C'è un sogno di farfalla
che mai si avvera
e mentre vola di fiore in fiore
s'illude e spera.
Il sogno di farfalla
s'infrange a Primavera
quando la luce
illumina il cuore e acceca.
E c'è una farfalla bianca
che tutte le mattine
si poggia sul davanzale
sbatte le ali
e sogna, sogna
ma non sa di dover morire.
Il sogno di farfalla
si spegne
alle prime luci della sera
quando la luna
scivola nel mare
e rimane solo quel volare
nel ricordo dell'amore.
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Profilo Autore: Demetrio Amaddeo  

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Ho scritto una preghiera
perché tu non possa mai morire,
dimenticato nella notte
al buio, senza tempo.

Ho scritto una preghiera
per la vita del mondo
che si spegne nei tuoi occhi

spenti dal mondo.

Ho scritto una preghiera
nella tempesta,
in mezzo al mare
e nella quiete, ai lati del cielo.

L'ho scritta per le ceneri
che volano via col tempo,
per tenerti ancora qui accanto.

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Profilo Autore: Antonio Radano  

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Getto nel mare gelido

 

brandelli di tristezza;

 

metto un sorriso nuovo,

 

porgo le braccia

 

e attendo,

 

come un trapezista,

 

che tu le afferri.

 

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Profilo Autore: GIORDANO BORELLI*   Sostenitore del Club Poetico dal 07-10-2025

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Non è
questione,
di stile,
di genere,
musicale,
ma di una
melodia,
saldata,
impressa,
che scuote,
le fondamenta,
emotive,
accompagnando,
per il resto,
della
linea,
della vita,
nella mano,
sintesi di ciò,
che rimane,
ancora,
prima di
spegnere,
definitivamente,
la fiamma,
della
propria,
mortalità;

E quando la
guardia e
abbassata,
nella solidità,
fragile del vetro,
le meste,
rimembranze,
con un abito,
in voga,
nel passato
remoto,
o,
nel presente,
passato,
ci vengono,
a fare visita,
con in dono
un requiem,
lacrimale,
lacrimoso,
e sorrisi,
a tempo,
di un
metronomo,
stinto,
estinto.

Salgo, in su,
per la scalinata,
allo osservatorio,
con un jukebox,
anni ottanta,
come navigatore,
emotivamente,
emozionale,
concerti,
revival,
che risvegliano,
assopite tessere,
a definizione,
variabile,
di un domino,
giocato o
non giocato,
vivendo,
o non
vivendo,
brandelli,
di fotogrammi,
umani,
sulla tela,
tesa,
di un
altra epoca,
sempre più,
distante,
dalla
respirazione
presente.
Brandelli,
di fotogrammi,
assopite tessere,
a definizione,
variabile……

……Un pupazzo,
di neve,
su una maglietta,
estiva,
una maglietta,
blue,
con un ricamo di
strass,
non può,
non può,
coprire più,
ma,
la nivea,
figura,
antropomorfa,
ridente,
in primo,
piano,
innalzata,
dall’elemento,
sfocato,
sopravvive,
alla necrosi,
illimitatamente,
sopravvive,
alle
ceneri,
nell’Aurea,
perpetua,
si staglia,
nitida,
suprema.

Un pupazzo,
di neve,
di stoffa,
trasmigrato,
a matita,
col nero,
sfumato,
nuovi dettagli,
aggiunti,
particolari,
allegati,
in design,
rappresentante,
rappresentativo;
Una torre,
incoronata,
una torre,
la cui,
sommità,
sbuca,
torreggia,
dal cappello,
natalizio:

In prossimità,
del vertice,
spicca,
in
altorilievo,
il simbolo,
scintillante,
di Genova:
Nascita,
origine.

Sulla sciarpa,
che calza,
un pennino,
scrivente,
è, scritto,
in bassorilievo,
un nome,
d’arte,
sunto,
realistico,
di ciò,
che mi governa:
Occhio,
di sole,
occhio
di nuvola.
Un pupazzo,
di neve……
……Il bene
e la
memoria.
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Profilo Autore: Poetaemotivo  

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Rimane l’eco
Di una voce
Lontana
Femminile
Trasgressiva
Tra le parole
Impresse
Col fuoco
Sulle fragili
Porte
Del cuore.
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Profilo Autore: Francesco Gallina*   Sostenitore del Club Poetico dal 09-05-2024

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Bionda,

con i capelli al vento

e a piedi nudi,

stai sulla riva,

lanciando i sassolini

per vederli rimbalzare

sull’acqua.

 

Cala il sole

e spunta la luna.

Tu vestita di blu,

come il colore dei tuoi occhi,

vieni verso di me

con un forzato sorriso

di amara tristezza.

 

Come una sirena del mare

mi vieni accanto,

appoggi il capo sulla mia spalla.

Una lacrima

scende sul tuo viso,

un’altra cade sulla sabbia.

Non ti chiedo niente,

immagino

che in questo momento,

tu senta la nostalgia del tuo paese,

la lontananza dei tuoi cari.

 

Un violino suona note d’amore,

ti tengo stretta nelle mie braccia,

anche se il mio calore,

non può cancellare

le note malinconiche

che stanno dentro di te.

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Profilo Autore: Antonio Crispino  

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Quel profumo acre
di terra bagnata
riempie e impregna
l’aria circostante.
Un vento ad alta quota
disperde nuvole nere
che scivolano via veloci
e lasciano intravedere
l’ azzurro del cielo.

Gocce di pioggia
appena caduta
bagnano scarpe
di quei viandante,
moderni ricercatori
di luoghi antichi.
La stradina sterrata
ondeggia sinuosa
tra alberi imponenti
risalendo su per il monte.

Antico viottolo
di ciottoli smussati
creata da stradini
d’un tempo remoto
accompagna
l’antico borgo
fin sotto le mura
d’un castello medioevale
che si erge da sempre
a dominare.
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Profilo Autore: Maria Luisa Bandiera  

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Part 1

In principio,
ti ho vista,
un risotto,
contaminato,
da funghi
porcini,
fuoriusciva,
da un ristorante,
con più stelle,
del firmamento.

Per depositare,
la sua,
piacevolezza,
sulle mie
percezioni,
intorpidite,
dalle movenze
feline,
del tuo corpo,
da naiade,
che Eva,
ha creato.

Ha creato,
per impreziosire,
queste
località dissestate,
con i tuoi fianchi,
proporzionati,
euritmia,
del eliso.

Discendendo,
salendo,
per questi,
sampietrini,
disastrati,
sterrando,
un dedalo,
racchiuso,
dentro il mio,
fisico in panne.

Ti ho vista,
e ti ho rivista,
come un mazzo
di fiori, avvolti,
nella fluorescenza,
saturando il clima,
con effluvi,
d'oriente,
ed occidente.

I tuoi capelli,
di fior di loto,
pettinati,
salutavano
il giorno,
con i tuoi
denti,
a formare,
una bianca
allegria,
latteo
barbaglio,
d'oro.

Ho preso,
da un guardaroba,
quattro stagioni,
accessoriato,
un capo di
vestiario,
stagionale,
da indossare,
simultaneamente,
all'indumento,
del coraggio.

Che la paura,
in precedenza,
strangolava,
dentro la mia
bocca,
d'ansia,
saldata.

Aromatizzato
con fiori di
pesco e di
ciliegio,
armato
dei propositi,
del cupido alato,
uscivo dal portone,
di rosmarino
guarnito.

Mi sono incamminato,
schiacciando,
pestando,
aspirazioni putrefatte,
nella mancata,
ebbrezza,
cardio emozionale,
di un inclinazione
d'amorosi sensi,
che il destino
non aveva in
programma,
tra le sue dita,
garofani gialli.                                                                                                                                                                                             

                                                                                                                         

                                                                                                                                                                  Sotto il vischio,
mi sono,
invischiato,
in un affare,
di palpiti,
e camelie,
chiuso,
con la
mia bocca
incastrata,
nelle carnose,
sue labbra.

Al dipartimento
regionale dei
sentimenti,
ho chiesto
un
appuntamento,
per invitarla,
in un locale,
dentro un
dipinto
di natura morta.

Insieme
alle nostre
papille
gustative,
assaporare,
arrosto,
patate al forno,
tra i gelsomini,
intessuti
nella sua seta,
che imbandiva
la tavola,
di buona creanza.

Ho scelto,
come tesoriere,
una scrivania,
olmo,
e il suo
cassetto.

Custodi,
accorti,
delle nostre
fedi,
in unione,
matrimoniale,
in mezzo a una,
coltivazione,
di viole,
del pensiero,
dentro un
affresco,
in qualche,
cattedrale
rococò,
attigua,
alla tua lapide,
di crisantemi,
adorna.

Dopo averti,
strappato via,
dal nostro,
accordo,
rosa,
tulipano.

Part 2

Una decade supino,
in un giaciglio,
di calendule,
incosciente,
per un sinistro,
autostradale.

Estratto,
dalle lamiere,
dell'abitacolo,
accartocciate,
su se stesse,
come in preda,
a un
lancinante dolore.

Ho girovagato,
per rotte,
astratte,
mentre Beethoven,
accompagnava,
i miei passi,
suonando,
al chiaro di luna,
con uno strumento
a tastiera,
d'orchidee.

Accordi armonici,
del basso,
quasi sempre,
in ottave,
facevano,
sbocciare
le calle,
nell'indefinita,
veduta,
di nebbia
ammantata.

L'undicesimo,
sei sbucata,
insieme,
al tuo
camice,
da
infermiera,
al bavero
un giglio.

Tornato,
nei percorsi,
dei vivi,
una composizione,
di rododendri,
ti ho donato,
e negli
anni a seguire,
tra fiori di arancio
e di peonia,
d'amore
ci siamo
perfezionati,
nella nostra
casa,
di gardenie,
e garofani bianchi.



Unitamente,
ad elaborare,
equazioni
algebriche.

Per
colazione:

Un sottile
strato di
glassa,
su cui
sono
spolverati
granelli
di
zucchero,
buondì
auspicio
per un buon
tempo di
giornata.

Passaggio,
dopo
passaggio,
calcolando
le
operazioni,
racchiuse
in ordine
di
tipologia,
di
parentesi:

Tonde,
quadre,
graffe,
per
determinare,
il valore
di due
incognite
in cerca,
di una loro
soluzione
numerativa.

Di una loro
identità,
non
ancora
ben
definita.

Ogni tanto,
una fugace
sosta,
contraccambio,
esplorativo,
affabilità,
degli
occhi,
analogie,
sensoriali.

Legatura
di
due
rose:

Una rosa
bianca,
una rosa
rosa. 
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                             




































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Profilo Autore: Poetaemotivo  

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La collina di pietre

sotto a nudi piedi

scorre lenta ai miei passi,

fino alla croce.

Qui

tintinnano rosari

sbattuti   dal   vento

sul grembo della statua

e tutto intorno

silenzi e pianti,

sorrisi  e preghiere

e   sguardi   velati.

Il vuoto dell’anima mia

ruvida di peccatore

si   riempie   adesso

di   grande speranza

e mi scopro già,

in lacrime,

un  uomo migliore.

Ecco, il miracolo.

 

 

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Profilo Autore: GIORDANO BORELLI*   Sostenitore del Club Poetico dal 07-10-2025

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Ti affido trepidante

i miei sogni di Icaro stanco,

stupenda viaggiatrice che turbi

galattiche immaginazioni;

va’, tu che puoi e che torni,

cercami Dio nei silenzi cosmici

e, come cometa, narragli di noi

soprannominati uomini,

sempre più ricchi di angoscia

e sempre più soli

ad ogni tuo giro di boa.

Ecco, tu passi

a ricordare

che non dovrà svanire,

come scia impalpabile,

la nostra vita.

 

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Profilo Autore: GIORDANO BORELLI*   Sostenitore del Club Poetico dal 07-10-2025

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nella steppa sfrecciava
alle ali di neve
il treno rosso

Lui
dritto alla caldaia
teneva accesa l'idea
blindato nel guscio

sui binari
a portare un'altra croce
ancora un rito

ma chi lo cambia
il mondo
Lev

non ho distinto
al finestrino
l'urlo di rivoluzione
dal fischio della locomotiva
lanciata nei sogni a vapore

solo che a vincere
è stato sempre
il vento

colmando di ghiaccio
bocche da cannone
pure quelle affamate
di pane e religione                                                                                                                                                                                                                                                                                             


Lev Trotskjy )

                 







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Profilo Autore: puerlongaevus  

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Nati come semi del miracolo 
sotto lo stesso contado, 
abbiamo spinto le nostre radici 
nella stessa calda terra fertile. 
Tu cercavi il calore del sole, 
io l’ombra del sollievo, 
ma la gemma della linfa
era la stessa, 
e ci parlava nel silenzio delle stagioni. 
Ogni litigio era un pugno di vento 
che spiegava i nostri rami, 
disperdendo le nostre foglie colorate, 
strappando i nostri frutti 
maturi alla comprensione
del perdono, 
ma non spezzava il tronco 
che ci legava uniti, più forti, 
contro le intemperie che ci sfidavano. 
Ho imparato il tuo passo 
nel buio dei giorni senza raccolto, 
tu hai ascoltato il mio respiro 
quando tacevo nel canto della vita. 
Le nostre parole, pietre nel fiume, 
hanno levigato il tempo 
fino a diventare carezze 
nella gioventù che ci abbozzava 
fratelli per la vita che disegnava 
pian piano le nostre rughe 
tra i capelli bianchi degli anni. 
Siamo stati tempesta e rifugio, 
due fari che si cercano nella nebbia. 
Ti porto addosso scolpito 
come un odore d’infanzia, 
invisibile ma eterno 
come la pioggia sulla pelle. 
Quando cadi, io tremo, 
quando rido, tu mi abbracci 
col calore dei tuoi occhi, 
perché il legame di sangue 
non conosce distanza che separa. 
Crescere insieme è solo 
un allontanarsi per ritrovarsi 
con nuove vite al proprio fianco 
senza spezzare mai 
l’origine del cuore che pulsa affetto. 
Siamo due rive che si guardano 
nello stesso specchio d’acqua, 
e quando il mondo farà silenzio, 
resterà la nostra voce, sottovoce, 
una radice che muore l’uno per l’altro.
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Profilo Autore: Laura Lapietra  

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Distanze incolmabili 
Sogni che rotolano
Giù da un dirupo 
Il forte desiderio 
Di sentirsi amati
Sconvolgono le onde
Dei più profondi 
Sentimenti 
Che animano il cuore
Degli sconosciuti 
Relegandoli 
In luoghi lontani
Privi del calore
Dell'essere umano 
E come tanti schizzi
Di spuma bianca
Svettano verso il cielo
Per vedere il sole 
A tutte le ore
Nessuno di noi
Lo ammetterà mai
Apertamente 
Mostrando le mani
Ascoltando i battiti
Del cuore
Seguendo tracce 
Interrotte
Da gesti inconsulti 
Rimarremo sempre
Delle ombre che
Si accontentano
Di applausi artefatti
Come tutte le cose
Che passano
Di mano in mano
Senza tenere conto
Dell'importanza 
Di scorgere l'anima 
Nell'inesorabile 
Scorrere del tempo.
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Profilo Autore: Francesco Gallina*   Sostenitore del Club Poetico dal 09-05-2024

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La sigaretta si consuma tra le dita,
brucia il silenzio,
….. lento,
nel vetro del bicchiere il presente si distorce.
 Il riflesso del vino
 dilegua i pensieri nel segreto.
 restando solo il fumo
che disegna la tua ombra nell’aria.
   Il capo stanco, si riposa sulla mano,
il tempo si piega sul tavolo e
gli occhi nel vuoto si fermano.
Ecco …..  tu riemergi,
nel mio pensiero, come lava dal vulcano,
sei la presenza che nessuno scorge ed io
resto immobile come un
complice senza sonno.
Tu, chiara luce, fragile regina,
che nel mio cuore regni senza trono.
Il tuo respiro torna, mi trascina,
 e nel silenzio cerco il tuo volto.
Ho smesso d’essere innamorato
perché ti amo, senza più difese
né vergogna, né colpa, né dolore.
Solo intero amore.
Sei questo.
Sei tutto.
Ma non sei qui.
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Profilo Autore: Luigi Castiglione*   Sostenitore del Club Poetico dal 11-02-2022

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Per inseguire 
i suoi sogni - l'ape
è prigioniera dei prati 
di margherite allineate 
e papaveri ruffiani 

mentre la sorte 
senza casa nè amori 
nè regina da seguire 
l'abbandona 
nelle ombre ignote 
della vita
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Profilo Autore: Carmine Ianniello  

Questo autore ha pubblicato 56 articoli. Per maggiori informazioni cliccare sul nome.