...E voglio ascoltare il silenzio,
adesso ha abbassato la voce.
lo scricchiolio delle parole si sentono
nel sottofondo del urlare dei sentimenti,
ma troppo' tardi, troppo veloce passa questo,
questo negar delle loro voci.

Il silenzio prova a rinascere come una coperta
che copre un attimo il gelar degli urli, le calma,
le scalda, ma a breve ritornano
finche' il loro mondo non sara' a pieno considerato
insieme ai soffocati sentimenti anche essi dal silenzio.
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Profilo Autore: Maddalena  

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Cedo i miei petali a chiunque
A ogni rosa che mi rivolge la parola
Che cosa sono diventato
Una brutta strada interrotta
Davvero sono così tante le scosse
Che hanno frantumato i miei sentimenti
Ora più che mai
Mi sento abbandonato alle ingiurie
Degli esseri poveri di spirito
Che con la loro ineffabile voglia di godere
Sulle speculazioni della vita
Stanno consumando quel che rimane
Di un infimo prato fiorito
Che cosa batte dentro il mio cuore
Il volgare sangue delle pietre
Quale oscura luce induce le mie mani
A compiere certe azioni per amore    
Vorrei tanto saperlo per evitare
Di scrutare il mio volto nel cielo
Non riesco a farmene una ragione
Nella vita in cui ora mi trovo
Vorrei tanto dimenticare il male
Di quelli che si proclamano esseri umani.
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Profilo Autore: Francesco Gallina*   Sostenitore del Club Poetico dal 09-05-2024

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Non più dovuto bensì ricercato,

con un occhio di riguardo cieco,

estinto nella fretta dei tempi,

evaporato tra le mani dell’uomo


la dignità dispersa in mille rivoli,

ingiurie scagliate nello spazio,

offese lanciate a perdifiato,

indifeso l’uomo senza fiato


nei campi il silenzio della notte

rispetta la luce della luna,

nelle tenebre il suono di una stella

rispetta un uomo che balbetta.

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Profilo Autore: Paolo Delladio*   Socio sostenitore del Club Poetico dal 12-05-2024

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Quest’è l’ultimo treno nella notte
ignari passeggeri a me d’attorno
qualcun sale, qualcuno fa ritorno
ognun di vita va per le sue rotte.

Li vedo in carne e ossa ma i lor volti
non lascian trasparire i lor pensieri,
gioie, dolor e i loro desideri,
e i silenzi diffidan pur gli ascolti.

Questi ultimi versi mentre viaggio
sto per postar sul sito mio virtuale
cercando consonanza spirituale
d’anima ignuda mia, del mio linguaggio,
ad ignoti avatar mando il messaggio
ma di chi mi sta attorno non mi cale.
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Profilo Autore: Sisifo Gioioso  

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La poësia, si dice, vien dal cuore.
E’ metafora in ver, vien dalla mente
ché il cuore, benché evochi l’amore,
è sol pompa che va ritmicamente.

La mente è psiche, fonte d’emozione,
e pur se dà dimora ai sentimenti,
non esclude un appello alla ragione
senza cui poësia vive di stenti.

Un dì fu scritto il “De rerum natura” (*)
poema didascalico latino,
quindi dico “non è l’uva matura” (**)
alle volpi che alzando un lor ditino

ritengano spocchioso il poëtare
su legittime ipotesi scientifiche
che crëazione voglian confutare
mediante descrizioni immaginifiche

tradotte in versi, ch’abbiano sfiorato
una questione antica quanto l’uomo,
punto crucial: Essente oppur Creato?
Un tema che richiederebbe un tomo

senza giunger poter a soluzione.
E della vita analogo mistero:
abiogenesi e quindi evoluzione
o tutto per divino magistero?

Di appassionare tutti non mi aspetto
né ch'esser possa “poetico” inteso
quel profondo sentir dell’intelletto
di fronte al grande enigma a noi sotteso.

(*) Tito Lucrezio Caro, primo secolo a.C., poeta e filosofo epicureo.
(**) La volpe e l’uva, celebre favola di Fedro “…vulpes… uvam appetebat...quam tangere non potuit, descendens ait: ”Nondum matura est, nolo acerbam sumere".

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Profilo Autore: Sisifo Gioioso  

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In navigazione tra docili bufale, 

inondato da ingannevoli fake,

al largo di un personal web

allargo la rete con un social net


la realtà sempre più distorta,

piattaforme dolci fette di torta,

post virali e simulazioni virtuali,

ali per volare ali per cadere


la guida sicura senza mani,

nel frigo la lista per la spesa,

spera l'uomo nell'intelligenza artificiale,

spira l'umano nell'artificiale intelligenza.

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Profilo Autore: Paolo Delladio*   Socio sostenitore del Club Poetico dal 12-05-2024

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Tre colpi forti 

il terzo più del primo

e fu un fatto transitorio

dove il mai è assente

e niente è infinito.

.

Da quale costellazione arrivo

o da quale pozzanghera fangosa

assumo la mia unica forma

ammesso che siano forme

queste elettriche fattezze

Mi piace

che non sia stato veloce
l’andare da allora a qui

fingendo una crescita

e un sollevarsi.

.
Il tornare non mi interessa

e non saprei come fare

a sistemare tutte le ombre

che coprono il sole

continuando a giudicarmi

al passato.

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Profilo Autore: Andrea Borselli  

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La montagna
disegna i confini
baciando il cielo
con la sua maestosità

Il mare
accoglie desideri sepolti
nei segreti
di chi è scappato

Il gabbiano
in cerca di orizzonti
traccia archi
di libertà infinita

L'uomo cammina
ma come aquila in volo
abbraccia la vita
con tutti i suoi colori
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Profilo Autore: Carmine Ianniello  

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Questo è il seguito di “Quell’Esser che sarà sempre mistero”, del 10.11.24


Se d’un Essere fu l’intelligenza
e ne vogliamo risalir le chine
cercando di evitare la demenza,
qual Essere fu all’ultimo confine

che progettò quel fuoco ch’è la vita?
Pensar che non-materia dia materia
mi pare sia l’ipotesi più ardita,
tal da apparir persino poco seria

come il pensare che un pensiero crei
un oggetto col solo desiderio
o lo possan crear eterei Dei
secondo imperscrutabile criterio.

S’io devo immaginare spirituale
un Esser che materia un dì creò
scorciatoia mi par più naturale
dir che materia tal sempre restò.

E se ammettiam l’eternità dell’Essere
senza fine e in ispecie senza inizio,
ecco allor che collimano le tessere
e la logica schiva il precipizio:

probabilità prossime allo zero
d’un evento casual, nell’infinito
diventeranno altissime davvero
sia pure in tempo e luogo indefinito,

purché vi sian adatte condizioni
di fisica di chimica e lor leggi
ove eterne infinite dimensioni
di plausibiltà sciolgon gli ormeggi.

Di quelle condizioni il raro frutto
ch’è vita in qualche quando in qualche dove
in qualche infinitesimo del Tutto
capiterà e la Terra è tra le prove.

Parmenide diè vero gran messaggio,
in un tempo che appar oggi lontano:
l’Essere è. In sé di sé retaggio,
cos’Esso sia è il solo vero arcano.

Nascita e morte creano un pregiudizio,
ma se d’eterno illuderci possiamo
difficile è pensare un senza-inizio.
Così a cercar l’inizio brancoliamo,

più facile pensar crëator Dio
di nostra immagin fatto a somiglianza
d’eterno a soddisfar nostro disio.
Difficile è pensar che la sostanza

che materia chiamiam, sempre sia stata.
Sed stat ipsa in stagioni siderali,
implosa esplosa espansa collassata
ove eventi improbabili e casuali,

ma con di libertà gradi infiniti,
diventan prima o poi necessità:
elementi a formar metaboliti,
procarioti a formar l’umanità.

Di dar vita fu intrinseco il progetto
dell’Esser dopo l’ultima esplosione.
Di vita l’Esser stesso è l’architetto,
solo questo a me dice la ragione.



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Profilo Autore: Sisifo Gioioso  

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Scampoli di colori la sera

evaporano tenui nella notte,

scampa nell’aria una nota

campane a festa nei campi


scampoli di tempo variopinti,

scampagnate in compagnia,

scompare la neve a fiocchi,

al sole non c’è via di scampo


un soffio di vento al tramonto

scompiglia i ricci sul castagno

a Scampia rondini in volo,

ultimi scampoli di libertà.

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Profilo Autore: Paolo Delladio*   Socio sostenitore del Club Poetico dal 12-05-2024

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A volte è solo un pensiero,

un umore, un freddo da dentro

un silenzio insistito che chiama

e mi vuole, mi sveglia di notte.

.

Come non piovesse da anni

sembra sempre una lacrima nuova

una goccia di troppo che insegue,

mi bagna dove non so ripararmi.

.

Non è mai soltanto pioggia

è vento intriso di sale e di ombre

la ripetizione di abitudini mai sconfitte

lungo una strada imboccata troppo presto.

.

Ho poca simpatia per la verità

ma forse tutta la mia fottuta intelligenza

può concludere che quando piove

il tempo aumenta il suo peso.

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Profilo Autore: Andrea Borselli  

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" Il viso della verita' nascosta" 

Fra ceneri nascoste di mille proposte
si assestano le crollate toste parole
non corrisposte.

Menzogne scontate da verita' annebbiate
festeggiano allegre, sorridendo per ore,
pensano  che tanto la verita' morira' 
senza nessuna credibilita' anche dal suo stesso maestro creatore.
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Profilo Autore: Maddalena  

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Cullato dallo sferragliare di un treno a vapore

osservo attento lo scorrere di scenari naturali

colori di paesaggi di passaggio

avvolto in un ciuffo di emozioni

il ciuf ciuf mi riporta l'armonia

panta rei

travolto da onde impetuose

imprigionato in una rete evanescente

circondato da un infinito divenire

sempre uguale e sempre diverso

il tempo scorre e il tempo corre

panta rei

sempre connesso a un illusione

on line immagini possibili

un futuro in perenne divenire

da crisalide a farfalla

volo leggero in un cielo infinito.

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Profilo Autore: Paolo Delladio*   Socio sostenitore del Club Poetico dal 12-05-2024

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Dove il gelo dimora 
si innalza un albero 

Le sue fronde 
abbracciano il cielo
sui rami
telati d'argento 
ogni luce tremola
scintille di stelle
in un respiro magico
colmo di prodigio

Si narra
che le notti di Natale
si stringono
attorno a questo albero
i sogni di bimbi
come frutti maturi
e l'amore come linfa 
scorre dentro alle radici
in un manto di rispetto

L'albero di Natale 
sereno e fatato
l'albero immortale 
simbolo eterno
un faro di speranza
in un eco infinito
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Profilo Autore: Carmine Ianniello  

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Sperando di non far scappare tutti, metto a dura prova il lettore con un tema bio-filosofico complesso (dodecasillabi ABBACC). Seguono spiegazioni

A caso un istante, zigote compiuto,
dell’io in potenza universo infinito.
Se un attimo prima o un dopo indefinito
fosse all’ovocita altr’incontro accaduto
tra i cento milion possibili in egresso
di spermatozoi di quello stesso amplesso,

un gemello spurio mio sarebbe nato,
maschio o femmina, ma non quell’io stesso
che un po’ diverso ma ancora in mio possesso
in universo ancor mio sento calato.
Sarebbe altro io con altro firmamento,
perché d’altra identità il concepimento.

Altr’uomo o donna sarebbe dall’attuale,
né dire si può che “io” sarei un altro,
perché qui al posto mio sarebbe talaltro.
Non c’è un animuccia soprannaturale
in attesa d’incarnarsi in nuova vita,
nostr’anima non era in ciel custodita.

L’anima è soltanto psichica funzione,
neurobiochimica o biofisica in dote
già in quella cellula diploide zigote,
totipotente del soma produzione
grazie a un codice che ha nome dienneà (*)
garanzia di personale identità.

Codice irripetibile, generante,
dal quale l’individuo prende l’avvio
e molto dopo vien coscienza d’un Io,
che col mondo rëagisce autoplasmante.
Che altro avrei “Io” fatto, fossi nato
altr’uomo altra donna, altrove, nel passato?

Sono ipotesi amene, scherzo balzano,
che però esprimono caparbia illusione
che il nostro io potesse aver altra opzione,
che quest’io ci fosse già e di sé sovrano,
ma non c’è io che fuor dal caso sia nato
genotipo in fenotipo trasformato.

Ed eccoci fenomeni contingenti
che abbiamo sorte finale definita
consegnati ai sortilegi della vita,
incontri, relazioni ed accadimenti
dopo aver tanti altrui destini incrociato
ciascuno a sua volta dal caso segnato.

Solo il codice è progetto e pur destino,
spesso poi smentito dalle contingenze
di miserabili o grandiose occorrenze,
ché val più il caso che un feticcio divino,
ché un fremito d’ali può mutar la sorte,
salvare una vita o comminar la morte.

Del tanto che sarà l’umana vicenda
sarà quasi tutto nell’oblio disperso
poco il tracciabile ma tanto il sommerso,
pochissimi saranno storia o leggenda,
tutti comunque tessuto connettivo
di un’umanità come organismo vivo.

(*) lettura trisillaba di DNA (DeoxyriboNucleic Acid)

Per facilitare la comprensione inserisco un’annotazione di genetica (e, non essendo un genetista, chiedo venia se dovessi aver sbagliato qualcosa o essere risultato poco chiaro).
Un’eiaculazione normospermica contiene da 20 a 200 milioni di spermatozoi, semplifichiamo in 100 milioni, ciascuno dei quali con un proprio corredo genetico aploide (una sola copia di ciascun cromosoma, tra cui X o Y del cromosoma 23, determinante il genere femminile. o maschile del nascituro). Un solo spermatozoo dei 100 milioni feconderà un solo ovocita, pure aploide, cromosoma 23 sempre X, formando così uno zigote diploide (ovocita fecondato).
Due ipotetici zigoti formatisi dalla fecondazione dello stesso ipotetico ovocita da parte di due spermatozoi dello stesso padre, avrebbero in comune il 75% del loro DNA (più che tra due gemelli eterozigoti, meno che tra due gemelli monozigoti). Quanto basta per dire che, se “quella volta” (nostro concepimento) a fecondare l’ovocita di nostra madre fosse stato un altro qualsiasi spermatozoo di nostro padre, si sarebbe sviluppata un’identità genetica simile ma diversa dalla nostra attuale, quindi un’altra persona, col 50% di probabilità ch’essa fosse di genere diverso dal nostro).
Tutto questo sembra ovvio e naturale, ma la casualità della nostra identità (casualità intrinseca alla fecondazione, ma dipendente anche da tutto ciò che l'ha circostanziata) ha per me, filosoficamente, un che di angosciante, desolante e di ineludibilmente materialistico. A meno che con si creda, atto legittimo ma puramente fideistico, all’esistenza di un’anima immateriale.
In tal caso mi (vi) chiedo dove, quando e come l’anima si collocherebbe, nello sviluppo embriogenetico. Faccio notare che il concetto di “anima” è estraneo alla tradizione giudaica e cristiana delle origini, che credeva nella resurrezione dei morti, come risulta tuttora nel Credo, testo fondativo definito dal concilio di Nicea (325 d.C.). Il concetto di anima risale a Platone, è stato poi sviluppato dal neoplatonismo, quindi adottato da Agostino d'Ippona (Sant’Agostino) nato ”solo” nel 354 d.C.. Anche l’anima è definita geneticamente? O sussiste a priori?
Qualcuno penserà che è come se disquisissi del sesso degli angeli (si fa per dire, qui il tema ha valenza scientifica), ma io intravedo una questione filosofica e religiosa d’importanza cruciale.



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Profilo Autore: Sisifo Gioioso  

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