Del ricordo è vago sogno
Quel che piace al mondo
Consumandomi ragiono
Di ciò ch'i' fui e di cio che sono.
Non c'è tempo che non sia
Breve e meriggiare è dolce
Ricordo di cui mi pascio
Con delle rime il suono.
Ma della giovinezza resta
Incrita voglia di viaggiare
Oltre le alpi e per tutto
Il litorale. Ave messo salutare.
se chiudi gli occhi par udir una canzone,
un cadenzar che è dolce al tuo udito,
porta con se profum d' infinito.
Il vento regola il volume del lor suono,
il ritmo entra nell'animo come un tuono,
lo stesso di quando eri un bambino,
mentre assoporavi un preparato panino.
Par sentire ancora quel profumo delizioso,
e poi tutti al mare nel giorno che era di riposo,
un vecchio ombrellone sbiadito dal sole,
un genitore seduto insieme alla sua prole.
Nulla rimane di quelle preziose giornate,
che parevan ripetersi stereotipate,
forse solo il suon delle onde estive,
solcando a occhi chiusi le solinghe rive.
c'è una creatura poco carina,
il suo colore è trasparente,
si aggira furtiva tra la gente
Faccio le veci del bagnino
e prendo il verde mio retino,
entro in acqua piano piano,
come un pescatore alquanto strano.
Con un movimento secco e repentino,
la medusa finisce nel mio retino,
la sua forma è assai curiosa,
di tentacoli ne ha a iosa.
La poso lentamente sulla spiaggia,
vicina alla morte si sentirà più saggia,
con un ramoscello indico la sua presenza,
che vigilerà su di lei in mia assenza.
mangia il cuore,
e le mie tempie sono
ritorni di temporale.
Lascia andare le nuvole pensiero,
che possano portare lontano
ogni dolore.
Ritorna la luce ad esplodere,
e tutto sarà di nuovo colore.
Quante volte è successo?
Nemmeno le conto più,
punto fermo tra le dita a scrivere,
la parte più bella di te.
Pioggia scende, ma ora
non piange...ride.
Soccombono gli aliti,
e tutto riluce, pulito dalle scroscianti acque.
le nostre espressioni
stupefatte
il cuore,
ma il vuoto impenetrabile
prosegue...
Mentre
lento ruota
nel cielo.
prosegue.
di forbici da parrucchiere
nei cespugli.
lento nel cielo
appare da dietro
rade nuvi.
si interrompe sul pari.
di un arcobaleno.
Tu ...
Sei unica...
Sei speciale...
Sei troppo importante.....per me
E se tu sorridi
anche il tuo cuore
e la tua anima sorridono...
E in questo bacio
che mi doni con
tanto trasporto ...
è racchiuso il sorriso
di tutta la tua essenza.....
- Ambè… sì beh!
Vuoi mettere?
I poeti lombardi, mia cara,
loro sì che sanno declamare
la loro terra! -
Milanesi, son poeti milanesi!
Come no… come no!
Io cosa sono a confronto?
Certo non milanese!
Radice errabonda
Defraudata della matrice semantica
Di questo dono
non ho avuto
che sangue da buttare nel cuore
e grida
da un foglio bianco
Maledetta me!
slanci di un sospeso cielo,
abbasso gli occhi
al calore delle vene
pioggia in un tuono
carezza rumorosa sulla pelle,
avvolge il colore particolare
nel feeling del mare
echi di respiri
si mischiano all'odore dell'aria
dal rifugio delle radici
i sussurri di stelle.
Il cervello è in piena tempesta,
Gli occhi sbarrati verso il soffitto,
Lo osservano attonito a sguardo fitto.
In orizzontal posa cerchi soluzione,
Le mani in preghiera senza intenzione,
la notte profonda si fa sulla casa,
Una fissa idea la mente intasa.
Invochi invano una voce più esperta,
Ma resti in compagnia di una muta coperta,
Non sai proprio che pesci pigliare,
Faresti meglio a provar a riposare.
L' alba un nuovo giorno sta gia' portando,
Speranze e illusioni al seguito andando,
Il sole poi sorgerà ancora alto in cielo,
Illuminando ognun sotto il proprio velo.
in cui stavolta un dio muore
e orologi strutti
al non passare delle ore
E poi quattro ruote che vanno avanti
senza la pretesa d'un motore
Ci vorrebbe una candela ancora accesa
a cera finita
perché c'è da bruciare il resto del mondo
E un tavolo di vetro
per vedere il cane umiliarsi di briciole
che per fame che leva l'appetito
sfregia il sorriso arrogante del fondo
E ci vorrebbe la sabbia bagnata
a prendere in giro quella d'un metro indietro
che s'incendia avvelenata
in un angolo di sole tetro
Beato chi sente l'applauso
della platea inesistente
Beato chi gioca a fingersi un dado
che dà sempre la stessa faccia
per guardare quella delusa della gente
come un grill per il pollo arrosto,
in ogni viaggio ti accompagna,
sia al mare e sia in montagna.
Si mescola tra le buste della spesa,
aspettando invano una tua presa,
in auto non è una compagnia banale,
ti aiuta in caso di temporale.
Raramente lo usi come un bastone,
per qualche automobilista buontempone,
più spesso ti fai bastare un'imprecazione,
mettendo il dito medio in esposizione.
Però che destino assai triste,
uscir solo quando il maltempo insiste,
sarà molto invidioso del suo fratellone,
che sempre al sole si chiama ombrellone.
come spire di serpente,
ti ritrovi bambina che ha il colore
negli occhi, e batti le mani
incalzando il ritmo del tempo.
E la donna che nasce veleggiando
per mari tempestosi, ha tutte
le sue battaglie racchiuse nella mano,
ma non cede.
E resta l'antica che tra i cespugli
dei capelli, si nasconde,
portando una lacrima sulla guancia
come diadema, per non dimenticare
quello che è stata.
Origini vibrano dentro, ed è tempesta.
taipan che serpeggia
tra le pieghe
dell'animo umano,
è come un'acida cacofonia
che si insinua nelle orecchie del bilioso celato
dal falso buonismo
avvolgendolo gradualmente
in un gorgo di amarezza
e desideri ostili
verso le sue idiosincrasie!
Miasma del suo essere
che come un fiume in piena
superba surclassa
la sua serenità interiore!
È come un feroce leone
che divora le gioie
e progressi altrui,
lasciando solo
un amaro retrogusto
di insoddisfazioni e rancori
rendendolo arso
di stille di sintonie d'affetto
a renderlo sensibile umano,
e come una procella
che scuote
le fondamenta dell'anima
lasciando solo
frammenti di affanni
in malcontenti.
È come un oscuro abisso
che inghiotte
la luce della gratitudine
nelle sue viscere
rendendo l'invidioso prigioniero
di una tetra gelosia,
che lo mangia dall'interno
consapevole di essere
l'unica consumata vittima.
si sfrangiava un sogno di morte
e il tempo nudo
sulla polvere delle strade.
Ti eri conosciuta
tutto un giorno
eternamente bianca
sotto grandi ali d'amore.
Così disperatamente bianca
quel giorno
confusa con le tue catene
i miei polsi azzurri
e il mio respiro di bambino.