Forate di luce, quel nero infinito!
Di speme insemprate, voi stelle lontane,
quei cuori smarriti distratti, impauriti.
Ma che ne sapete, voi, inutili soli,
del peso che schiaccia nel fango la faccia?
Ma cosa volete, voi, stupide stelle!
Col vostro silenzio, scottate la pelle
di chi, sulla terra, trattiene il respiro
e cerca nel cielo il segreto del volo.
Oh voi che ascoltate, leggere e giulive,
preghiere salate, perché mi guardate?
Silenti condanne sputate quaggiù,
ma intanto restate brillanti lassù.
A cosa servite, voi, false illusioni?
Ardeteli, i sogni nubivaghi e ciechi!
Di luce adornate, sembrate sincere,
ma stanchi son gli occhi, sui tetti, le sere.
Continuate a sfilare, eccentriche fiamme,
io volto lo sguardo: mi perdo nel sonno.
Sciocca vi ricopre la notte di sogni,
ma del dì la luce veloce s'appresta
a render silenti quei vostri bagliori.
Così, restan cuori in silenzi gelanti:
dal sole guidati, siam ombre vaganti.
C'è nell'aria una magia questa sera,
sembra vera. Sa di zucchero filato.
Senza fiato, levo gli occhi e guardo il cielo,
scuro velo trapuntato di diamanti.
Si deforma, prende spazio la distanza
nella stanza. Mentre gli occhi guardan muti
quei minuti. Sono solo vecchi sogni,
come ragni, sopra muri d'illusioni.
L'orologio ligio dice - Buonanotte!
Mille flotte di ricordi persi in mare
a naufragare, silenti e senza pace.
Mi dispiace.
È notte di prepotenti ricordi
usciti con fragore dalle quinte
di questo tempo avverso che non amo.
Accanto a me han l’aria disinvolta
di chi vuole distrarti dal presente
nel cuore di un’amata solitudine.
Rimuove l’acqua, il mio verde gozzo,
ed in assenza di un qualunque vento
si sposta al centro dove il cielo abbonda.
Guardar la luna è diletto immenso
e pur le stelle quasi io tocco.
Poi, l’onda innalza la sua cresta dura
e dentro sento del mar la gelosia.
Il saper non è sentire
So volare tra le rime
Le parole sono il vento
Per planare sopra il tempo
Cerco sguardi dell'amore
Elemosino sapore
Crude, mastico incertezze
Nuoto dentro alle carezze
Di improbabili promesse.
Niente fuori resta fermo
Scorre l'acqua nel suo letto
Quei castelli son di sabbia
Strade perse nella nebbia
Mi proteggo col cappotto
Bevo il ghiaccio del ricatto
Rido lacrime tra stelle
mentre l'anima ribelle
Trema e nega quelle scosse.
La guerra impasta gli uomini di cose.
Hanno sofferto nella carne
lo strazio dei tronchi divelti
dalla granata.
L'anima diventa triste e pesante
nelle rotaie del fango
della retrovia.
I cuori sussultano premuti
contro la terra scavata di fresco
nel fragore della rabbia metallica.
Abbarbicati alla terra
al macigno
alla vita
con le mani artigliate dei morti.
La mano amica
che nell'inferno ha teso
da bere in silenzio
è tutt'uno col ramo d'ombra
nell'ora di sosta.
Nel ricordo s'affacciano sempre
uomini taciturni
fra cose eloquenti
Dentro al viaggio nei dettagli,
nudi e spogli tra gli sguardi.
Son le ombre a fare luce.
Ci si sente ritrovati,
nel disperso sentimento.
Son le voci a metter pace.
Quella sua è mite e forte
sembra un faro nella notte:
avvolgente godimento.
Senza nomi e senza volti,
i pensieri son profumi:
inebriante cedimento.
Solo suoni dentro al cuore
come musica incompresa.
Resti ferma in un'attesa.
Non c'è niente da sapere
per chi vuol solo ascoltare.
Nuota dentro la sorpresa.