e senza i graffi del tiranno tempo
mi sdraio sul velluto dei silenzi
per ascoltare i fiati della notte.
L’ho vista, è vero, a volte molto meglio
con una luna che ora non è luna.
Vestito con il manto inzaccherato,
il cielo bramerebbe non mostrarsi.
È colpa di un bizzarro autunno!
così mi dice, assai rammaricato
di non poter coprir con la sua voce
fragor di tuono messosi nel mezzo.
Intanto che la pioggia fitta scende,
converto il buio in speciale specchio
e conto rughe sulle gote emerse
assieme a quelle impresse sul mio cuore.
La notte m’è pregevole compagna,
potente il suo mister d’essere alcova
per chi maltratta ogni andar del tempo
con i frastuoni d’ìnsensati giorni.
Non ho paura di sentirmi solo
e sulle note di un antico piano
dolcezza porgo alla malinconia.
Non più sgomente, le tre quattro stelle
che forando le nubi mi stanno guardando,
vorrebbero dirmi che mi vogliono bene.
*
Antologia “Tra i riflessi della poesia” a cura del Gruppo On line (Facebook) Riflessi di Poesia, pubblicata da Amazon 2022
seguo l'odore del mare, rubo una chitarra e le tue canzoni ti offro tra una risata e un cameriere che ci fa da spettatore.
E giorno dopo giorno anno dopo anno io costruisco ricordi, li custodisco e li navigo.
E tu sempre più bella, auguri amore mio, buon compleanno
In giro se ne va per mezza Milano,
Le sue piccole ruote tutte consumate,
Conoscono bene tutte le fermate.
Dentro racchiude abiti e indumenti,
Con dentifricio e spazzolin da denti,
Un piccolo lucchetto penzola su di essa,
La sua sicurezza la lascia perplessa.
Il suo proprietario appare affaticato,
Una giornata impegnativa avrà passato,
Non risponde neanche al suo cellulare,
Voglia non ha neanche di parlare.
Entrambi poi lasciano la mia compagnia,
Alla loro fermata prendon e van via.
La loro dimora entrambi li aspetta,
Lei segue lui con la stessa sua fretta.
XXXVII
L’inverno triste attesa
ed il freddo ed il camino
il saluto dato al vicino
stamani per il paese
ed è un trovar amico il giorno
splendida la notte di poesia
questa che scrivo è la mia
che concimo come maggese
Inverno freddo ed è la merla
sembra il giorno lontano
quando a sera ci ritroviamo
in famiglia ed era tanto allor
ed ancora inverno brodi grassi
il pollo nel forno che scoppietta
il vino e l’ocra, di formaggio la fetta
nella giovial cascina ove vige amor.
Dentro il cielo
una corona di stelle
si srotola silenziosa .
E’ tempo di comporre un segno
è tempo di dare voce ai pianti
è tempo di pervadere i cuori.
Tutto è perso .
Poi la bellezza avvolge gli occhi
ancora il mare smuove
la terra vibra
le nuvole scrivono
la pioggia lava.
Si limpida il giorno e
una lieve brezza oscilla
alle pareti.
Ho ceduto al tuo cuore,
perché proseguivo più lentamente del solito,
e nell’inquietudine non ci si vede niente,
è ben triste non avere nessun compito
da assegnare al cuore, pur se in religioso,
silenzio ancora mi ascolta
ma si rattrista ancora più,
all’ora di rientrare a casa!!
Quando ci si sente soli, è il cuore,
a sentirsi perdutamente abbandonato,
soltanto infiniti doveri e nessuna festa in vista,
ci si resta male, anche affacciarsi
alla finestra e vedere tante famiglie felici
e la serena calma che trema,
ma il mio cuore versatile nonostante le differenze
conserva bene la voglia di collaborare
e invita anche me a seguir nel fare tutte le cose per bene,
sapeva che un giorno o l’altro saresti arrivata,
per tenerci uniti per sempre!!
nei momenti di quiete
quando vi date riposo sul mare e
unite la terra al cielo
e di gioia
cantate ai gabbiani ,
agli alberi ,
alle pietre,
alle case,
alle rocce .
Quale meraviglia
è il vostro gioco
che mi fa sollevare la testa .
Gennaio traspare
bianche piume filate
di leggerezza
impregnate d'azzurro.
distante ormai da qualunque sogno,
ostaggio della banda degli amorfi,
immagino così i miei colori.
In questo primo incedere del giorno
di luci questa strada si colora
con i sorrisi d’alba consenziente
e lampi dei ricordi miei migliori.
E sull’asfalto tutto si trasforma.
Quel grigio par che viri nell’azzurro
e i motori più rumor non fanno
‘sì che un po’ di quiete si solleva.
Calcato dalle orme del dissesto,
fiaccato, un giardino fronte casa
sbadiglia e poi nell’aria esso si scuote
al fiato emesso dalle irate rose.
Nessuna meta almeno oggi assilla.
Mi gusto il giorno come fosse miele,
m’illudo di volerlo archiviare
nell’albo sacro di quelli miei migliori.
Attorno, ogni cosa non delude,
un attacchino non spoglia il poster
d’un mare che mi guarda e mi domanda
quand’è che torno per toccare l’onda.
Frenesie romantiche, le mie!
Di bel non trovo sol che qualche traccia
lasciata dall’inchiostro di un poeta
che può solo firmare un’armonia.
*
Antologia TRA I RIFLESSI DELLA POESIA a cura del Gruppo On line (Facebook) Riflessi di Poesia, pubblicata da Amazon 2022
che a lungo ogni sera,
con tenerezza infinita,
un tempo trascorso
lentamente la mia madre accarezzò,
nella casa d'Inverno
dalla neve sepolta,
in cui prima che io muoia
ancora le mani voglio immergere,
laddove limpida e immensa scorre la Neva,
verso San Pietroburgo eroica e stupenda,
per lunghi anni
dal crudele assedio straziata
di feroci soldati
dalla divisa del colore dei lupi,
ove, nella bella stagione,
dai ghiacci libera,
la terra mia profuma!".
L’amore ti sta bene, sei sempre sorridente,
creatura di gran classe, dovunque ti incontro,
salto dal veicolo, e non voglio sentire ragioni
vengo subito a baciarti, è un mio dovere!!
Sai bene, non vorrei mai distoglierti,
lo sguardo di dosso,
starei volentieri, tutto il giorno di servizio
sulle tue morbide labbra, perché questo
immenso amore, continui sempre
a crescere, ed io sempre al posto mio
nel tuo cuore, e tu sempre al mio fianco,
la gente dice sempre che siamo
un gabbia di matti,
si ma rinchiusi in una gabbia di autentica felicità,
con sempre addosso l’amore,
ad un passo dalla primavera,
amarci così è cosa facile!!
Col canto delle suole e degli squilli
Sono sonori gorgoglii...
"Come crescono in fretta!"
Congesti, mucchi di vesti, di marca o logori
E si passano di fianco con gli occhi spenti
Si salutano due conoscenti:
"Hey!" Lui e "Hey!" Fa lei
E poi riprendono i passi...
Va bene... Ciao... Ci vediamo...
Nemmeno il loro nome ricordavano
In fretta scappano dall'onta di disagio
Adagio, verso l'onda umana che li cingerà accogliente
Osservo la città
'o muoccolo se stuta 'int'ê mmane chianu chiano.
Ô pprincipio 'a sciamma è nu bellu fuoco ardente,
te cuoce quann'a tuocche: è fforte, preputente.
Corre e ffuje 'o tiempo, 'a miccia se cunzumma
e llassa 'int'a ll'aria ll'addore agre d' 'o fummo.
Ntanto ca pienze ô passato, a cchello ch'era...
'e nnotte, 'e juorne passano...e llenta cola 'a cera.