Ricordo che mi soffermai ...
sul tuo volto ricoperto di rughe
i tuoi occhi così stanchi e saggi
eppure la vita vissuta appartiene alla morte
mentre l'odore di cucina trasuda dai vestiti
ascolto quello che dici
le parole ti riempiono il cuore
c'è così tanta saggezza
e allo stesso tempo così tanta tristezza
come se l'aver vissuto
avesse consumato l'anima e il cuore
è dunque questo invecchiare
è dunque questo sapere
è dunque questo soffrire
è dunque questo gioire
è dunque questo vivere
poi intravedo una indecifrabile serenità
e capisco che se alla fine della vita
si riesce a guardare se stessi e gli altri
con gli occhi della comprensione
si è riusciti ad imparare
la lezione più importante
perdonare vuol dire perdonarsi
comprendere vuol dire comprendersi
alla fine si arriva così...
consapevoli dell'amore.
Scivolo verso il buio
dei fondali marini
quando paura di vivere
mi assale
allontanando il mio io
da ciò che amo
Amore
tu mi prendi la mano
dolcemente mi riporti
a riva
avvolgi il corpo e l'anima
nella coperta calda
del tuo abbraccio
Baciandomi doni respiro
al mio cuore
le tue carezze cancellano
i solchi lasciati da lacrime
di ghiaccio
Legati da una catena
di rose
non esiste uno se non
esiste l'altro
Di bianco ti vesti
nelle tue infinite atmosfere, di suono d'arpe t'inebri
azzurro percorso
di luce in sentiero perso
templi di vita
trafficati da altari sacrificali
dee bendate
avvolgono il corpo
saggi scribi tessono parabole di vita
e, perdi l'incanto del tuo dolce suonare
dimenticando che sei melodia.
E di bianco ti vesti
vaghi nei boschi inebriando del profumo di fata, l'aria.
E di bianco ti vesti
e d'azzurro esplori
infiniti mondi non sacrificati agli altari
danzano le dee al suono della tua arpa
danzano e cantano
danzano e cantano
sublimi voci bianche volte al cielo
ovunque risuona l'eco di te, divina donna!
E’ nel cielo che mi appari,
musa di celate stelle!
Affondi nei miei occhi
il tuo viso, dolce ed altèro
e nell’acqua scorri
verso l’intimo mio.
Nell’aria disegno il tuo profilo,
fra le nuvole è candido il tuo viso.
Ti penso intensamente,
opale iridescente,
m’hai rubato il mattino.
E ti sento nel respiro della Terra,
ti vedo nel silenzio delle placide acque,
nella luce dell’aurora.
La neve ammanta le tue spalle,
come una veste di gigli,
regina di ghiaccio.
Nel tuo distaccato sorriso
disincanto i miei occhi.
Tace ancora una volta il cuore.
Fuoco: divampa!
mentre pensavo
a quel che sarà di te
dello sfumare di una vita
che se ne andrà
lontano da te
a sciogliere malumori
al canto dei grilli
e frotte di formiche
che camminavano
sulle sue dita
esistenza vissuta
nell'angolo dominato
dal serpente
un angelo in caduta
destinato a non ritrovarsi
neppure nel quieto sognar
Ti chiamo , amore, invano
come la campana di domenica
con la stessa illusione
con lo stesso invito
come a chiamare messa
dove inginocchiare il cuore
davanti a te in preghiera
supplicando amore
rimettendo a te il peccato
aprendo all'ostia la bocca
chinando il capo rispettoso
Ti chiamo, amore, invano
il buio è sceso ormai
inascoltata preghiera
il cuor mio gela tra urla
e pianti di fede punita
con mani giunte
occhi chiusi e capo chino
flebile sussurro l' Amen.
Dolore al cuore
tristezza e pianto
torna il ricordo
della donna più amata
il dolce sorriso
ascoltava curiosa.
Sguardo di madre
che mai più ritorna
quando disse figlio
per l'ultima volta
carezzando la mano
si addormentò per sempre
la donna più amata
madre paziente....
Dolore al cuore
un ricordo sbiadito
la foto ingiallita
logorata dal tempo.
Madre sorridi
chiudi gli occhi pian piano
un ultimo bacio
adesso riposa.
Sono angoscia
I riverberi caliginosi
A primavera
Nel sterile deserto
Segregato
Nella volontà folle
Tra dialoghi
Immutati
Immagini
Di muri depressi
Pagine sfiorite
Nella cenere bianca
Guaiscono
Estive venture
Tra i foschi assilli
Spogli di rumore
E germinare
Distante dalla gioia
Come un senile salice
Sotto la pioggia
- Allora perché… non vi è pioggia nel deserto. -
veloce come il vento
è l'ultima salita
dai che c'è la fai
Applaudito dalla gente
logorante la vittoria,
è gloria....
corre sempre
nella mente di chi lo amava
impavido guerriero
su due ruote.
Si spense una stella
quella sera
ci fu chi pianse tanto
qualcuno disse no!
non può esser vero
lui corre ancora
lassù... l'han visto pedalare
con la bandana
veloce come il vento.
Non ho niente ...
ho solo l'autunno nei miei occhi
miscuglio armonico di gialli e rossi
freddo ... tanto freddo nel cuore
se non fossi qui a tremare
potrei pensare alla fine del respiro
all'ascolto dei pensieri
ai ricordi da bambina
ma sono impietrita in questo muto inferno
dove cerco sollievo con pensieri felici
mi chiedo se questo è simile alla morte
ma poi capisco che è mancanza
vive nel dolore e termina nel pianto
care presenze da cancellare dalla mente
abbracci dimenticati e parole mai dette
se c'è un momento giusto per dimenticare
l'autunno forse lo è.
Vola leggera
come una farfalla
ballerina
sul palco
dei sogni
celesti
desiderati
dai provini
dentro pensieri
equidistanti dal tempo
con il sipario che si apre
annunciando le danze
nel riflesso
di un eterno specchio
romantica onda
d'artistico debutto
accolto calorosamente
dalla platea
che si cala nella scena
dell'incantesimo
di un volo
spensierato
ti rialzi
ma gli ostacoli ci sono sempre
ad aspettarti
subito
dietro una curva
con i fari
che accecano
e impediscono di vedere
pericoli di quel nero
severo
che ferma il respiro
facendo spaventare
come un gatto nero
che attraversa la strada
nella corsa affannosa
del suo incosciente disperato destino
del battito impazzito
chiuso fra le spire glaciali
immerse sul laccio
di un abbraccio
che il vivere ridà
Vivi come solo un frammento sa fare
come una piccola scheggia di universo
una ferita mai rimarginata incisa
in un'anima lasciata in agonia
che invano si tenta di far guarire
inseguendo una memoria per niente arresa
come una baionetta alla bocca del fucile
pronta a sventrare quei soldatini in fila
messi a guardia di un infinito dolore
alla fine della battaglia di una resa senza condizioni
sventolo la bandiera bianca della speranza
con lo sguardo rivolto ad un destino diverso
e il sollievo del trascorrere del tempo
che si abbandona all' addio di un sogno andato.