Uno sguardo alla luna, tra reminiscenze letterarie (Leopardi) e musicali (Mozart, Bellini)
“Che fai tu luna in ciel? dimmi che fai”
silenziosa che nella notte regni
e la luce di tante stelle spegni,
casta diva che sempre assisterai,
posando sovra i tetti e in mezzo agli orti
e sui balconi un pallido chiarore,
a sussurrati aneliti d’amore
voci di palpitanti cuori assorti,
ma pur a solitudini ed affanni
d’amori rinnegati ch’or fantasmi
son diventati di smarriti orgasmi,
di abbandoni, d’inconfessati inganni.
Quant’arrogante, tacita e lontana,
regina che ci guardi indifferente
in quell’eterno andar verso occidente,
tu che ritorni e vai, luna gitana.
“Che fai tu luna in ciel? dimmi che fai”
silenziosa che nella notte regni
e la luce di tante stelle spegni,
casta diva che sempre assisterai,
posando sovra i tetti e in mezzo agli orti
e sui balconi un pallido chiarore,
a sussurrati aneliti d’amore
voci di palpitanti cuori assorti,
ma pur a solitudini ed affanni
d’amori rinnegati ch’or fantasmi
son diventati di smarriti orgasmi,
di abbandoni, d’inconfessati inganni.
Quant’arrogante, tacita e lontana,
regina che ci guardi indifferente
in quell’eterno andar verso occidente,
tu che ritorni e vai, luna gitana.
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