E venne sera
qualcuno disse
che fine ha fatto
quella ragazza carina
che ogni dì arrivava sorridente
E venne sera
qualcuno aspetta
lei non arriva...
Il vento urla
freddo che scoppia
io so dov'è
disse una voce
nell'ombra scura
della finestra
l'ho vista piangere
urlava forte
poi è sparita
sotto quel ponte
E venne sera
qualcuno spera
si cerca ancora
sotto quel ponte
della fanciulla...
Non c'è più nulla
solo un gran freddo
il fiume che corre
porta lontano quel grido di donna.
In silenzio davanti al miracolo della creazione
il cuore commosso si apre alla poesia
piange alla comprensione di un dolore
limato da una fede ridotta in brandelli
anestetizzata dall'indifferenza di uomini cinici
un mondo di anime elette che piangono con te
le lacrime del disincanto di un sogno spezzato
riuniti in un cerchio d'amore chiudono al centro
la speranza che ci sia un disegno finale
racchiuso nel destino di chi si ostina a credere
che non bisogna tradire chi si è e quello che si ama
per arrivare così alla fine dei giorni alla domanda finale
forti della scelta di una vita rivolta alla ricerca dell'amore.
Almeno spero ... perdutamente ...
picchia sempre più forte
la cerco...
Mezzanotte e lei non c'è
apro gli occhi
un'ombra...
E' un miraggio
non è lei
l'orologio batte l'una
interminabile notte
il mio pensiero è sempre lei
amore...
Le quattro...
Ancora son sveglio
non dormo
mi rigiro dentro il letto
amore ti penso
addormentata...accanto a me
sudata...soddisfatta
intanto batte l'ora
son le sei
si leva lentamente il sole
notte insonne...
passata a scrutare le ombre
un'alta notte senza senso.
Trovatella fosti per qualche dì,
allor che vagavi per la via insidiosa.
Ti scorsi, affamata e impaurita e così,
prima che troppo tardi fosse, t’adottai
e un fiocco rosa ti regalai.
Alla mia casa ti portai e senza meraviglia
diventasti per ognun parte della famiglia,
tant’è che fosti trattata al pari d’una figlia.
Piccola eri, in quel tempo e cresciuta sei or
che dopo sette anni, facendoci affezionar
rendi felici di noi i momenti, senza nulla domandar,
ma bramando soltanto di farti coccolar.
Celestiale fu l’entrata tua nella dimora,
ché i salti e l’effusion che ci doni ognor
provare fan l’orgoglio di gesto così grande
che anni fa compii, sottraendoti all’orror
d'un destin sì tragico e crudele,
offrendoti un giaciglio su cui dormir
un sano nutrir e un’amicizia sincera di cui gioir.Lasciati amare
nel folle viaggio
dell'amore
fatti scaldare
da dolci labbra
e chiedi
nel desiderio intenso
quello che
il tuo corpo vuole.
Presto asseconderà
le tue voglie
con l'amore
che danza forte
ti sentirai padrone
di questo viaggio
amerai all'infinito
e con il piacere
che si legge sul viso
le sussurrerrai
di rimanere dentro te.
prima d'andare
metterò a posto il cuore
parlando col pensiero
come pioggia battente
dirò cose mai dette
prima d'andare
chiuderò la porta a chiave
la getterò lontano
sembrerà al quanto strano
farò di storia vera
la mia...
Prima d'andare
prima che nasca il sole
prima che lei ritorni...
Se mi dici così sorrido e continuo
a versare pensieri nel fiume,
corone
ai tuoi capelli.
Se il mondo vive a fatica su una rupe,
se piove in continuazione dolore,
se il sole è diventato inutile.
Io lascio cadere un nuovo bracciale
tra i sonagli dei pesci.
(2012)
Accarezzo l'idea di te
che stringi in sogno
una felicità
nella luce del sole
mentre guardi
impalpabili farfalle
dai colori estivi
e ti accorgi di voler
ripercorrere il cammino
di infinito amore
strappato dai no
di chi non capiva
l'atroce destino
di una vita vuota
uccisa in silenzio
dall'incapacità
di sognare.
Come il mare in burrasca
dall’onde tormentato,
sale dentro me la rabbia
d’esser impotente
a cotanta violenza smisurata,
mi sveglio di soprassalto e m’accorgo
che dentro me non v’è nessuna certezza.
rattristato e incupito
preparo la mia coscienza
a giudizi senza freno,
reclamando vendetta verso chi
con mano infame uccide e spegne
le piccole fiammelle
ma la vendetta,
potrà mai lenire il forte dolore
dell’io smisurato che mi avvolge ?
ricordar soltanto mi rimane
e cercar nell’oblio
l’inutile conforto
che un cor pieno di rabbia
mai riuscirà a restituire il maltolto.
Ripenso spesso a quelle tue bandiere
rosse di vita, al sole sventolanti.
Profumate come profuma la tua gente
che prende l'aspro dell'aria dei tuoi luoghi,
degli animali, della frutta fresca,
del mondo del lavoro che si desta
in un'Italia lontana, troppi anni...
da troppi anni ormai dimenticata
oltre i confini dell'intelligenza.
Caro Pier Paolo,
vorrei poterti a volte raccontare...
darti in pasto ai miei figli come cibo,
un nutrimento alto, necessario
anche soltanto per apprezzarne il gusto.
Vorrei potergli dare una bandiera
o anche solo fargliela vedere,
offrire a loro il tuo stesso sogno
ed il tuo amore per il suo colore.
Le mie bandiere, più nuove di trent'anni,
le sento in mano, le vedo sventolare
adesso e qui, adesso come allora.
Le rosse bandiere di giovane operaio
di fabbriche occupate, degli odori
di quando in mille andavamo a mensa.
Sono le rosse bandiere dello studio
dell'università, del sessantotto
della mia libertà, dell'arroganza,
del primo sesso, della mia '600.
Io di campagna...
portavo in giro una bandiera rossa
per il Vietnam, Fidel, il grande Cile
e soprattutto per i miei vent'anni.
Contro Governi che ci han macchiato
contro Governi che ci han segnato.
Quelle bandiere a cui mi son legato
erano giovinezza, erano ansie
erano me, un noi, il mio futuro.
quel rosso di bandiere impolverate,
vantate con onore e consumate
contro le stragi, lungo un'esperienza
che troppo presto si è dimenticata.
L'ultima volta era un funerale
in una Roma tutta imbandierata,
portavo il mio saluto a un uomo onesto
lui Sardo, io di campagna
le tue “belle bandiere”
e tanta gente intorno.
Scritti così sembrano ricordi
ricordi di un nostalgico invecchiato,
Scritti così sembrano rimpianti
di un uomo che guarda indietro
rivolto sempre verso il suo passato.
Niente ricordi e nessun passato
solo il colore rosso preferito
solo il colore rosso rispettato.
Solo emozioni sul bene che ti voglio.
Solo emozioni per la tua lezione.