Rimasi immobile davanti allo specchio
quello sguardo icastico,
sembravo affondare in quella palude.
nel buio ecclissato delle mie notti,
in quelle notti sorelle giudaiche,
alcove ideali per vivere e morire
annichilita sopra le macerie delle speranze
che scricchiolavano sotto i miei tacchi.
Passo dopo passo verso miraggi in fondo ai corridoi della mente,
ed alle pareti ancora disegnata la sagoma di me sbiadita
mentre sgranavo perla dopo perla
il tempo che assecondava l'inezia dentro la follia.
Ovunque sei
non sei più qui.
Ovunque cammini
non cammini più qui.
Ovunque sorridi, piangi, urli, gioisci, parli
è certo, non è qui.
Allora cala il sipario dove le strade, da te attraversate, rimangono vuote.
Giunge da lontano l'eco della voce tua
va diradandosi nel tempo
sfila, quasi, in mezzo ad altre voci vaganti e noncuranti di ascoltarne l'eco.
Ovunque sei
è certo, non sei più qui
Musica suona e si diffonde nella notte
quasi miscelandosi con gli echi dei passi
Uomini che vagano ma non amano
che crescono ma non vivono
che guardano ma non vedono l'altro uomo che cerca la mano
E lì, in quell'angolo, dov'eri un tempo
solo un ombra
solo un profumo
solo un segno del tuo passaggio
perché ora, ovunque tu sei
è certo, non sei più qui!
Ricordati di me.
Ricordati di un vento
che all'improvviso
soffiò vicino a te
portandoti un delicato
... profumo di mille rose.
Ricordati di me.
Ricordati degli occhi miei
che nulla specchiavano
se non il tuo viso.
Ricordati di me.
Ricordati delle mie labbra
che sussurravano il tuo nome
amore...
e che solo tu sai
baciare.
Ricordati di noi.
Non scordarti mai
che siamo stati
miracolati.
Cos'è, se non un miracolo
questo fuoco
che sentiamo dentro....
un fuoco
che non può essere ormai spento
neanche..... con le lacrime.
Grande felicità che mi stai accanto,
disponi il tuo bel manto
in ogni luogo aperto o circoscritto,
e tutto quel che dici era qui scritto:
tra i petali di un fiore,
tra le rive del mio incantato lago,
che trasuda di un nuovo suo candore.
Eppure, come ricercar un ago
In un pagliaio fu per me trovarti!
Nella notte più lunga
c'è un uomo che piange,
tra il sudore e la nebbia
con il fuoco e l'argilla.
L'odore di morte
si confonde nel campo.
Nella notte più lunga
l'uomo disse Dio mio!
Se davvero ci sei
manda via questo odore
che confonde i pensieri
di un uomo ormai morto.
Freddo pungente
vento che urla
la notte più lunga
dove l'ultima luna
accarezza quel viso.
Sorridi soldato
domani....
Sarai in paradiso.
Sofferente ti aggiri
nella stanza vuota
in cerca di emozione
che penetri il cuore.
Disperata insegui
un sogno
da portare con te
nei giorni colmi
di malinconia
ma se per un attimo
chiudi gli occhi
il tuo sogno è lì
pronto a coccolare
le tue notti.
Allora
accarezza con mano
la dolce verità e
non riempire la testa
con parole che poi
volteggiano nell'aria.
Sopra ogni cosa posi i tuoi occhi,
grigia signora…
Appanni il vetro dello specchio
e impedisci ai miei sguardi
di rimirare il tuo viso.
E’ bianco il tuo respiro,
di fuoco il tuo desiderarmi
e bruciano nel cuore
le tue parole.
Sapessi vedere oltre il buio:
aprirei una fessura
nel mare
e vi annegherei….
Non volano le ali
Imprigionate nei facili luoghi comuni
Eppure non son persi nei giorni bui, i pensieri
Son controllati da specchi su cui riflettono
Quasi come rimbalzo apparente
Inclini differenze
Non permesse alla gente schiava del pensiero altrui
Dove l’amore è solo apparente pudore.
Carezze che non son carezze agli occhi dell’amor pudico
Abbracci che non son più abbracci agli occhi bendati dell’amore a senso unico.
Uomo tu sei uomo che ama
Donna, tu sei donna che ama
Qual è la differenza se l’amore è uno?
disseta
e si disseta
nel vaso
concimato
curato
di soli cipressi
spinosi
rosicchiati
dall'edera
che copre
petali
appuntiti
appollaiati
nei rovi
incastonati nelle orecchie
di disarmoniche brame
ora libere di volare
nello stridere dei denti
addolciti
da un fiume di parole
e letture
coinvolgenti
che distolgono attenzioni
immaginando
Dedica