Ebbene, in una palazzina ne La Crocetta (o Crösetta, come la chiamano con sommesso orgoglio) una signora con il cane mi guardava con estrema circospezione: dovevo salire in ascensore, così evitò per attendere di nuovo il cabinato. Nessuno sguardo dall'alto verso il basso, nessuno scrutare: ero uno sconosciuto, e tanto bastava. Di sotto, nelle stradine dritte e mai contorte, aperte e smussate, il Liberty si vedeva che nascondeva spigoli nascosti e cuori ardenti. Eppure, la gente era posatamente imbiancata, di una lentezza sadica e di una postura cadaverica. Era quello che volevo. Un'invisivibilità forzata, del saluti scarsamente veraci e caserecci. Quella gente divampava nelle ossa e moriva dalla voglia di tingersi d'un bianco che, pur diverso, fosse sempre bianco. Quegli spigoli dovevano essere progettati per non farsi male una volta sbattutaci la testa, come il neonato che non cammina e viene agevolato nell'intestazione dei no-self del mondo. Non poteva già nevicare, infatti era solo calcina, fine, ordinata, riservata e frettolosa di lasciare il palco senza posarsi mai. Torino era quest'ammasso di volti lugubri, lucido e contriti: non si sarebbero mai girati pur di non dare conferma ai sospetti dei loro orrori mentali più tremendi. Così le pagine bianche sono quelle che raccontano le vere storie, allarmando la mente e costringendola a congetturare. Torino faceva silenzio, ma senza quell'ansia di un botto all'improvviso.
E basta con questa burocrazia insulsa e stupida, che ci assilla giornalmente in ogni cosa che facciamo!
Per esempio, andiamo alle Poste per avere un estratto conto e la cassiera subito ci chiede carta d'identità, codice fiscale, numero del conto, IBAN, PIN, PUK, POS, Pim Pum Pam…che Pay PAL!
Come se non avessero già tutti i nostri dati!
E poi ci colleghiamo con il sito dell’INPS per chiedere della nostra situazione pensionistica; e qui comincia la tragedia;si entra solo con lo SPID (Servizio per idioti e dementi).
Bisogna introdurre la nostra Mail, il numero utente e la password che, maledizione! non c'è la ricordiamo più.
Quindi ne richiediamo una nuova che ci arriva dopo aver digitato un link.
E voilà! Eccola la nuova password suggerita. Gkk48#&-?83bporcput, facilissima da ricordare!
Ma non basta; per la nostra sicurezza informatica ci vuole un ulteriore step;
occorre scansionare il QR, mandare una PEC che conferma il Barcode, inserire il codice inviato via mail, la foto di un’impronta digitale, un referto che segnala problemi alla prostata, se si convive more uxorio e, alla fine ci arriva un messaggio che ci dice; accesso negato, si prega di riprovare!
E no! questo è troppo, ma vadavia i ciapp!
Stremato da questi contrattempi, decido di spedire un pacco ad un amico col corriere BRT; apriti cielo! Bisogna inserire nel modulo nome, cognome, indirizzo, telefono, altezza, numero di scarpe, se si hanno i capelli neri o grigi, se militesente, quantità di peli sul culo, se diabetico o celiaco, testimone di Geova, vegano, anlmalista, apolide o appartenente alla comunità LGBTQ plus…oh basta per carità!… Gesù, salvaci tu!
Immagini perturbanti invadono
i miei spazi di addormentamento.
Figure femminili, acide, si aprono e si richiudono
ruotando su se stesse.
Imprevedibili.
Macchie scure come inchiostro
in una soluzione fluida.
Cerco di fissarle ma la mia attenzione è catturata
da bocche assassine che mi chiamano
e da occhi che ridisegnano ogni volta
forme distorte e terrificanti di volti,
per poi stracciarsi.
Nel buio più nero c'è sempre una creatura tentacolare
che dal suo fondo mi risucchia.
Quindi, chiedo, è così che andrà?
Mi anestetizzeranno, mi apriranno il torace
e collegheranno la circolazione sanguigna
ad una macchina.
Poi fermeranno il mio cuore
per sostituire le valvole che mi hanno accompagnato
in tutti questi anni.
Vedi come potrebbe essere facile,
a quel punto, lasciare questa vita zoppa(?)
perché, quando mi rianimeranno,
chi vi garantisce che io voglia tornare?
La prima volta ha prevalso l'istinto,
una sorta di azzardo,
ma questa volta c'è una consapevolezza diversa, piena,
di sapere la vita,
questa meravigliosa vita che vi conduce alla metafora del viaggio,
a sensi senza senso, ad un continuo eccetera eccetera,
lasciando conti in sospeso, passi stentati,
bianche puledre sciolte e letti chiavati.
E c'ho lavorato tanto su questa cosa della scrittura,
convinta che la poesia potrebbe essere l'unico motivo che valga la pena,
per non lasciare che tutto resti nel segreto
delle mie stanze.
Per correre ancora, non più col cuore in gola.
Se non avrete più notizie di me...
sappiate che vi ho amato senza pietà.
Solo allora lo capì finalmente,
solo allora lo capì, quel segreto:
l’amore, che ci guida occultamente,
della vita è recondito amuleto.
Tutto quanto ci affascina del mondo,
i mari, le pianure, le montagne,
con aurore e crepuscoli di sfondo,
boschi, fiumi, valli, laghi e campagne,
steppe e deserti, savane e pianure.
di più, cielo, tramonti e pur tempeste,
di più, città e umane architetture
nella quiete o quando il vento le investe,
tutte cose in sé vuote e indifferenti,
ma che senza che noi lo sospettiamo
si carican d’umani sentimenti
e fan sì che l’amor già percepiamo.
Quanto stupido davvero era stato
a non rendersene conto in passato.
Si tratta di una personale interpretazione in versi di un brano tratto da “Un amore”, romanzo di Dino Buzzati pubblicato nel 1963 da Mondadori, che lessi da ragazzo, qualche anno dopo. Un pezzo in prosa ma ad alto contenuto poetico, che riporto di seguito testualmente ma arbitrariamente suddiviso in versi. Basterebbe una compilazione in versi a legittimare il termine “poesia”? O si tratta, per usare un’espressione non mia, di sola “prosa verticale”? C’è una differenza e/o un confine tra poesia e prosa poetica quando quest’ultima venga solamente suddivisa in versi?
Solo adesso, finalmente,
si rendeva conto del segreto.
Un segreto molto semplice: l'amore.
Tutto ciò che ci affascina
nel mondo inanimato,
i boschi, le pianure,
i fiumi, le montagne,
i mari, le valli, le steppe,
di più, di più, le città,
i palazzi, le pietre, di più,
il cielo, i tramonti, le tempeste,
di più, la neve, di più, la notte,
le stelle, il vento, tutte queste cose,
di per sé vuote e indifferenti,
si caricano di significato umano
perché, senza che noi lo sospettiamo,
contengono un presentimento d'amore.
Quanto era stato stupido
a non rendersene conto finora.
A cosa serve un “like” concesso ad un testo? Per me solitamente vuol dire che di quel singolo, specifico testo (infatti parliamo di “like al testo”) ho apprezzato il contenuto, mi ha spinto a pensarci o addirittura lo condivido e contemporaneamente ne apprezzo stile e forma; se non entrambi gli aspetti (contenuto e forma), uno dei due almeno mi è piaciuto molto ed in quel caso cercavo di esplicitarlo in un commento, grazie al servizio¹ che purtroppo ora sul sito è temporaneamente bloccato. Comunque si tratta di un apprezzamento rivolto a quello specifico testo, magari perché si condividono molte delle idee/valutazioni che l’autore del testo stesso sta esplicitando proprio in quel testo. Non è un like ad una persona, non è una proposta di matrimonio nei confronti di quell’autore che addirittura, come nel caso specifico, può non piacermi per altri aspetti riguardanti altri suoi pensieri o suoi comportamenti che in quel singolo testo però io personalmente non sto ravvisando. Consequenzialmente resto basito quando l’indomani ricevo da altri messaggi privati di dichiarazione di revoca di “stima” / “amicizia” / “simpatia” / “credibilità” / addirittura “onore” motivati dall’essere diventato io “amico” o “complice” dell’autore di quel testo!
Resto basito e mi faccio mille domande sia sugli altri sia su me stesso, come se su me stesso non ne stessi già facendo troppe da troppo tempo!
Ma alla fine, i rapporti con gli altri si debbono basare solo sulla misurazione delle presunte simpatie o amicizie che a costoro vogliamo attribuire?
Lasciare un “like” ad un testo (non ad una persona) non potrebbe essere utile anche quando dissentiamo dall’autore del testo per altri suoi scritti o atteggiamenti? Non può essere un nostro piccolo contributo nei confronti di quella persona per aiutarlo a capire quando e come ci risulta più piacevole (almeno dal nostro singolo personale punto di vista, per quel che può valere)? Poi concretamente quell’autore potrà non coglierne il senso, ma non pensavo che averci provato volesse significare essere condannato alla “damnatio memoriae” da parte di quanti prima mi seguivano o addirittura mi si dichiaravano “amici”.
Ovviamente immagino di essere nel torto, come in tutto; del resto viviamo in un pianeta in cui il conflitto, a qualsiasi livello, sembra essere la linea guida della vita: quella che i biologi chiamano “competizione spermatica” e che non è legata banalmente al sesso e in realtà neanche ad una singola specie vivente; la base per dividere in amici e nemici, creare gruppi chiusi e giustificare guerre. Ma ora sto divagando troppo, il senso di questo scritto era solo far sapere a me stesso, ma volendo anche a chi nonostante tutto continua a leggermi, che son basito! Per la conseguenza del mio “like” ad un testo o due che mi hanno interessato.
Intanto fuori dalla finestra s’è scatenato un temporale con fulmini che rendono intermittente (per ora, spero non peggiori) la connessione internet e che abbagliano nel buio di una mattinata dal cielo nero mentre l’acqua che vien giù senza nessun freno pare intenzionata a sommergere questa valle di lacrime; e mi vien da pensare che allora forse un dio esiste ed ha deciso di scatenare l’apocalisse per punirmi del “like” che ho messo. Temo possa anche passare una tromba d’aria… ho vaghissimi ricordi di quando ero ancora vivo a tutti gli effetti che associano il trombare a qualcosa di piacevole, ma forse non erano le trombe d’aria! Del resto se qualcuno qui mi chiama Alzheimer, un motivo ci sarà!
¹: funzionalità dei commenti che in quel sito nella 2ª metà di agosto 2024 fu in “manutenzione” per delle modifiche.
20/08/2024
si corre di giorno in giorno e quando si sono ammucchiati i mesi, che fanno il Passato,
si dice: "Mamma mia, pare ieri!
Il Passato è esperienza, errori compresi, si spera saggezza in accumulo
che ci servirà nel Futuro; chimera lenta e piena di mistero,
tanto che a volte ci succede quello che non ci saremmo mai aspettato.
La vita è proiettata nel Futuro ma il futuro, saprà attenderci?
ed ogni cicatrice è il solco scavato dalla strada percorsa;
sulla quale passeranno i nostri successori e,
se abbiamo seminato bene, servirà da lezione.
Vari pensieri
1) Tutti i gatti amano le coccole... il mio preferisce le croccole.
2) Gli uomini primitivi respiravano aria pura non inquinata, mangiavano solo cibi naturali e facevano molto movimento per procurarseli, però morivano a trent'anni.
3) Un cinese è andato a visitare la Svezia... ed è rimasto velamente di Malmo!
4) Sono andato a vedere una mostra di Francis Bacon... e stranamente non c'era nessun vegetariano!
5) Un postino cade dalla bici e si rompe un piede:frattura con posta.
6) Ciao Mario, come va? Eh, non troppo bene:l'altra sera sono andato in pizzeria con la mia fidanzata ma abbiamo litigato e lei se n'è andata piantandomi in asso: e tu come l'hai presa? Prosciutto e funghi.
7) Ma le rose senza spine vanno a batteria?
8)Quando si svegliano i musulmani?
Allahalba...
9) Luigi piange sempre al lavoro... fa il commosso
in un negozio di cipolle.
( Domitilla e Cornelia)
“Sto pensando a come si resta dopo che tutti vanno via Tilla “
“Si resta così , in balia delle vicissitudini Lia”
“ completamente soli ?”
“ Nell’anima sicuramente , anche se non si è mai completamente soli , c’è sempre qualcuno pronto a sostenerti o a farti piangere “
“ pensa invece che ci saranno nuovi inizi Tilla “
“ la mancanza è molto faticosa Lia , la casa che si svuota , il silenzio , l’ordine .”
“Ti abituerai Tilla?”
“ Mi abituerò Lia.”
(Domitilla e Cornelia)
“Tilla, cos’è la felicità?”
“La contentezza di un momento Lia”
“ Un momento breve Tilla?”
“ È una di quelle domande destinate a non avere risposte Lia, penso che la felicità almeno per me è un piccolo appagamento dell’anima .”
“ Di tanto in tanto mi sento appagata e di tanto in tanto mi sento scontenta , Tilla, capita anche a te ? ”
“ Certamente , quando capita cerco di reagire , lascio andare ogni amarezza , fronteggio al meglio i momenti no della vita , ricorda una cosa Lia, quello che sei è quello che dai , se sei felice puoi dare solo felicità .”
“ Hai reso chiaro il concetto, tu sei felice Tilla?”
“La mia felicità sei tu Lia”
“ grazie Tilla oggi mi sento ricca di felicità .”
( Domitilla e Cornelia)
"Lia , esco a cercare un po’ d’ispirazione “
“ Non è facile Tilla , fuori ci sono troppi rumori, la gente è affollata , stremata , la vita è una battaglia , troppe sofferenze da affrontare . ”
“ Cosa mi consigli nello specifico Lia ?”
“ Avere pensieri leggeri come le nuvole , lasciarli scorrere , respirare a pieni polmoni e graziarsi dell’aria che si poggia sulle guance ogni giorno e abbracciare ogni cosa che il buon Dio ci regala .”
“Ottimo Lia”
“ piacerebbe anche a me regalare piccoli attimi alle persone tristi .”
“ Tilla , basterebbe dare ad ognuno un po’ di cuore , solo un po’ di cuore ”.
“Eccolo! “








