Sono a un matrimonio
Il pizzo soave e malinconico
Di fiori e tamerici
Un muzzo di gente
Si schiudono reciproci in domande
Accanto a me ciancia mia cugina
"Perle ai porci" dice
Io condivido
Mi apparto in discussioni che apprezzo
Poi stanco mi apparto solo
Belli i due sposi, che sparan serenate
Non sono un savo, un pastore
Un profeta o che so io
Come poeta squattrinato
Ma ho un avviso
Tutto ciò che vedete
Il vestire, il blaterare vuoto
Di cucire le loro ferite
Sono putrido stagno
Una cosa ho da cantare, ragazzi, amici
All'esser solo sposo o sposa
Di vero amore eterno e senza vesti
Siate come la luna, scura in dì grigi
Ma eterna nel suo tornare luce
Che al mondo intorno a voi piace
Siate autentici, giovani per sempre
Siate mai nascosti da maschere di finta pace
Siate non solo amanti, ma amici
Sono stata bene ancor prima
che cullassi il mio primo vagito
protetta dal tuo amore.
Col tempo hai guidato i miei passi
insegnato le prime parole
e i valori della vita.
Ora sono adulta
tu non ci sei
ma so che mi sei accanto
lieve come una piuma
a sostenermi
come solo l'amore d'una madre
può fare
sconfiggendo l'oltre
adagiata nel mio cuore.
Oggi più che mai
è struggente il tuo ricordo.
E ti ritrovo nella memoria
d'un rassicurante sorriso,
una tavola apparecchiata
la famiglia riunita,
alla radio balli folcloristici,
piedini sotto la tavola
il ritmo assecondano
nella gioia d'un giorno di festa.
E ti ritrovo
nella musica del vento
in un bacio silenzioso
o parole sussurrate.
Nei momenti di sconforto
sento il profumo della tua presenza,
una lacrima celata
si cristallizza nel tuo ricordo
mamma.
Una manciata di sentimenti
hanno un ricordo di cose lontane .
Pensavo che lungo il cammino
diventassi un immagine sbiadita
pensavo che come gli alberi
a nuove foglie dimenticassi le radici
rifugiando la mia mente tra le nuvole .
Adesso che Aprile ha un sole tiepido
ricercherò le tue mani tra il rosmarino
mentre un pettirosso scandisce il suo verso e i rami
oscillano il rimbalzo .
Il ricordo non mi dà scampo
un groviglio di lacrime
mi attraversa .
Non cercarmi, non mi troverai più
Nei bagni pubblici delle città.
Non starò più ad aspettare il tuo ritorno.
Io me ne andrò da chi vuole solo il mio amore.
Non mi darai più quel veleno
Che distrugge la mia anima, il mio corpo
Non sarò più lo schiavo che tu volevi.
Non ti permetterò più che tu distruggi la mia volontà
Io volerò insieme ad altri come me
E atterreremo là, dove non c’è veleno
Smetterò di fingere e guarderò in faccia la realtà
Ma la paura è ancora forte in me.
Ti vincerò, ti distruggerò.
M’inchinerò solo a chi mi offre la sua mano.
In cambio le regalerò la mia realtà
Perché tu non fai sognare.
Il mio cassetto tornerò ad aprire
Perché me l’avevi chiuso per farti seguirti.
Mi hai promesso forza e fantasia.
Mi dicevi sarai grande se diventerai mio
ma tu non puoi amare, non l’hai mai saputo fare e a chi
Ti dava ascolto
Tu solo polvere gli davi.
Io vivrò, senza te, io vivrò.
Ho trovato il coraggio di scriverti.
La forza di andare, la voglia di vivere
La mia nuova polvere si chiama
Amore. Per iniettarla non serve la siringa
Basta il cuore
Questo mondo non è per le donne
Lo ami finché non dici basta.
Per le notti insonne.
Di bottiglie vuote, sul tuo orgoglio.
Senti solo il dolore dei sui bisogni.
La sua mano fredda e l’alito appassito.
Domani glielo dici, l’amore é finito.
Glielo hai urlato, come contro vento
ti è arrivato un pugno in faccia.
Adesso alzati e lavati la faccia.
Ti sei alza, ma il dolore che sentivi
Non nera sulla faccia.
Era dentro la tua pelle.
Ti sei sentita senza braccia.
Volevi urlare, prenderlo a calci.
Lo hai visto aprire una bottiglia.
Hai sentito ancora quel’alito appassito.
Ti a fatto ancora sua.
Anche se l’amore era finito
Un bel giorno a Paris
ho incontrato Dalì
con Picasso e Van gogh
tre tartine e un Pernod
C'era pure Matisse
che beveva un Pastis
con Monet e con Lautrec
...e due fettine di speck
Dipingevano quadri
ma gli affari erano magri
si tirava a campare
giusto un po' per mangiare
Si chiedevan smaniosi
... ma saremo famosi ?
e aspettavano col cuore
la Legione d'onore
chi è arrivato alla fama
... chi è rimasto alla fame
ma la vita è così
ora prende ora dà
... solo ai posteri un dì
la risposta darà
Notturno Astro
Sei ad ogni morir del giorno
lassù
e a me, teatrante
del librato scoglio,
s’allieta l’animo,
al figurar nella mente,
che tu venga
ad adottar i travagli miei. Rilega
codesta invocazione nella notte,
che tu, cinereo visino,
col nitore che ti ghinda
lo scenario trasli
e ad essa
magia tributi.
Mia intimità
a te evasa non v’è, ed è
alla letterale foggia
che il mio brusio rimetto: oh Luna,
tuo il sapere
che sol nei sogni
ho sentore d’esser in Patria.
sconosciuto,
simile ad una casa
nuova,
vuota,
auguri per una
quotidianità
più serena,
con meno
problemi,
paure.
Che si riesca
a trovare
un accordo
fra noi
per debellare
pandemia,
che si aiuti
la natura
a vivere armoniosa...
sul gradino più basso dell'androne,
la schiuma, la mamma
l'ape sa impacchettare i fischi del miele
così il mio spazio, il mio tempo
ricadrebbero a piombo.
Il taglietto fresco alla base dello zigomo
(a giudicare dalla smorfia)
condiziona il traffico dei pensieri,
non solo l'impugnatura del rasoio
nell'andirivieni,
le lancette del treno a penzoloni
o sono forbici?
Prendo un granchio, due
a furia di sbagliare altro che abbaglio,
un pizzico sull'alluce e cammino zoppo
verso l'acqua ossigenata in mare,
zattera esclusa,
a malapena sopporto la mascherina.
Dicevi? Sempre il solito qualunquista?
No, l'imbottigliamento prevede un deposito sul fondo,
ma ne parliamo domattina, con calma.
Cade una stella,
brilla la spiga nel grano.
Un’anima sale nel cielo.
Assenza dentro la mano.
Guardo meglio.
In alto, dietro
un ricciolo esile e circonflesso.
La mano non stringe
un vuoto, ma un tratto di cielo
di azzurro riflesso.
Quasi ogni giorno tradisco mia moglie con
l’aria… che ha tutta l’aria di avere
l’aria che mi manca, l’aria dalle montagne.
Che inizia come una carezza e finisce col fare
di me il fine del suo abbraccio.
In quella carezza mi accorgo di essere
nelle sue mani, di averla dentro il respiro.
Ogni volta che le mie mani
si negheranno una carezza, dentro il silenzio
scriverò i racconti più strani.
Un giorno le dirò delle montagne…saprò sfiorarla
come una carezza con le parole, i gesti quotidiani.