Metro: sei quartine di endecasillabi piani a rima alternata (ABAB).
Ripenso alla fuga delle rogge
dal finestrino, ai filari dei pioppi;
la pianura lucida nelle piogge,
i lampi ambrati nella nebbia. Troppi
anni trascorsi dalla giovinezza
per non avvertire come tonfi
i ricordi, mentre il cuore si spezza.
Rivedo le lagune - gli occhi gonfi
di lacrime - il sinuoso Isonzo,
il golfo echeggiante gridi di lari,
il cielo asperso con gocce di bronzo.
Scintilla il tramonto sui binarî.
Distante si profila il castello
di Miramare, orlato da cipressi.
Fra le nubi la luce è un ruscello:
sbriciola sui flutti argentei riflessi.
Balenavano i sogni nel dormi-
veglia, fra suoni ferrei di agganci,
effigi di orizzonti multiformi,
vaporosi aloni fra gli sguanci
delle pendici… Ieri era dolce
anche la mestizia: il treno menava
a una meta. Oggi niente molce
il dolore: nel tedio s’incava.
Commenti
Piaciuta molto questa tua Poesia!
Saluti.
Buone ricerche. Ciao