C'era una nave e c'era un capitano,
diverse stelle per l'orientamento
c'era una brezza che aiutava il sogno,
luci lontane di coste salutate
ed una chiglia immersa nel futuro.
C'eran sirene distese sugli scogli,
miti, eroi e polene dai volti minacciosi
di giovani donne con i capelli d'oro,
che sorridenti laceravano le onde
per affrontare l'ultimo nemico
e proseguire poi lungo la rotta
compagno il vento, compagni i propri dei,
per la fortuna, per la buona sorte.
C'eran tempeste vissute con mestiere,
bonacce che fermavano la vita,
e funi e corde per imbrigliare il vento.
C'era pazienza, c'era tutto il tempo
per viaggiare verso un nuovo sogno,
verso la fine...là, dove il mare precipita,
all'inferno.
C'erano donne salutate in porto
che solo gli anni potevan riportare
e figli che aspettavano suo padre,
come si aspetta chi non si conosce.
C'erano sogni di ori e di ricchezze,
che la fatica poteva conquistare.
C'erano Dei degni di rispetto
e brande strette senza nessun tetto.
C'era un uomo in un grande mondo,
isole e mari sempre sconosciuti
e muscoli tesi, gonfiati dallo sforzo
per una guerra che si chiamava UOMO.
Ora le navi sono tutte in porto.
Ormeggiate fuori, lontane dal ricordo,
stanno marcendo insieme a tutto il resto,
il vento è fermo, come è fermo il tempo.
Le donne in porto non pensano al ritorno
Gli eroi di un tempo non trovano la rotta
e i figli sono arresi all'abbandono.
Nessuno tornerà da quei viaggi
e nuovi Dei, famelici e corrotti,
scopron gli artigli e lanciano ululati,
senza ritegno chiedono la guerra
tra ombre d'uomo senza intelligenza...
e un mondo nuovo che esige la saggezza.
Legato ad un filo
tra l'abisso
la vita
e l'ignavia,
libero nell'aria
i miei cupi pensieri....
li'
, in agguato
tu mi assali....
e mi torturi
..”lasciami in pace “penso...
..” belva immane “…
.ma tu pian piano
disarmi le mie volontà,
uccidi la ragione
e corrodi,corrodi .
corrodi…l'animo di un uomo già finito
in cerca di ogni appiglio alla vita,
costretto tra la gente
a recitar commedie gioiose
..un tipo simpatico e spassoso..
ma guarda, ..
è un finto sorriso da pagliaccio
sipario tra il vuoto e la vita.
mi guidi silenzioso in
grigi giornate ,
mi graffi l'anima
e dei brandelli
ne fai vita esangue .
Le tue labbra,
pugnali d’amore,
così agili nel ripetere
il mio nome,
si stringono alle mie
suggendo nettare
dal cuore
mentre i tuoi occhi,
celanti segreti pensieri
d’amore,
arditi voli di falco
in un cielo senza nubi,
socchiusi,
bevono i miei
in un turbine
di brividi che sale
attanagliandomi alla gola.
Uccidimi!
Pugnalami!
Morirei felice
avendo le tue labbra
sulle mie!
Venezia ammirata
ti attraversavo
guardandoti incantata
con i piccioni intorno
che beccavano briciole di pane
lasciate nei sorrisi stupefatti
per l’imponenza dei tuoi tesori
e della laguna che fa piangere
e innamorare
non appena la si guarda
nelle luci della sua lucentezza
misteriosa, ammaliante
dal fascino impeccabile
mosso dalla sua frenesia
e dall'essere al centro dell'attenzione
di artisti famosi
che non dimenticheranno
i regali più belli, di lei
signora innamorata
non so se esisti, non so come sei fatto
se sei reale come un luogo vero
una promessa, una percezione
o invece il frutto di una fantasia
che ogni tanto appare e poi svanisce.
Quello che so è che non trovo un nome,
un modo di chiamarti con la voce,
un indirizzo, una direzione.
Sulle mie carte tu non sei trascritto,
sei in assoluto senza posizione.
So che confini con infiniti luoghi
sui quali ho camminato...ed ho vissuto
So che confini con centomila volti,
poche vittorie, decine di sconfitte
con amicizie, con dimenticanze,
con la passione e con diversi amori.
So che confini con le mie esperienze
alcune vere, alcune solo scritte,
alcune prese in prestito alla vita,
altre rubate, come faccio spesso,
ai personaggi che mi porto dentro.
Sui tuoi confini ho scritto la mia vita,
quella reale...e quella di scrittore,
pagine e pagine che si son riempite
di sola vita, di mille sensazioni
tutte pagate, con il giusto costo
tutte pagate, comprese le illusioni.
Adesso voglio superare i tuoi confini
entrare dentro, conoscerti davvero.
Se assomigli alla mia campagna,
se sei di mare, se sei freddo o caldo,
se c'è il mio amore, se c'è la mia casa...
se sono lì le cose che ho raccolto
con la pazienza che non ho mai avuto.
Sarai protagonista di una storia
che con il tempo scriveremo insieme,
se ci sarà la carta necessaria,
se la mia penna avrà ancora voglia,
se conterrà... abbastanza inchiostro.
Dietro di essa
tutto fu solitudine.
Rimasi in silenzio
ascoltando i suoi passi
allontanarsi.
Sperai in un ultimo sguardo
dietro un vetro lapidale,
attesi in silenzio
immerso nel
freddo tombale
un suo respiro.
Attesi dal mio corpo
la separazione di colei
che mi diede vita.
Anima mia
non lasciarmi andare via
rimani a vegliare il mio corpo
che freddo assapora dalla sua pelle,
involucro senza vita.
Fammi sentire cosa vuol dire
amare.
Fammi ancora volare
oltre il confine
della mente.
Dove le speranze
rimangono in disparte
lasciando spazio
alla vita. 16/02/10
Questa poesia è stata scritta in una notte particolare quando ti senti sprofondare dal sonno e non sai se è sonno o è la tua anima che ti abbandona.
Diverse identità, tempi diversi,
angolazioni varie di una stessa vita.
Trasformazioni, strappi,
stop e ripartenze,
leggibili dai segni sulla pelle,
visibili nei passi intimoriti
che tempo addietro erano incoscienti.
Diverse identità vissute a caso
di molti me, di mille circostanze,
di episodi che sfuggono in un attimo,
di storie lunghe, di epoche diverse,
di Ere intere ormai dimenticate.
Poi ti racconti che è passato il tempo,
che è stato lui che ti ha cambiato,
che per te non c’è nessuna differenza,
sei ancora quello,
sei sempre quello che hai costruito.
Ma sai che tutto questo non è vero:
il tempo che è passato
in questi anni, ha fatto solamente
il suo mestiere.
Sei tu che hai scavato la tua pelle,
sei tu che a volte non ti riconosci,
sei tu che hai sempre amato trasformarti,
sei tu che ieri eri qualcos’altro
e vuoi domani almeno essere nuovo.
Sei tu che inventi sempre nuove storie
capaci di stupirti così tanto
da darti quel coraggio necessario
a vivere la vita come un sogno…
che si rinnova ogni nuovo giorno.
Sempre lo stesso,
sempre più diverso.
Siamo in pochi
a sapere
dove una foglia nasce,
dove spicca poi il volo
il pensiero.
E' un fossato la terra
che gira intorno dissanguata;
si affacciassero le rondini
vedrebbero semi leggerissimi,
come frecce dalle torri,
nel chiaro di luna.
Noi non siamo tabule rase/abbiamo scritte decodificate/e l’ambiente che ci forma/ dovremmo evitare chi ci odia/ imparare ad amare/ molto difficile per un mondo ubriaco/.
Prendo il sole dal cielo azzurro
e lo metto al posto del tuo sincero sorriso,
che tanto scalda il mio cuor da fanciullo.
Talvolta mi innamoro, guardando il tuo viso.
Sempreverdi colline
sono i tuoi meravigliosi occhi amore,
come un lago calmo con fondale profondo
c'è dentro il nostro cammino di vita....un mondo.
Il grano maturo d'estate
sono i tuoi capelli splendenti
ove riposa il vento impetuoso
e il loro profumo emana ricordi ardenti.
Il tuo corpo etereo, per desiderio nato
è la via lattea, ammirabile e infinita
creato nel divino amore e nel peccato
vorrei amarti adesso, la notte non è finita.
Ecco,adesso ti ho dipinta, con mille luce e colori
e un penello a forma di cuore, sei venuta dalla mia fantasia
non ti rinchiudo però in un quadro di banali spettatori
sei nata dal desiderio mio....li rimani mia dolce poesia.
Così se ne vanno
anche i rami dei rubini
e oggi non succederà niente,
la pianura sale dai fossi
col fumo della terra
in un unico fiore dilagante
senza colore.
Triste musetto d'un capriolo,
ti immagino brucare le foglie marcite,
come ci si accontenta a volte
anche solo del freddo che arriva.
(2011)
Vola, parola, vola,
va da Lui,
accarezzalo
dolcemente
e sussurragli
piano
che io l’amo!
Il suo abbandono
provoca
un dolore
così atroce,
così devastante
da annientare
le mie forze,
da uccidere
ogni respiro.
Vola, parola, vola
digli di tornare
da chi
senza di Lui
non vive più!
Occhi brillano
di luce vera.
E' solo una donna
ma sa amare e
ascoltare
il suon delle parole.
E' solo una donna
ma apre il suo cuore
ti fa entrare
nel suo mondo
e non vorresti
più uscire.
E' una donna
sembra fatata
ti fa volare
camminare tra le nuvole
ti rende felice
e il tuo viso
splende di luce vera.
E' solo luce di donna!
Chiuso nel mio dolore che porta via i ricordi piu' belli,
cammino avanti e indietro, come un animale in gabbia di pietre.
Strade sempre più grigie, tante case, palazzi, cancelli
pieni di anime grigie.
Fuori volano grigi uccelli.
Alzo la testa cercando il sole.... grigio pastello.
I fiori che nascono hanno color cenerino , e nel vederli sorrido.
Mi aspetta il mio gattino, grigio perla, è il gatto più bello...
che strana paura incombe e la paura è grigia, soffoco un grido.
In questo grido c'è l'eco di un pensiero...e tanto stupore.
Tutto..e'cosi....uguale...
Ma il grigio... mi chiedo, è un colore?
Strane sensazioni, di qualcosa che persi
cerco con gli occhi, ma è un mondo sempre più freddo e stretto
sensazioni di un passato...lontano, di colori diversi.
Cerco nel mio cuore la risposta...ma è un cuore di ferro ....e grigio
quello che batte nel petto.






