flebili intenzioni,
sguardo al cielo
piedi puntati in terra.
Irriverente ritratto
d'un pacato ardore.
Qui vige l' inganno
ma mie le catene,
la coscienza
non s' illude col niente,
ma è solo la follia
che delega al vento
Per asciugar le lacrime serve uno strofinaccio,
Tutti tristi a piangere il papa umile e semplice.
Domani ad acclamar il nuovo Pontefice.
Che ipocrisia mi vien voglia di dire,
Manderei tutti a farsi benedire,
Ma la vita deve andare avanti,
Ci si dimentica di tutto e tutti quanti.
Troppe cose ci son sempre da fare,
Una pace e un nuovo Pontefice da proclamare,
Ma che strano caro il mio Papa Francesco,
Ora te ne fai di risate fresco fresco.
Hai seminato idee di fratellanza,
Ti ritrovi supino in una lignea e stretta stanza,
Un conclave metterà una pietra sul tuo operato,
A breve un nuovo successore di Pietro sarà nominato.
Cadono stelle sfitte
sul perimetro del cuore,
ladro d’azzurro mare,
briciole di brividi
sul ciglio dell’estate.
L’orizzonte riposa
nella mia mano
come un silenzio
che illumina i miei occhi:
cadono stelle sfitte
sul perimetro del cuore,
ascolto istanti perduti
nel grembo dei giorni.
Sonetto sgorgato al volo appena letto un commento di un alter ego al testo di un autore che si sta lamentando contemporaneamente del fatto che alcuni (non tutti possono tra l’altro) interagiscano commentandolo e che altri invece non ricambino commenti e like; poi si complimenta con se stesso per la sincerità… e niente, è piacevole, è la barzelletta che mette allegria al mattino; ora non importa chi sia lui e chi sia l’alter e quale sia il sito, è il concetto generico ed universale della vicenda che è divertente!
Ok, qui posso sbilanciarmi: non è successo in ClubPoetico. Ma fa niente, quel che conta non è dove/chi ma cosa/come per ridere un po'.
Mentre lo leggo, un tuono squarcia il cielo
(giuro, non è finzione letteraria:
rapidamente volge al nero l'aria
di nubi in coltre e non sottile velo).
Chi possa èsser certo non lo svelo
ma la faccenda è proprio leggendaria:
comicità del tutto involontaria
nel commentar se stesso per vangelo!
È cominciata bene la giornata
leggendo quel commento e il paternostro
che hanno ispirato amara una risata:
lo ricordiam che il sito non è "nostro"?
L'interazione come programmata
non rende per assenza o eccesso "mostro"!
26/04/2025
Tra i banchi di scuola
cominciò il nostro amore.
Tu, bella come un fiore
appena sbocciato,
io, con l’emozione addosso
ogni volta che mi guardavi.
Io e te,
troppo giovani da arrossire
per quel sentimento,
ma troppo innamorati
per restare in silenzio.
Quando ti portai quella rosa,
ti specchiasti nei miei occhi,
asciugandoti una lacrima di gioia
che scese sul nostro amore
e ci prese in braccio.
Ancora adesso,
che l’età ci invecchia,
ci teniamo per mano,
perché amore era
e amore io e te siamo.
come si fa con un fiore fragile
che ha resistito al vento.
Mi parlerò piano,
con parole che curano
invece di ferire.
Mi darò tempo,
spazio per respirare,
pace per sentirmi.
Non cercherò più chi non vede,
non griderò per essere amata.
Sarò io a bastarmi un po’.
E in ogni gesto semplice
– una carezza, un passo –
ritroverò me stessa.
Porterò con me i miei giorni più belli,
li conserverò come fiori essiccati
tra le pagine di un libro amato.
Saranno luce nei momenti bui,
ricordi che sanno ancora di sorrisi,
voci che il tempo non spegne.
Li terrò nel cuore
non per restare ferma,
ma per sapere da dove vengo,
quando vado avanti.
E mentre cammino,
quei giorni mi parleranno piano,
dicendomi:
“Non sei sola. Ci siamo anche noi.”
Quartine di quinari a rime alterne.
Non c'è panchina,
resto seduto
questa mattina
come sperduto
sopra un muretto
e attendo un treno
che sia diretto
lontano almeno
di quanto serve
per non sentire
quello che ferve
dentro le spire
della mia mente
che disillusa
ed incoerente
cerca una chiusa
con una rima
che non disperda
la mia autostima
dentro la merda…
ne passan pochi,
è una stazione
fuori dai giochi,
senza ambizione.
Eccone uno,
puzza di nafta,
scende nessuno,
mi mordo un’afta;
va verso Est
(fine del mondo)
fallendo il test
del girotondo;
non ho il biglietto
quindi non salgo…
un altro aspetto…
per quel che valgo
non posso certo
immaginare
mi venga offerto
spettacolare
scompartimento
di prima classe
con supplemento
oltre le tasse,
ma pur che fosse
carro bestiame
con moto a scosse
pien di letame,
temo mi serva
qualche biglietto
il che mi snerva,
ora lo ammetto,
perché la tasca,
vuota d’orgoglio,
è floscia, lasca,
non portafoglio
trova rifugio…
senza moneta
tengo l’indugio,
qualsiasi meta
è irraggiungibile;
rimango fermo
spento impassibile
e mi soffermo,
guardo il binario
tornato vuoto
come il diario
del pirla ignoto
che scarabocchio
senza un perché.
Si bagna l’occhio
pensando a sé.
17/04/2025
Tra reminiscenze leopardiane dedico queste quartine alle poetesse che incontro nel virtuale
Amiche senza nome e senza età
che il vostro cuor svelate e vostra vita
celando le fattezze e la beltà
a quest’anima ignara ed invaghita
d'arrendevol poeta nel virtuale,
risponder con parole e con carezze
vorrei talor se sento che m’assale,
sospinta da poetiche sue brezze,
quell’antica recondita malia
di chi suonare sa propria tastiera
e compone sue note in armonia
seducente suadente messaggera.
Sempre s’aggira in me, fantasma folle,
quello spirto sparvier ch’entro mi sugge,
che inseguire chimere sempre volle
che poi la rëaltà tosto distrugge.
Così la fantasia va nel mistero
a impossibili incontri immaginare,
e mentre in tanto annega il mio pensiero
il naufragar m’è dolce in questo mare.
Tappeti di sabbia dal Sahara,
duplici gelicidi aggravati da nord,
valanghe di pioggia battente,
uragani all’attacco da est
banchi di nebbia tra libri di scuola,
nubi a sviluppo verticale all’orizzonte,
venti impetuosi disposti a disporsi da sud,
ventilatori rinfrescano a regime di brezza
attratti dall’occhio del ciclone,
un vortice di sguardi inatteso,
a tratti le note di una tromba,
Marina insegue una colomba.