Esondano a ondate
torrenti, fiumi e canali,
bombe d’acqua da cielo,
da mare e da terra
strade e vie cancellate,
supercelle temporalesche,
l’acqua spazza via,
il clima impazza
nel fango garage e cantine,
nella melma un parafango,
salta la corrente nella notte
il fango inghiotte un ponte
stivali, guanti e secchi
immersi nell’umidità
spruzzi di terra sulle labbra,
sprazzi di sole nell’ombra.
Rughe del mare portate dal vento,
tartarughe riflesse in acque ondulate
creste appuntite in specchi marini,
crespelle in padella dolci e squisite
su dune di sabbia onde soavi
create da un soffio di soffice brezza
nuvole bianche increspano il cielo
in un crepuscolo sfumato dal sole
tra una risata ed una lacrima amara
sul viso l’impronta di un’increspatura.
Termiche escursioni fuori porta,
sbalzi repentini a mezza costa,
si scioglie in lacrime l’aspro ghiacciaio,
divampa in pineta un pericoloso focolaio
la terra s’infiamma, la terra ha la febbre,
il mare che bolle, un pianeta che soffre,
spettrali emissioni di gas ad effetto serra,
nel mondo imperversa un clima di guerra
il riscaldamento è globale nell’alveare,
patisce in silenzio il mondo animale,
forti ondate di calore investono corpi,
sudano le mani ai cani coi rospi.
il silenzio parla sottovoce,
e fa male quasi all'orecchio
quella assenza di rumore.
Calma penetra tra le carni,
e lo sfondo mosso dal vento,
si staglia nella sua brulla veste.
Tenera e la foglia appena nata
sul terreno secco e impervio.
Tenera e solitaria, sembra persa,
ma possiede una forza che
riesce a smuovere anche il sasso.
Ora il cielo fa scendere le nuvole,
che lambiscono inumidendo,
e una parvenza di pioggia,
lascia il segno.
Piccoli mirti nel sottobosco,
color di giacinto teneri frutti,
rossi gioielli tra verdi radure
fragoline fragranti fra gocce di rugiada
nel silenzio fragili, dolci, senza fragore,
profumo inebriante ai piedi del bosco
un lampo, improvviso, illumina un lampone,
rubicondo risplende nel verde smeraldo,
brilla nel bosco con sguardo spavaldo
piccole bacche dall’aspetto invitante
more di rovo ai margini del bosco,
nere fra spine, una volpe e tre galline.
Rimbalza leggero tra monti e vallate
vibrante nell’aria un mesto rintocco,
specchi sonori destano risvegli,
lontano un guaito sommesso
gocce di pioggia, perle sulle foglie,
apre l’ombrello l’acrobata pigmeo,
spettrale la luce di un lampo fugace,
sordo nel silenzio l’eco di un tuono
mille colori in un vicolo cieco
in volo farfalle pitturano il cielo,
ritrovo un tocco di classe infinito
l’eco di un pendolo in riva al mare.
Tenero al canto delle civette
nelle tenebre un gufo piroetta
brillano nella quiete lucciole sospese
crepitano in cielo stelle scintillanti
volano nel silenzio ali di pipistrello
sbuffa sul fiume nel vapore un battello
occhi di lince fiammeggianti nel buio
vibrisse di gatto vibrano emozioni
al chiaro di luna le note di un piano
forte nella notte batte un cuore.
Stracci di luce
sposano la sua corolla,
una coccinella lo corteggia,
si abbottona bella e minuta
alla curva della sua foglia.
Ed eccolo il girasole,
sembra una tenera altalena
che oscilla dolce nel vento,
uno spartito di luna
perduto a mezzogiorno,
un fazzoletto di sole
caduto nell’infinito del cielo,
un poeta all’orizzonte
immerso nel cuore di un sogno.
Asola d’un rosso tramonto
cena con poesie di cielo,
trema sull’esile stelo
questo fazzoletto di fuoco
orchestrato dal vento.
E lo corteggian sillabe di luce,
granai di primavere
gli si prostran come fosse un re,
ed il silenzio della terra
è una carezza che invecchia la sera.
Suono sommesso in goccia lucente
tocco di musica in un fiocco di neve
canto di allocco bacio con lo schiocco
il frinire di un grillo sul finire del giorno
la danza del vento fra le fronde degli alberi
la danza del ventre tra le onde del mare
un soffio leggero alza lieve le foglie
soffre il pinguino il ghiaccio si scioglie
gorgheggi e trilli al mattino buongiorno
dolce il richiamo allodola ballerina
il canto beato di un raggio di sole
suona nell’aria un’ala di farfalla.
Tutte le bellezze
teneramente custodite
si palesano ai miei occhi.
Voglio intarsiarle
di spighe dorate
e, protendere le mani
per non farle svanire..
Se mai dovessero scemare
vorrei soccorrerle
per farle rigermogliare
nella felice stagione
che s’appresta a tornare.
di ogni giorno e di tutta la vita.
A te sempre disturbo ti dava
quando in casa la voce su alzava,
infatti tu gemevi
perchè calma tu volevi.
Tante coccole io ti ho dato
perché sempre io ti ho amato,
miao miao ogni volta tu facevi
perché solo carezze da me volevi.
Soltanto un ricordo ormai
per me tu sei diventata,
bellissima e dolcissima tu eri.
Il tuo ron ron mai più sentirò
cara mia gatta Gelsomina.
candidamente e delicatamente si posa.
Tutto riposa sotto la sua coltre bianca
anche la città, quasi come fosse stanca.
Nevica il cielo dalle sue nubi chiare,
di milioni di fiocchi, sembrano danzare.
Si addormenta la natura,
e dorme, lontana dall' estiva calura.
Stormiscono di un rosso intenso
le foglie al vento.
Fremono tremanti all'algido soffio,e lievi, lentamente cadono.
Un brusio sommesso
di un giallo caldo sospira
piano di ramo in ramo.
È inverno dicono,
mentre in un sibilo bianco, il vento le scompiglia piano.
È inverno, è inverno...
Muggisce il vento
E stringono le foglie i rami
in un rosso abbraccio
per non lasciarle andare.