Beati son color che posson vivere
in Dio credendo senza pagar pegno,
ché in aldilà nessun starà a descrivere
quell’oltretomba ch’è del Nulla il regno,
né nocchier ci sarà di nom Caronte
o un buontempon qualsïasi che dica:
“La tua vita finì, nulla hai di fronte,
nessun che ti dia premio o maledica,
né puoi tu dir addio. Molto mi spiace
per color che han creduto all’aldilà,
qui non c’è dannazion e neppur pace,
nulla di quanto atteso in aldiquà,
ed or per sempre spengo la tua luce”.
Non avrete cotal costernazione,
voi beati ché speme vi conduce
senza pagar il fio dell’illusione.
Nessuna prima notte di quïete
troverete e neppure la seconda,
nulla a placar d’eterno vostra sete,
nessun raggiungerà quell’altra sponda
ove amici incontrar oppur parenti
quelle anime ch’eran sol persone,
qualcun atëo, molti più i credenti,
per infine capir chi avea ragione.
Ma pur sarebbe l’atëo beato
e ancora più sarebbe uomo saggio
se animal s’accettasse condannato
a saper che nel nulla va il suo viaggio
vivendo senz’angoscia il suo destino
e senza aver paura della morte
passo passo muovesse il suo cammino
accettando la sua caduca sorte.
Commenti
Ad ogni modo credo sia anche bello
quando della vita cessa il fardello
saper che d'imbattermi non mi tocca
in persona crudele, vile o sciocca
che m'abbia recato sconforto in vita
la cui presenza da tempo è finita
e son ben lieto di mai più incontrare!
Del resto come sarebbe adorare
luce accecante guardando in eterno
sempre cantando? Peggio d'un inferno!
Quel libercolo credo sia stato il semino del mio ateismo. Almeno, che in paradiso ci facessero giocare a pallone o a biliardino, come all'oratorio!