Lontana adolescenza che riaffiora,
fantasmi che mi aleggiano d’attorno
all’ora che al disio volge il mio giorno
or giunti a popolar questa dimora
con sembianze di amori non accolti,
di destini possibili e dissolti,
baci elusi e persin qualche carezza
ignavia d’un approccio rinnegato,
oppur d’altra ragazza innamorato
incapace di vincer timidezza
attendendo inespresse epifanie.
E poi fremiti d’ali, fantasie,
di farfalle, civette, capinere,
tra falchi, gufi e pur grilli parlanti,
educatori, preti ed insegnanti
e ignorar quali rotte mantenere
in quell’immenso piccolo mio mare
né saper dove andare a naufragare.
Poi venne quel periodo dei furori,
quegli anni formidabili davvero
ove ancor più fui fragile veliero
in rotte per cercar facili amori,
poi fu riflusso e fu imborghesimento
e le vele spiegai libere al vento.
Non ch’io non abbia consapevolezza
né sono ingrato a quello ch’ebbi in sorte
- sperando ancor lontana la mia morte -
ma sempre fui veliero in altrui brezza,
una scena in cui sempre ho recitato
di vita un testo non da me dettato
come navigator io fossi esperto,
con un volto che niuno mai mi ha visto
angelico talor, talor mefisto,
quel volto d’altra maschera coperto
con le quali ho quell’onde cavalcato
che il mar, non io, aveva sollevato.
fantasmi che mi aleggiano d’attorno
all’ora che al disio volge il mio giorno
or giunti a popolar questa dimora
con sembianze di amori non accolti,
di destini possibili e dissolti,
baci elusi e persin qualche carezza
ignavia d’un approccio rinnegato,
oppur d’altra ragazza innamorato
incapace di vincer timidezza
attendendo inespresse epifanie.
E poi fremiti d’ali, fantasie,
di farfalle, civette, capinere,
tra falchi, gufi e pur grilli parlanti,
educatori, preti ed insegnanti
e ignorar quali rotte mantenere
in quell’immenso piccolo mio mare
né saper dove andare a naufragare.
Poi venne quel periodo dei furori,
quegli anni formidabili davvero
ove ancor più fui fragile veliero
in rotte per cercar facili amori,
poi fu riflusso e fu imborghesimento
e le vele spiegai libere al vento.
Non ch’io non abbia consapevolezza
né sono ingrato a quello ch’ebbi in sorte
- sperando ancor lontana la mia morte -
ma sempre fui veliero in altrui brezza,
una scena in cui sempre ho recitato
di vita un testo non da me dettato
come navigator io fossi esperto,
con un volto che niuno mai mi ha visto
angelico talor, talor mefisto,
quel volto d’altra maschera coperto
con le quali ho quell’onde cavalcato
che il mar, non io, aveva sollevato.
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