Cosa mai avrà in mente,
Il suo seno si comprime su di te,
Che sul divano eri a sorseggiare un the'.
I suoi occhi sembrano posseduti,
I pensieri allor si fanno arguti,
Le sue mani hanno presa la bassa via,
Comincia ora la vera poesia.
Il movimento è lento e sapiente,
A tratti meticoloso e intelligente,
Poi i suoi occhi non si vedono più,
La sua cute osservi far su e giù.
Al divano ormai sembri incollato,
Lei avverte che sei quasi arrivato,
Improvvisamente si cambiano le pose,
Da una lacrima sul viso capisci tante cose. (Cit .. Bobby Solo)
Recentissima rielaborazione di un testo scritto a 17 anni. Seguito ideale di “Zingara musa randagia” pubblicato il 13.11.24.
Purezza e redenzione in povertà
d’ogni orpello di questo falso mondo
in cui mi sento ancora alienità
vorrei trovar nel ventre tuo profondo,
d’amor pagano zingara battista,
immergermi vorrei nei tuoi umori
per farti dei miei demoni esorcista
e farmi allestir scena a nuovi amori,
dal peccato catartica salvezza
–peccato è non aver ancor peccato–,
che vivo con frustrante timidezza,
stesso copione sempre recitato,
mutevole secondo le stagioni
secondo i nuovi volti conosciuti
promesse d’amorose trasgressioni,
desideri inseguiti ed incompiuti,
ogni volta una fata inconcludente
dalla bacchetta magica stregata
che trasforma in un sogno evanescente
la zingara che cerco in quella fata.
sento i tuoi sensi arresi al mio possesso
che accolgo consonante nell’amplesso,
tra fantasmi dall’anima riemersi
che allontanar vorrei del tuo vissuto,
ch’esorcizzo con goffi tentativi
di sottrarre i miei lemuri lascivi
alla passion di te in cui son caduto,
quell’eros combustibile segreto
ch’arder mi fa e mi tiene prigioniero
che m’avvolge in un’aura di mistero
l’amar o il non amar d’un cotto Amleto,
qual demone maldestro in cupa ebbrezza
che ti vorrebbe l’anima afferrare
ma annaspando la può solo sfiorare
con una vaga timida carezza.
brama d’aver conoscenza carnale
di donna amata, mio spirto animale
che un’anima ricerca e si corrode
non potendo in suo volto contemplare
quell’idolo enigmatico ch’è Psiche,
che vo sfiorando in fantasie impudiche
sirene che mi fanno naufragare,
ché insidie sono i nostri conversari,
gli ingannevoli racconti dell’Io
ch’eludono, tra menzogna ed oblio,
del vissuto gli autentici scenari.
Nel mito Psiche t’amò fiduciosa
accettando di non veder tuo volto
per voler superiore, gretto e stolto,
finché le fu fatal l’esser curiosa.
Ma il mio mito è l’opposto del narrato:
a te fu il volto di Psiche precluso
e del sol corpo il mistero dischiuso,
sicché amavi restando inappagato
finché tu non vedesti sue sembianze
nella notte accendendo una lanterna,
così ti condannasti a noia eterna
ché Psiche avea finito le sue danze.
Anch’io pria che il rovello mi distrugga
vorrei vedere nella notte oscura,
quel volto che m’attira e mi spaura,
ma pur volendolo spero mi sfugga.
Come un ratto
Scappo dalla città
Notturna come la pelle
Di un ivoriana in uno strip club
Neon in templi di peccato
Lei è il mio corpo del reato
Stipato nei miei sensi di colpa
Battezzato ma non cristiano
Sento ancora la voce di donna
50 euro mezz'ora
Un amplesso con sopra la madonna
Un quadro,della situazione
Una pessima notizia nella mia nazione
Narra la TV, Barbara D'Urso, mentre lei caccia un urlo.
Io sull'orlo della depressione
Questo locale sembra una pensione
Di terz'ordine
Lei mi indica i vestiti
Come fosse un ordine.
Ordino i capelli
Sento il suo profumo che permea i miei vestiti.
Destini incrociati,un lampo di vita,lei sfinita.
Esco dal locale,mi guardo in giro.
Faccio un tiro,rimembro il suo corpo,il mio membro,nel complesso andò bene l'amplesso.
Rosso come fuoco, che arde e brucia
è il colore dell'eros, simbolo di passione innata.
Rosso come il vino, che inebria i sensi, come il sangue, che scorre nelle vene.
Rosso come la rosa, che è simbolo d'amore e piacere, di gelosia indomita.
I suoi petali vellutati, sono carezzevoli, ma le sue spine, pungono inesorabili.
Rosso come labbra, carnose e seducenti, pronte a catturare in un bacio appassionato profondo,da lasciare senza fiato.
Rosso come l'orgoglio, l'eccitazione, il desiderio.
Essi infiammano il cuore, ed annebbiano la mente.
Rosso come l'energia che è dentro di noi, quando l'eros trionfa, in un'esplosione di puro piacere.
Rosso il turbinio di emozioni,
che ci travolge nell'estasi, il segno indelebile del godimento,
che ci marca, ci possiede, ci consuma.
Rosso come la passione, senza inibizioni, fiamma che divampa e mai si spegne.
Rosso come l'urgenza ad unirsi, di due corpi, quando il desiderio, diventa un incendio fatale.
Giusy leotta e Massimo R.
31/05/2024
Di quella donna
Gli piaceva il profumo
Gli occhi
La bocca
I gesti che scaturivano dalle sue parole
Ma soprattutto il carattere
Intenso e torbido
Come una notte senza stelle
Era attratto da lei
Come da nessun'altra
Ma aveva paura
Di provare quel desiderio
Che lambiva il suo ventre
Risalendo le cosce
Fino alla sommità del cuore
Conquistando la mente
Ogni volta che la sfiorava
Con quel suo sguardo
Da perenne emarginato
Si sentiva ubriaco delle sensazioni
Che desiderava profondamente
Anelava quel piacere
Che fonde la dolcezza con il dolore
Blandendo sentimenti
Con autorità e determinazione
Voleva amarla
Chiedendole il precipizio dell'anima
La fragilità della pelle
Voleva essere dominato
Dal suo essere
Perseguire i suoi sogni
E sentire le sue labbra
Sigillare un’intima realtà
E quando lei afferrò al volo
Le sue pretese
Gli chiese di baciarle un piede.
La libertà seducente
Di un piccolo
Magico piede
Si erge
Nella penombra
Protendendosi
Verso la luce
Di una madida speranza
Il desiderio assale
Voluttuosamente
Le caduche
Sfumature del cuore
Screziando con ardore
I sogni
Di un folle impenitente
Che contrappone
Sospiri e insicurezze
Alla passione
Morbida e oscura
Che giace nella tentazione
Di una donna.
Con le gambe all’insù
E i piccoli piedi
Baciati dal sole
Rimango senza parole
Inerme di fronte
Alle sfumature del cuore
Tra le tue dita
Si infrange la libertà
Della mia mente
Mi parli di libri
Mentre osservo l’orlo
Delle tue calze autoreggenti
Dannata passione
Mi fa naufragare
Tra le onde dell’emozione
Una sola posa non basta
Ne cerchi sempre una diversa
Non capisco più niente
La mia voglia si perde
Nella dolce brezza
Di un amore infinito.
E la pioggia, la pioggia laverà i tuoi istinti e i miei...cavallo selvaggio, galoppa dentro di me, perché stupida è questa voglia di te, ma potente come il ferro e il tuono.
Ascolto musica ribelle, per esempio John Lennon, che trovo irresistibile...
Faccio e rifaccio venti volte solitari a carte, sapendo bene che i solitari siamo noi, due sciamani dispersi nel buio, due innocenti fanciulli saggi e selvaggi.
Riempimi il sesso e il cuore col tuo buio potente, col tuo sesso che sa di mogano e pietra lavica, con le tue risate così piene di vita, dolcissimo amico mio.
con la musica in cuore
in tutte le membra
a coprir quel divino furore
nella perduta selva...
Io, pallido languore
tu, furioso satiro
ambra e miele , le tue poderose cosce
tutto il divino dimenar di anche
si confonde in un amplesso di panna e caffè
io non so più chi sono
i tuoi occhi smisurati eppur confusi
emanano un pallido chiarore
mentre fumi un narghilè.
dove crescono i fiori
e muore il desiderio
il dolore è la luna
e l'amore è adulterio.
In quella fetta di cielo
dove il tempo è un uccello
le ali son roccia
zavorra di luce
scalfite dal vento.
In quella nicchia di cielo
dove tutto è ammissibile
tutto è possibile
tutto è inenarrabile
tutto si sviscera
e il dolore è unguento
confuso tra odore e umore.
In quella parte di cielo
dove dicono è Inferno
ci s'inginocchia alle stelle
e tutto è silenzio
parlano solo gli sguardi
e qualche lamento
parole sussurrate alla vita
nell'attimo dal sapore d'eterno.
dormienti statuari
giacciono mano nella mano
colti e incolti
nudo braccio
nuda schiena
nude labbra.
una freccia rossa di sole
scocca:
trafigge persiane sprovvedute.
trattengo il collo sui baci
e lego peneri ai polsi.
i fiati accordano
polmoni a mantice
e una vampa di calore
sale improvvisa, tutta.
la gola
mugola
e ingoja:
i tremori non sono febbrili.