Una voce rimbomba
Il richiamo
Di una donna iraconda
Un infimo pensiero
Appeso al chiodo
Di un vano sentiero
Sorrisi e drammi
Nel tepore che attende
Un'altra primavera
La luce
Mi costringe al silenzio
Allontanandomi
Dalla speranza di un bacio.
tesse parole come pregiati fili d’oro, imprimendo il suo ingegno
sulle nivee pagine del tempo,
creando, con rinvigorente acume, trame che sfociano dalla mente, riflettendo l’essenza stessa dell’esistenza, in tutte le sue epoche, vissuta con sapidità di cuore!
Ogni frase è un soffio di vita
che accarezza l’anima,
nel brivido che avvolge e travolge. Ogni metafora è un battito universale del cuore, pregno di raffinata sensibilità, che attraversa
la fantasia nella realtà.
Ogni storia è fragranza d’emozione nei sospiri di lacrime e sorrisi,
nei quadrivi che originano
nuovi intriganti grovigli da districare.
Il suo naturale bernoccolo
è un inestimabile diadema che,
come una gemma rara,
brilla di luce propria!
Ad un autentico letterato,
alcuna importanza pone
sotto ai riflettori del giudizio altrui,
il frutto della sua passione,
spesso ruvidamente offuscato
da ispidi occhi incapaci
di vedere oltre la superficie,
incapaci di tuffarsi nella profondità delle sue percezioni!
Il suo forbito stile
è un universo inesplorato,
un cosmo di significati
che attende solo di essere scoperto!
Valorizzare uno scrittore
significa riconoscere la sacralità
del suo atto creativo e baldanzoso,
in tutte le sue sfumature,
un gesto che approda
nel coraggio che sfida il tempo
e le convenzioni,
portando armoniosamente
alla luce, dolci lodi,
ornate verità fiorite, da celebrare, cogliendo bellezze nascoste
da esaltare e sfoggiare
con blando orgoglio,
quella avvincente miscellanea
da onorare con propensione.
in silenzio al crepuscolo,
sotto gli occhi del tenero sole.
Sono flebile alito di tempo
che intona la mia nuda essenza,
tra i meandri dei miei anni.
Sono tenace speme
tra le mani di chi mi accoglie,
come ancora di salvezza.
Sono maledizione e benedizione
nell'attraversare i giorni della ressa,
guardandomi senza paura negli occhi.
Sono lacrime vissute
nei fondali delle sconfitte,
dopo manrovesci che fucilano.
Sono emozione che s'inebria
sul davanzale della vita,
nei respiri tra illusioni e realtà.
Sono dedalo nelle partite
più ardenti sul tavolo del fato,
mentre sudo l'agognata vittoria.
Sono scandalo su bocca di uomo
nella sua ceca prepotenza ignorante,
sfigurando labile la mia immagine.
Sono poema d'amore nella primavera
del cuore innamorato, nella veemenza
che toglie il fiato nelle corde dei baci.
Sono le quattro stagioni che temprano
i bagagli del mio vascello lungo la via,
nei quattro venti che mi creano.
Sono il tuo vestito che nasconde,
ciò che sotto le spoglie di uomo
non t'appartiene completamente.
Sono frammenti di mosaico
in continuo ricomporsi in inverno,
ed estate, autunno e primavera.
Sono madre per natura e latte per il suo pargolo, tra le braccia
della provvidenza per scelta.
Sono la geisha che ti ammalia
nell'arte della seduzione, tra perle
e piume nella seta che ti avvolge.
Sono e ancora io sono sempre
nelle mie infinite sfumature
anche quando non vuoi, perché,
sono un'anima che si rigenera
in generazioni e generazioni.
Chiamami, chiamami a squarciagola
e ti camminerò accanto,
saprò starti vicino, poiché,
il mio nome è Donna.
sulla fresca erba del mattin
colma di fulgente rugiada
confidato nei tuoi verdi occhi,
che brillano di speranza
quando son pieni
di dolci lacrime.
Innocente letto ove stendere
ogni viva emozione
accanto ai tuoi desideri,
integerrimo giardino
dal profumo di pulito
nel tenero dei tuoi primi anni
dove ogni malizia
non è ancora fiorita
intingendola di giallo e viola
quel prato con la mano dell’errore,
dove il rosso delle forti emozioni
stonano profondamente
col chiaro pastello dei tuoi
gentili sentimenti,
quando semplicemente
il tuo motivato sguardo
rivolto nell’azzurro del cielo
contempla tra le avvolgenti braccia
dell’amore di una mamma
che trasognante
non vede altro che
il suo futuro, quel futuro che
attraverso gli occhi di suo figlio,
dolce fanciullo ignaro
attende il suo domani
custodito sotto quel coltre d’amore
che mai il tempo avrà
braccio di baronia
per sgualcire il magico legame
di una madre con suo figlio,
quando ratificato col sigillo
di adorata predilezione.
di giorno, di sera.
Si nasce d'inverno,
a primavera.
Si nasce e vivendo
si spera...
di stare al mondo
una vita intera.
Senza pensare
a come va,
a come viene,
a come si vuole,
a come conviene.
Si nasce sperando
che un tempo mite
e incline
ci porti naturalmente
fino alla fine.
Come natura vuole,
come Dio comanda,
col passare del tempo
appassisce la pianta:
in autunno l'albero
si spoglia
e dall'albero
cade la foglia.
Esili e gracili fiori
appena nati,
vengono con violenza
recisi dai prati.
Uomini privi
di criterio e vili,
seminano panico
imbracciando fucili.
Non v'è più vita,
non v'è più buona sorte...
soltanto pietre,
fra le piante morte.
Desolate immagini
di terra bruciata,
erosa dal fuoco
e alla vita strappata.
Quando il sole s'alza
in cerca di nuovi nati
sbirciando dall'alto...
non trova né fiori, né prati,
ma solo terreni tristi,
arsi, bruciati
e tanti, troppi...
rami spezzati.
La foresta sterminata
di carnosi tronchi
Voci proclamano il loro io diverso
superiore
Diversi nei fiori, uguali nelle radici
da indecisi, sparsi, semi gettati
Più delle acque appoggiate sui mari
traspaiono ingannevoli intrecciate e garbate emozioni
Dal nascere, nel crescere, nell'essere
Incapace potenza
Nulla importanza
Finchè arrivar alla fine, non li redima
Ci vuole coraggio ad essere come noi.
Ad avere cassetti e bauli colmi di sogni, e come semi assiduamente annaffiarli per vederne germogli.
Ad indossare abiti neri, senza avere timore,perché la luce è già viva nel nostro cuore.
Sentiamo dentro, vibrare ogni colore,proprio come la musica per il compositore.
Ci vuole coraggio ad essere come noi,a credere di vivere una magia,anche quando tutto intorno a noi è in balia del caos.
Essere strani in un mondo di uguali,essere giusti in un mondo di mali.
Ci vuole coraggio ad essere come noi,per questo siamo qua.
Portatori di vita,amore,verità,ribellione.
La nostra Missione:
Donare bellezza all'umanità,riportando fraternità e ugualianza.
Suonano cimbali - dì
d’emozioni e di fuoco -
saltan cerbi un poco,
tra i saturnali d’amor.
Serena amata danzi
- le piogge mattutine
fan la tua forma fine
fan te fatta di fior.
Danzano le balene
nelle imo profondità
del bosco con gravità
con arte e messo candor.
Tu dell’inutil danza
vuoto e polvere intorno
la massa va nel forno
cerchi pace e favor...
del fato incerto,
nell'arena feroce della vita
s'erge un inopinato rivale,
dai plurimi volti
sotto scure ciocche
di assenza di luce,
un'ombra cupa dalle gemme nere
come occhi a scrutare l'impensabile,
mentre nel silenzio
tace con vigore il suo tormento!
Un tempo disperso
nell'incantesimo del suo vuoto
in continuo moto senza mai riposo,
lacrime di sabbia
nel deserto dell'esistenza
senza sole nel suo pudore!
Lotta contro il tempo,
sospeso tra l'inesplorata empatia
che originarsi poteva,
e senso di colpa
nei rovi dei suoi capricci
stretto nella morsa del rimpianto,
che lentamente soffocava!
Egli freme nell'abisso del suo essere,
percorre insonne il labirinto
oscuro dell'ignoto,
in cerca di gocce di pace,
e il cuore fragile palpita
nel dolore di fango,
nel vuoto interiore che neanche
il tempo può colmare!
Oh, come spettro errante
nell'eco dei suoi giorni,
tra le mura dell'impiego,
mi guarda come tempesta di fatica,
una mano sfumata
nell'etere del passato!
E io, io, non ho saputo
cogliere la sua parola muta
condita d'invidia per il mio operato,
non ho saputo comprendere
il suo grido soffocato
per i miei traguardi,
della sua rabbia per le mie capacità!
E ora nell'amaro
della mia stessa lotta
nel stargli a distanza,
il senso di colpa
si fa nodo inestricabile,
nell'ineluttabile cadenza
del tempo implacabile,
dove forse avrei
potuto stemperarne l'abisso,
sotto un'arcata sempreverde
e fiori freschi da respirare in armonia!
Ma nel farsi dei giorni
sfumava la lieta la speme,
e nell'inesausto susseguirsi
delle ore ballerine
il bianco mutava in grigio
e poi in nero,
come il mio sorriso!
Oh... Resta solo il rimorso
come spina nel petto,
per non aver saputo
comprendere per tempo
quel suo vuoto interiore
un greve malessere
a sprigionare stralci di complessità,
altro che complicità!
Possa il tempo
nel suo viaggio senza fine,
trovar meta di riposo
per quel inopinato rivale...
Ed essere indulgente con il mio errore,
ritrovar riscatto nel presente
che giustamente ammonisce
e presto compatisce,
nel cui cenno di compassione
e senso di colpa sottolinea,
allo svanire di questa lotta
senza vero confine.
fugaci, colorati, frizzanti baci
rubati all'innocenza incredula
sotto le fronde spoglie dal gelo
di una passata stagione,
subitanei scatti imprigionati
nel sottile tessuto dell’inafferrabile,
inquieto tempo,
che fugge come lampo
sordo ai sussurri d'amore
della tenera giovinezza.
Momenti che si liberarono magici
per esplodere dopo sguardi timidi
nel dichiararsi amore,
amore di giovani innamorati
arrossiti sul viale
dai respiri nascosti altrove...
Questi istanti, nella loro spontaneità, sono ancestrali ricordi
da portare in sé per sempre,
un’utopia che risiederà
nel profondo dell’anima,
immagini di esperienze vissute
nel rotocalco senza tempo
nel cuore sensibile della vita!
Attimi d'amore che nacquero
come proiettili profumati
a esaltare l'essenza
di quelle languide carezze
che scaldarono l'atmosfera!
E come fotografie vintage,
dalle immagini mai sbiadite,
scaldano senza mai cancellare
le complesse e oscure parole
che affliggono ancora oggi
quell'addio
in quel viaggio esplorativo
di quel flirt d'adolescenza
che colsero i nostri cuori!
Rimarranno come vestigi e fiorilegi
bagagli di esperienze,
decorazioni preziose
nel presente che audacemente avanza nel mare
della dolce malinconia e nostalgia.
E noi, come abili ricamatori, continueremo a tessere
istanti per cui vivere felici oggi
e istanti per cui soffrire per ieri
sul manto del destino
che sa avvolgerci anche con stupore
negli attimi incancellabili del tempo.
Se vedessi Madre è grande la luna stasera.
Splende lassù dove sei tu.
Vedessi come brillano le stelle
ad accender brillanti nell'immenso cielo.
Stasera le stelle son tue Madre e
tu, la più bella stella del firmamento.
Madre, stasera il vento
torna a sparpagliar ricordi
anche se il tempo l'ha sbiaditi.
Partisti da guerriera ed or
silenziosa nel pensier ritorni,
da quella bambina or matura.
Fragor di musica ad irrompere nell'aria e
prepotente a smorzar ogni suono
è carneval estivo, quattordici agosto,
ventiquattro anni, da chè partisti nella
direzione di Nostro Signore.
La musica nel cuor addentra con furore,
ed un pensier guizza come un
pesce nel mare.
Amor perduto e perso e quel
pensier son lacrime salate
a formar un corollario di perle lacrimose,
vorrei donartela madre.
Madre stasera la luna ci sorride!
14 Agosto 2019
vento freddo e cielo terso
cristallino che la vista
ai lontani orizzonti
leggera osserva
dentro di sé
la variegata forma
e la luna in cielo
che più dentro
lascia impressa
la sua orma.
Oh glicini
sambuco e passeri
che ivi state
non migrate lontano
amici, che è estate della vita
venite! Altri amici, ancora.
Non è un inverno bensì
un meriggio:
come di pascoli erbosi
'ove - ora è ancor tarda sera -
nel mio giaciglio
la penna riposa.
Sono partiti in tanti
e la solitudine attanaglia il mio cuore
Siete partiti in troppi e intorno ho solo il vuoto
Nessuno qui a trattenermi ancora
Nessuno qui a legarmi al mondo
Affido i miei giorni ai ricordi
Affido il mio tempo agli attimi
vivo di vita effimera
e resto in attesa .