Iniqua e sempre aperta è la partita,
anime in campo in tacita tenzone
su qual sarà il destino d’oltre vita,
se vita eterna avrà prosecuzione.
Ultimo scrissi un testo assai garbato,
ma critica fu aver osato dire
che l’ignaro credente sia beato,
perché non saprà come andrà a finire
e final risultato non vedrà,
neppur un fugacissimo Caronte
non già traghettator nell’aldilà
ma lator che di là non c’è orizzonte.
Qualcun mi tacciò d’esser tracotante
e pur un immorale sarei stato
perché gratificando il miscredente
a viver l’avrei spinto nel peccato.
Ma partita asimmetrica è davvero
che vincer mai potrà quel miscredente:
o saprà ch’è fallace il suo pensiero
o mai saprà d’aver correttamente
riflettuto sul nulla dopo morto,
mentre il credente mai sarà sconfitto:
o mai saprà d’aver avuto torto
o dalla vita eterna avrà profitto.
Io ch’appartengo a quei di prima squadra
motivi non avrei per far sarcasmo?
a urlar dalla tribuna quant’è ladra
la norma che ci nega l’entusiasmo
di saper che avevam ragione noi?
Non sol Caronte, un arbitro ci manca
per riportarci agli spogliatoi
e vittoria o sconfitta render franca.
Sol se vince una squadra il risultato
vien reso noto a tutti i giocatori,
saper se han vinto gli atëi? Vietato!
Tutti fottuti, vinti e vincitori.
che conduceva a una città di mare
s’appollaiò una sfinge a interrogare
cantando indovinello in melodia:
“Lavora d’ago verso mezzanotte
per aggiustare le mutande rotte”.
Non era Sfinge tal che divorasse
chiunque giusta risposta non dava
o che al cospetto di chi indovinava
per gran dispetto si suïcidasse,
la sfinge da allor, dai tempi di Edipo,
d’insidia e rischio più non fu archetìpo.
“Chi o che mai?” domandava ai viandanti
“Potete solver questo indovinello?
Fatelo tosto senza alcun rovello,
ch’io vi dirò cosa avrete davanti
da attender dalla vita in generale:
vivrete in grande o camperete male?”
Di là passarono quel giorno in tanti
servi guerrier religiosi e padroni,
a dir ori, coppe, spade, e bastoni,
niuno escluso a proferir tutti quanti
che soluzione era ‘rammendatrice’
o qualsivoglia sarta cucitrice.
“Improbabile”, disse Sfinge a tutti,
"ché pria di ‘mezzanotte’ ho detto ‘verso’,
in vostra soluzione il senso è perso
ché san tutti che per avere frutti
una sarta lavora con fervore
e che per lei son buone tutte l’ore”.
Poi passò un navigante andando al porto
e di fronte al quesito pensò tosto,
certo dal suo mestiere predisposto,
che dovea alle parole essere accorto
ché ‘mutande’ fungeva da aggettivo
mentre ‘rotte’ era il vero sostantivo.
Sicché rispose: “Sfinge Sfinge mia
non ho alcun dubbio, tu ‘bussola’ intendi
perché tener la rotta tu pretendi
quand’essa in alto mar mutata sia.
Verso nord, mezzanotte, d’ago il segno
al timoniere dà sicuro pegno”.
Ciascun ch’era di terra fu beffato
perché in ciascuno preser sopravvento,
inconscio nel pensiero annidamento,
le mutande con quel che v’è alloggiato,
mentr’uom di mare a flutti e venti avvezzo
sopravvivere vuol con ogni mezzo.
“Viandante della vita” asserì Sfinge
“non pensar sempre a quel che tieni sotto
e a quanto su quel tema ti fa ghiotto,
ma pensa a ciò che la vita dipinge,
notti stellate, luna, mari e monti,
offri alla vita tua grandi orizzonti!”.
animal dal magnifico organismo:
ad andar con due zampe abilitato,
nell’altre due aveva un meccanismo
adatto sia al pugnar che al far di fino
e in gola aver parea un pappagallino
ma con voce da tempesta a sereno.
Gli organi fieri dei propri attributi
“Il mondo conquistiamo in un baleno”
dissero guardandosi compiaciuti
“ma sempre dove a pugnar si convenga
ci vuole un capo che carisma tenga”.
“Capo son io” tosto disse il cervello
“non si discute o volete scherzare?
sono il più furbo, fors’anche il più bello,
nessuno senza me sa dove andare,
e poiché la mia sede è già nel capo,
cercarne un altro è vano rompi-capo”.
Sarebbero stati tutti d’accordo,
ma il cuor che avea di sé alto concetto
disse: “Son io il capo e non demordo,
in me vivono l’anima e l’affetto
e sempre pompo sangue a tutti voi,
senza di me cosa fareste poi?”
“Tu senza noi non andresti lontano.”
come mantici i polmoni sbuffando
dissero al cuore, “tutto il corpo umano
di ossigeno ha bisogno specie quando
sta pugnando e poi perché monarchia?
noi possiamo esser capi in diarchia”.
E i reni:”A diarchia ci candidiamo,
se uno è leso l’altro sopperisce;
galantorgani siamo e garantiamo
che con la nostra produzion di pisce
vi scompiscerete in amene risa
appena infin vittoria ci sia arrisa”.
Disse il fegato livido di bile:
“Per combattere ci vuole coraggio,
fegato appunto, ne occorre un barile
mentre voi ne avete solo un assaggio”.
E ossa e muscoli: “e senza noi che fare
quando s’ha da combattere o scappare?”
Nel chiasso gli altri organi e strutture
si rassegnarono a far volto ligio
già soppesando gerarchie future,
ove ognun poteva aver suo prestigio.
Ma sì non volle il buco del sedere:
“Tanta merda in guerra s’ha da vedere
io quindi sarò il vostro condottiero”.
Risero tutti “Che vuoi millantare
tu che sei solo un orificio nero?”
Lui allor rifiutò di lavorare
e si racchiuse in sé, cocciutamente,
per giorni e giorni e giorni indifferente
ch’intestin si gonfiasse a mongolfiera
rischiando di scoppiar, quindi inondare,
di cacca e puzze tossica bufera,
gli altri organi uniti nel negare
potere a chi non possedea carisma
ma era solo canaglia di vil risma.
Fu lunga la vertenza e l’esplosione
fu evitata d’un pel sicché vittoria
arrise al cul cui fu soddisfazione
sedersi su una sedia cacatoria.
Per fare il capo non si cerchi a zonzo
basta chi possa e voglia far lo stronzo.
Ho incontrato un armadillo
che vagava un poco brillo
con l'ombrello e i tacchi a spillo
dritto come un bel birillo!
E così ho fatto un trillo
al suo amico Joe Mandrillo
e li ho portati in un ostello
a mangiare questo e quello.
Son tornati belli sazi
che sembravan due topazi
poi, strafatti come zanza
si grattarono la panza.
Li ho portati in ospedale
tutti e due che stavan male;
gli hanno fatto una lavanda
… son finiti tutti in branda!
La morale di sto fatto
non la so e me ne sbatto
e a sto punto sai che fo
…ambarabaciccicoccò…
DISCENTE (compunto)
Professore, non è come Kantare, (1)
difficil è studiar filosofia
per la quale non ho Talete alcuno (2)
né mi protegge San Bonaventura. (3)
DOCENTE (spazientito)
Perbacco, per Bacone e Feuerbacco! (4,5)
tu proprio non sai altro dir ch’Hegello, (6)
mi verrebbe da mollarti un Platone. (7)
DISCENTE (insolente)
Sia platonico, dia solo un Plotino! (8)
Non sia severo, solo Severino, (9)
o addirittura un pochino Gentile, (10)
ché a me studiar non fa venir l’Erasmo, (11)
come a goder di donna il pelo Bruno. (12)
DOCENTE (deplorante)
Non vuoi studiar, tu sei solo una Croce (13)
un’allergia che mi dà un gran Proudhon (14)
e io sono davvero Jasperato, (15)
né con me tieni epistolar Cartesio (16)
quando al mar stai nel mese Agostino (17)
immemor dell’inverno e del suo Freud, (18)
di sol mutande e canottiera Adorno (19)
a corteggiar delle ragazze Locke, (20)
coi bikini ideati da gran Sartre (21)
a palpeggiar le lor fiorenti Popper, (22)
e loro titillar l’Eraclitoride (23)
senza rischiar di fecondar Lutero (24)
e facendo gioir il tuo Husserluolo (25)
dopo sballato esserti Colvino, (26)
o a coltivare in vacanza i tuoi Hobbes, (27)
e far tutte le sere Shoppinghauer, (28)
e svagarti sulle Montaigne Russell (29,30)
poi, qual beota che dormì e Rousseau, (31)
Boezio ignorasti pria d’assonnarti. (32)
ancora DOCENTE (sentenzioso)
Nella vita, nella tua testa Fichtati, (33)
non ci sono soltanto i Rosmini (34)
ma ci sono tante, tante Spinoza (35)
che tu devi affrontar con Humeiltà, (36)
ma studi come fossi un Buridano, (37)
ed altro Epitteto non mi sovviene, (38)
o un bimbo nell’aprir l’uovo Pascal (39)
o una sciocchina che gioca a far l’Occam (40)
e alla fine non puoi capir Nientizsche. (41)
DISCENTE (esasperato)
Ma Kierkecaazz afferma tutto questo? (42)
Dico in sillabe allor: chi Se-ne-ca-le? (44)
E pur dico a mia madre e a mia Sorel: (44)
nella vita a contar son sol gli Schelling! (45)
DOCENTE (ostinato)
Menefreghismo e tanto aver denaro
due Male-branche di male tenaglie (46)
per stritolare la classe operaia!
Studia Das Kapital! Avanti Marx! (47)
BIBLIOGRAFIA ESEGETICO-UMORISTICA per ordine di citazione (non indicato d.C. nelle date dopo Cristo, sempre indicati gli a.C.)
(1) Kantare (Immanuel Kant, 1724-1804) sta ovviamente per “cantare”.
(2) Talete (Talete, circa 640-548 a.C.) sta per “talento”.
(3) San Bonaventura (Bonaventura da Bagnoregio, 1221-1274) sta per “buona sorte”.
(4) Bacone (Francis Bacon, 1561-1626) assonanza con “perbacco”.
(5) Feuerbacco (Ludwig Feuerbach, 1804-1872), altra assonanza con Bacco e Bacone.
(6) Hegello (G.W. Friedrich Hegel, 1770-1831): ch’Hegello (“g” gutturale) starebbe per “che quello”.
(7) Platone (Platone, 428-347 a.C.) starebbe per manata di piatto, schiaffone.
(8) Plotino (Plotino, 203-270) starebbe per schiaffetto inoffensivo.
(9) Severino (Emanuele Severino, 1929-2020), spiegazione intrinseca.
(10) Gentile (Giovanni Gentile, 1875-1944) spiegazione intrinseca.
(11) Erasmo (Erasmo da Rotterdam, 1466-1536), sta per “orgasmo”.
(12) Bruno (Giordano Bruno, 1548-1600), spiegazione intrinseca.
(13) Croce (Benedetto Croce, 1866-1952) spiegazione intrinseca.
(14) Proudhon (Pierre-Joseph Proudhon, 1809-1865), sta per “prurito.
(15) Jasperato (Karl Jaspers, 1883-1969), sta per “esasperato”.
(16) Cartesio (Renato Cartesio, vers. iltal. di René Descartesm1596-1650), “epistolar Cartesio” sta per “carteggio epistolare”.
(17) Agostino (Sant’Agostino d’Ippona, 354-430) sta per “agostano”, mese di agosto.
(18) Freud (Sigmund Freud, 1856-1939) sta per “freddo” (dell’inverno).
(19) Adorno (Theodor W. Adorno, 1903-1969), spiegazione intrinseca.
(20) Locke (John Locke, 1632-1704) sta per “oche” (le ragazze).
(21) Sartre (Jean-Paul Sartre, 1905-1980), sta per “sarte”.
(22) Popper (Karl Popper, 1902-1994) sta per “poppe”, tette.
(23) Eraclitoride (Eraclito, 535-475 a.C.) nome parzialmente sovrapposto a clitoride (titillar).
(24) Lutero (Martin Lutero, 1483-1546), sta per “l’ùtero”.
(25) Husserluolo (Edmund Husserl, 1859-1938), sta per “usignuolo” (quello di Ricciardo, personaggio del Decameron).
(26) Colvino (Giovanni Calvino, 1509-1564) sta per “col vino”.
(27) Hobbes (Thomas Hobbes, 1588-1679), sta per “hobby”.
(28) Shoppinghauer (Arthur Schopenhauer, 1788- 1860) sta per “fare shopping”.
(29) Montaigne (Michel de Montaigne, 1533-1592), sta per “montagne” (russe).
(30) Russel (Bertrand Russel, 1872-1970), sta per “russe” (montagne).
(31) Rousseau (Jean-Jaques Rousseau, 1712-1778) pronuncia "russò", passato remoto di “russare”.
(32) Boezio (Severino Boezio, 475-524) aggiunto per assonanza col precedente “beota”.
(33) Fichtati (J. Gottlieb Fichte, 1762-1814) sta per “ficcati”.
(34) Rosmini (Antonio Rosmini, 1797-1855) evoca le “rose”, premessa alle successive spine.
(35) Spinoza (Baruch Spinoza, 1632-1677) sta appunto per “spine”.
(36) Humeiltà (David Hume, 1771-1776) sta per “umiltà”.
(37) Buridano (Giovanni Buridano, 1301-1358) sta per “burino”, cafone.
(38) Epitteto (Epitteto, 50-135), sta per “epiteto”, ingiuria.
(39) Pascal (Blaise Pascal, 1623-1662) sta “pasquale”.
(40) Occam (Guglielmo di Occam, 1287-1347) sta per “oca”.
(41) Nientizsche (Friedrich Nietzsche, 1844-1900) sta per “niente”, anche perché F.N. è filosofo nichilista.
(42) Kierkecaazz (SØren Kierkegaard, 1813-1855) sta per ”Chi è che cazzo”.
(43) Se-ne-ca-le (Lucio Anneo Seneca, 5 a.C.- 65), sta per “Se ne cale”, chi se ne importa.
(44) Sorel (Georges Sorel, 1847-1922) sta per “sorella”.
(45) Schelling (Friedrich Shelling, 1775-1854) sta per “scellini”, monete austriache che evocavano il denaro in tempi molto pre-Euro.
(46) Malebranche (Nicolas Malebranche, 1638-1715) sta per male (cattive) branche di male tenaglie.
(47) Marx (Karl Marx, 1818-1883), autore del Capitale (Das Kapital, coautore: F. Engels), sta per "march" (avanti march, in marcia!).
due vedovi
in odor di santità
sono venuti a bussare alla mia porta.
Sai tu dirmi che ci porta?
I poverini
li ho messi in fuga
avevo ben altro da fare
per esempio, ascoltare
in religioso silenzio
Morgan, ALTROVE.
Mi chiesero l'età, cosa avevo fatto
negli ultimi anni, qual era la mia
attuale occupazione...
Che rottura di scatole, 'sti due
per fortuna li ho liquidati!
Non si può dire che
non si rifaccian vivi
ma la favola di Pinocchio insegna
che il Gatto e la Volpe
sono sempre in attesa
che Pinocchio faccia
una mossa falsa.
dolce ed impareggiabile
che sembri un Angelo del Paradiso
forte ed ineguagliabile
deh, mostraci il cammino
per arrivar laddove
piede umano non suole
calpestar...
S'odono fanfare di grezzi Cherubini
malvestiti e financo crudeli
tu, gettali giù, in basso
affinché l'aspro sasso
inciampi loro il piè...
Angela, Angelo fra gli Angeli
a te dedico cotesta poesia
sei fra tutti il migliore
il Gran Divulgatore
dell'uman sapere!
Se poi la poesia neglesci
dalla mia vita esci
tu non fai per me!
Rivolgiti altrove
son vuote le tue parole
se di Pindaro e dei suoi voli
non sei entusiasta!
Vai! Gioca pure a canasta
con le impellicciate signore
che muoiono di languore
solo a vederti in tivì...
E come un novello Arbore dirai:
"Vengo dopo il Tiggì!"
sono andato su in Manciuria
con i guanti sulle mani e
un disco degli Intillimani
c'era un tizio, foto in man
di suo nonno Gengis Kan
mi ha mostrato il suo cavallo
ma che bello !
un vero sballo
son salito sulla groppa
poi un bel giro nella steppa
la mia foga è stata troppa
son caduto, ohi ohi, la peppa
sono andato in ospedale
con un polso messo male
la frattura del perone
ed un bozzo sul tallone
mi han dimesso dopo un mese
con un gesso e un po' di spese
era meglio, che cretino
... far sei giorni sul Cervino
scivulente, nu cursune
lu ciercu cu 'nsistenza
è 'na forza 'era natura
pè daveru 'na potenza.
Quannu dici l'aju perdutu
è la vota ch'illu vene,
piensu allura s'è acquetatu
un c'è pensieru chiù sbagliatu,
è n'attimu, è veloce, sbrinchie
e nun c'è corda c'allu core 'u'rringe.
Mò però un'aviti 'e malepensare,
e criditime vossignoria
chillu ca ve cuntu
è sulu l'amure pè la mugliere mia.
Tradotto:
Ora l'acchiappo, ma fugge via
scivola come un serpentello
lo cerco con insistenza
è una forza della natura
davvero una potenza.
Quando pensi di averlo perduto
è la volta buona che arriva
pensi allora che si sia calmato
non c'è però pensiero più sbagliato
è un attimo, è veloce, sguscia
e non c'è corda che lo possa legare al cuore.
Ma non vi fate strani pensieri
credetemi lor signori
ciò che vi racconto
è soltanto l'amore che nutro per mia moglie.
Sono uscito a far due pass
C'era in giro un gran fracass
camion, moto, auto a gas
Sono andato dentro un bar
tre tartine ed un Cynar
m'hanno chiesto anche il green pass
... basta!...avete rotto il cass!
Così preso dallo stress
mi son detto tra me stess:
vado a vivere a Paris
Moulin Rouge, Pernod, Pastis...
Ho bisogno di relax
niente rogne e Guttalax!
Con me stesso ho fatto pax
Ho spedito pure un fax
ad un certo signor Max
per due trombe, un corno e un sax
Ho deciso, apro un App
per cantare in stile rap
Ora vado che mi scap
cerco un cesso in Google map
Buona notte a tutti...e.. kiss
... salutatemi la miss...
un po' ricurvi simili ad un dito,
è una specialità di Casale Monferrato,
che in Piemonte è un comune molto popolato.
La loro forma a manubrio secondo qualche fedele,
è un omaggio ai baffi di re Vittorio Emanuele,
il nome invece è da attribuire ad alcuni soldati,
che nei pressi di Alessandria si erano accampati.
Sono senza lievito e senza conservanti,
e garantiscono privi anche di coloranti,
se poi troppi ne hai mangiati,
tranquillo perchè son senza grassi idrogenati.
Ora però non perder la pazienza,
evita di andare ad aprire la tua credenza,
questo è solo un momento di cultura,
ai frollini è sempre da preferire la verdura.
Ho sezionato un uovo ma non ho trovato nessun pelo
Ho tagliato la testa al toro e gli animalisti mi hanno denunciato
Ho comprato un etto di lardo ma non ho trovato nessun zampino di gatto e non ho visto nemmeno i topi che ballavano.
Mi fa male il cuore anche se l'occhio non vede
Mi hanno regalato un cavallo di nome Donato ed io gli ho guardato subito la bocca... era sdentato...
Non è vero che l'erba del vicino è sempre più verde... il mio vicino non la bagna mai !
Il mondo è fatto a scale ma a me non interessa... ho l'ascensore...
Can che abbaia non morde... ma è logico, come cacchio fa a mordere se sta abbaiando !
Altezza, mezza bellezza... così disse Brunetta..
Ho messo il dito tra moglie e marito... e me lo sono fratturato...
Chi la fa l'aspetti... purtroppo sono stitico...!
Soltanto per chi vuole far poesia:
vi servono tre etti e più di cuore;
un chilo di pura fantasia
che sgorga senza fare alcun rumore
trecento grammi dei vostri pensieri
che siano i più schietti e i più sinceri.
*
Poi serve pure un poco di ironia
anche tre gocce e mezza di cervello
condito con un po’ di nostalgia.
Poi tagliuzzate il tutto col coltello
mettete il tutto dentro un frullatore
e fatelo girare un paio d’ore.
*
Per sicurezza, prendere un setaccio
passate il tutto a eliminar le scorie
cioè, le cose fredde come il ghiaccio
e il filtro è pronto per le vostre storie.
Quindi, spargete il tutto ai quattro venti…
Ci siete riusciti?… COMPLIMENTI!
*
Dimenticavo: le materie prime
-certo non sempre proprio necessarie-
sono spesso la metrica e le rime
quanto le idee concrete o immaginarie.
Avete ormai raggiunto quella meta?
Beh, meritate il serto di POETA!
***