Nel regno del nulla 
come piuma vagabonda 
il cuore dei coriandoli 
pulsa senza eco
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Profilo Autore: Carmine Ianniello  

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Rettangolare è la sua forma,
Dentro essa si performa,
In corsie essa e' divisa,
Di sudore invisibile intrisa.

Donne e uomini in costume,
Gareggiano veloci come piume,
Una cuffia colorata portan in testa,
Ci si allena anche il di' di festa.

L'istruttore sbraita a bordo vasca,
Operoso mai con le mani in tasca,
Da' preziose e veloci indicazioni,
Utili a vincere le competizioni.

Apprezzo tanto queste persone,
Alla ricerca di una gran prestazione,
Ma preferisco di gran lungo il mare,
Dove con i pesci si può nuotare.
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Profilo Autore: Stornello Meneghino  

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Di questo mare

che gli occhi satura

e incandescenti rossi

di papaveri al vento

 

La mia isola

si (s)posa al cuore

 

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Profilo Autore: sasha  

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Per vincer questo tempo avaro,
dolce amore ti vedo primavera,
tuoi i colori di cristalli agli occhi,
mio il rosso di petali a cornice
per un viso che mi rassicura.

Profumi di ricordi da costruire,
delle tue mani godono, i fiori,
in quell'attesa d'essere irrorati
da un bacio che darà il mare,
depurato di burrasca e sale.
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Profilo Autore: Aurelio Zucchi*   Sostenitore del Club Poetico dal 04-03-2020

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bocca gentile
occhio lucido
sguardo da sicario
in questo malato arcipelago
di satiri e donnine leggere
si tira avanti sul filo delle percentuali
tipico di persone
piccole
col cervello a basso costo

e nel frattempo che si aspetta di morire
ti tocca annusare facce
e corpi
dell'odore
dell'erba
appena tagliata
e la bocca, oscena cicatrice
si allarga in un ohoo..ohoo..di stupore
e tu arrivi persino ad invidiare
la smorfia
di un cane 
che caga nel tuo giardino.
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Profilo Autore: luca zoppi  

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Quando la notte s'immerge nel giorno

ma il dì titubante non strappa il velo, 

comincia discesa senza ritorno:

cedimento illogico a bruciapelo.


Pupille vuote non vedon colore, 

mani sudate e respiro di sabbia

tra falsi appigli, rimbomba il terrore.

Il cuore impazzisce nella sua gabbia.


Non pensi ma senti: tutto è perduto! 

Paralizzato, schiacciato da un peso,

nodo alla gola, sospiro taciuto.


Par di sentirti da morte ormai steso

mentre il respiro ritorna compiuto, 

tra lacrime, vivi, lento e sospeso.

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Profilo Autore: MArTe  

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Il cuore picchia
Picchia forte sulle pareti
Di un'anima consunta
Per la luce
Di una magnifica stella
La più bella
Nel mio cuore
Mai avrei potuto trattenerla
Un sognatore
Può amare senza pretese...
Le sensazioni che provo
Si agitano come onde
Tra le braccia languide
Di un lacerante sentimento
Per consumarsi dolcemente
In un profondo turbamento
La mia vita la cedo volentieri 
Alla sua candida pelle
Alle sue labbra sorridenti 
A una calda passione 
Che non potrò mai sfiorare.
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Profilo Autore: Francesco Gallina*   Sostenitore del Club Poetico dal 09-05-2024

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Nel silenzio della notte,
un abbraccio di luce si fa strada,
accarezza il cuore dell'oscurità,
e dissolve le ombre in un respiro di stelle.

Le mani del cielo, morbide e piene,
accolgono il mondo con dolcezza,
ogni raggio un sussurro,
un invito a credere nella bellezza che ci circonda.

Ogni angolo, ogni vuoto,
vibrano sotto la carezza di quella luce,
un abbraccio che non lascia più solitudine,
un amore che non chiede niente,
se non di essere sentito.
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Profilo Autore: Eleonora Carullo*   Sostenitrice del Club Poetico dal 18-03-2025

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Febbraio è un morso di allegria,

un uragano di mille colori

dipinti sul petto di Arlecchino,

è il battito a festa del Carnevale

che gioca coi sogni di bambino.

Spensierato è il dì di festa

e fra comete di coriandoli

abbandonate per le strade

ed il dolce sapore delle frappe

sfilano le maschere italiane:

che nessuno si arrabbi

se a Carnevale ogni scherzo vale!

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Profilo Autore: rosa dei venti  

Questo autore ha pubblicato 939 articoli. Per maggiori informazioni cliccare sul nome.
Cerchi di lacrime
Infrangono l'armonia del mio cuore
Limitando l'idillio
Di un deprecabile sentimento 
Il buio avanza l'affondo
Mietendo l'inconsapevole rispetto 
Voci estranee percorrono strade
Sopra le quali
Si ergono ali consumate
Nel leggiadro volo screziato
Da un inchiostro sparso nel vuoto
Incespicano orme di insaziabili ombre
Urla d'affetto tornano indietro 
Per riesumare l'esilio dell'ego
Nel frattempo il selciato arranca
Tra mesti sorrisi e sordide gesta
Adesso sono pronto
Per sospingere quel che resta
Sulla scorza di un altro universo.
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Profilo Autore: Francesco Gallina*   Sostenitore del Club Poetico dal 09-05-2024

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Di questo posto
ormai odio tutto,
specie da quando
mi ci hai lasciato solo.


Libera di spiccare il volo,
perché ciò che ha un costo
é la tua felicità,
viva solo fuori di qua.


Ogni nonnulla mi é male,
il cigolio della porta,
quella serranda rotta
che né scende né sale.


Quel neon che tremula
ma non ne vuole sapere
di arrendersi, di spegnersi
rassegnandosi al destino fatale.


Testardo come me,
che nonostante tutto
penso ancora a te
e resto qua come in lutto.


Mi infastidisce quel vociferare
che tu tanto avesti a male,
tanto da voler scappare
da questo posto di lavoro
che sembra una trappola mortale.


Come se il tempo si fosse fermato,
aspetto ancora il tuo arrivo
per raccontarti com'è andato
l'ennesimo turno travagliato.


Però ora non arrivi più tu al cambio,
né lo studio odora della tua presenza,
ma il tuo dolce ricordo é caparbio...


e mi fa maggiormente odiare
questo luogo infernale,
tra scartoffie e incombenze da sbrigare.


Poi chissà se un giorno
qua o là, ci ritroveremo
ancora insieme,
come se il tempo non fosse passato,
come se nulla fosse mai stato.
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Profilo Autore: Antonio  

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Hai piegato il corpo in preghiera inversa,
tubatura sacra che accoglie il tuo fiume giallo:
il lavello è un calice, l’urina un’offerta.
Non c’è nome per questo rito, solo il sibilo
dell’acqua che cancella l’odore di ribellione.

Il soffitto è un reticolato di travi,
legni antichi che contano le ore col ticchettio
delle termiti. Ti sdrai, numeri i nodi
come stazioni di una via crucis domestica:
la noia è un’ostia che si scioglie in bocca.

Nel focolare, le braci diventano geroglifici.
Ogni scintilla morente scrive una parabola
sul muro: il fuoco è solo cenere che sogna.
Sputi nel camino, e il fumo disegna
un dio con le tue stesse rughe.

Ora tutto è icona, anche il gesto più vile.
Persino il silenzio ha un suo inno distorto,
e il tempo -qui- è un gatto che si morde la coda.
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Profilo Autore: Nicola Matteucci  

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Vaneggiando inconcludente in terzine di endecasillabi canonici a minore con rime incatenate durante un vuoto cerebrale. L’eventuale incoerenza consegue dallo stato confusionale la cui origine non mi va di indagare.

M'illudo che sia prosopagnosia
l’appropinquarsi di senil demenza,
non è soltanto ricordar chi sia

colui di cui mi ritrovo in presenza
o ricordare d’un attore il nome
né qual dottore mi fa consulenza.

Spesso mi fermo tra perché e percome
a metà strada d’ignoto percorso
mentre un dolore attanaglia l’addome

e non c’è un cesso cui fare ricorso
mentre mi guardo intorno smarrito
senza trovare il filo del discorso.

Anche scrivendo blocco spesso il dito
non ricordando qual era la rima
per cui nel verso quel lemma ho inserito,

eppure in mente era un attimo prima
e aveva senso, mi pareva bella;
ferisce invece forte l’autostima

fuggendo il senso su remota stella.
Nemmen mi viene quale sia toponimo
in cui mi muovo senza più favella,

quasi mi scordo pure lo pseudonimo
immaginando il mio neurone tronco,
essennecì¹ di scioperante acronimo

non riconosce mentre avanzo cionco
il familiare ma ignoto paesaggio.
Colpo di tosse a liberare un bronco

mentre memoria tenta l’allunaggio
ma impatta male andando fuori strada,
nelle sinapsi è sballato il voltaggio.

Passerà presto o resterò fregato?
Dei pantaloni consumata è stoffa,
risulta vuoto questo portafoglio

con l’andatura quanto meno goffa
in un sentiero il cui senso non sbroglio,
risuona in testa una parola: “ioffa”,

d’un tratto vedo sirena su scoglio
ma è solo frutto di mente confusa
mentre mi siedo e senz’alcun orgoglio

rimembrar tento com’è che si usa
quella funzione, la “salva con nome”
che serve prima che l’app venga chiusa.

Ma il vento smuove verdeggianti chiome
e la mia mente torna alla sirena
e ai suoi capelli e al semplice prenome

che associo mentre mi volta la schiena
stando a distanza dai respiri miei
pur dominando tutta la mia scena.

Sì, mi ricordo quale nome ha lei.


¹: S.N.C. è l’acronimo di “sistema nervoso centrale”, di cui fa parte il cervello che mi indice scioperi selvaggi senza preavviso sindacale.


19/02/2025


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Profilo Autore: ioffa  

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Ma come si fa?
Bagnati delle teleologie
Il fine ultimo di un sasso che però non è bagnato
Il finale di un film che però non lascia senza fiato
Menomale che alle fine sia così
Altrimenti non sarei qui

Tra poco la serata fatta di perline
Indossate dagli anni fa
Comodi prati fioriti
senza il determinismo delle mine

Grezzo ricatto
Diamanti della pubblicità

Dopo aver fatto niente tiro il fiato
s'un divano che non è neanche persiano
Dopo quel fare un po' sgrammaticato
Filologia di un professore arcigno e serio
Di certo troppo serio e per questo dimenticato
nella tuttologia delle TV

Tra poco la serata finirà all'aperto
come per animali bui dentro
Come per chi d'estate rientra per il freddo

Tra poco sceglierai all'ultimo secondo
un altro binario
e per questo sarà straordinario

Tra poco lo faremo e sarà un successo
Ne parleranno
Non adesso
Anzi mai

I progressisti lo chiameranno Progresso
ma qualcuno che lo era davvero
tremerà confuso e contento
una risposta non l'avrà mai
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Profilo Autore: Nicola Matteucci  

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Parlar d’amore in questi tempi vaghi
un po’ somiglia all’addentare pane
quand’è che fame dura troppo a lungo

o all’immergersi nel mare amico
per riveder fondali conosciuti
e nel carniere mettere colori.

Il Sommo, che di vero amore scrisse
al punto da scalare il Paradiso,
starà guardando ancora come fiere

lussuria superbia e cupidigia
ammaestrate da anime malsane
alquanto use a fomentar contese.

Dell’Alighieri resta la lezione
d’aver voluto imprimere sul cuore
il volto indegradabile del bello;

di Beatrice, mai con man toccato
per il timore di contaminare
la grazia che innamorar lo fece,

e d’altri, in pace nel divino loco
là dove il Cielo muta nome in luce
di cui goder, se fossimo dei giusti.
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Profilo Autore: Aurelio Zucchi*   Sostenitore del Club Poetico dal 04-03-2020

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