità
Alla libertà del cuore
Si sbattono porte con fragore
Nell’antro dell’amore
Desideroso di parlare
Fino a notte fonda
Con l’anima della luna
Vedo nello specchio
La miseria del mio sentimento
Se potessi stringerti ora
Volerei come una farfalla.
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Profilo Autore: Francesco Gallina*   Sostenitore del Club Poetico dal 09-05-2024

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Il bianco è veramente il colore della morte, nella sua vuota, accecante, impudica oltranza.

Metro: quartine di endecasillabi con rime alternate (ABAB; CDCD...) 


Forse eri me in un vuoto anteriore

e cedevo alla luce che l’estate

calcina sul litorale. Ardore

e carne la tua anima, le giornate

 

trascorse a contare le onde calme,

strappi di canzoni dalle autoradio,

i bagnanti stesi al sole, salme

dove appena fermenta un po’ di tedio.

 

Andavi tra l’erba e i cocci. Verde

pallido il cielo fuso nel mare,

nella cavea della notte si perde

il ronzio di pianeti e lampare.

 

Il tempo metteva radici nell’asfalto,

in ogni istante vivo assaporavi

la morte… Poi in un soprassalto

ti svegli, gli occhi sbarrati, scavi

 

il segreto, cercando i suoi fianchi.

La camera è vuota e sulla tenda

l’ombra si sfalda in palpiti bianchi.

Non ti appartiene più la vicenda

 

degli uomini, si smaglia la trama

della vita. Sei libero, lontano.

Ora dabbasso qualcuno ti chiama,

ma tu affondi nel nulla, piano piano.

 

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Profilo Autore: Oudeis  

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