Una riflessione semiseria su un tema serissimo

Beati son color che posson vivere
in Dio credendo senza pagar pegno,
ché in aldilà nessun starà a descrivere
quell’oltretomba ch’è del Nulla il regno,

né nocchier ci sarà di nom Caronte
o un buontempon qualsïasi che dica:
“La tua vita finì, nulla hai di fronte,
nessun che ti dia premio o maledica,

né puoi tu dir addio. Molto mi spiace
per color che han creduto all’aldilà,
qui non c’è dannazion e neppur pace,
nulla di quanto atteso in aldiquà,

ed or per sempre spengo la tua luce”.
Non avrete cotal costernazione,
voi beati ché speme vi conduce
senza pagar il fio dell’illusione.

Nessuna prima notte di quïete
troverete e neppure la seconda,
nulla a placar d’eterno vostra sete,
nessun raggiungerà quell’altra sponda

ove amici incontrar oppur parenti
quelle anime ch’eran sol persone,
qualcun atëo, molti più i credenti,
per infine capir chi avea ragione.

Ma pur sarebbe l’atëo beato
e ancora più sarebbe uomo saggio
se animal s’accettasse condannato
a saper che nel nulla va il suo viaggio

vivendo senz’angoscia il suo destino
e senza aver paura della morte
passo passo muovesse il suo cammino
accettando la sua caduca sorte.

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Profilo Autore: Sisifo Gioioso  

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Commenti  

ioffa
# ioffa 26-11-2024 15:00
Condivido il senso del pensiero esposto ed apprezzo l'epicità del tono degli endecasillabi a maiore in cui si sviluppano tutte le quartine, perfette sia in rima sia in metrica, inclusi quei versi tronchi e sdruccioli in cui ci imbattiamo nella lettura; ripropongo un mio vecchio commento in rima di endecasillabi in modalità mista, senza badare alla canonicità:

Ad ogni modo credo sia anche bello
quando della vita cessa il fardello
saper che d'imbattermi non mi tocca
in persona crudele, vile o sciocca
che m'abbia recato sconforto in vita
la cui presenza da tempo è finita
e son ben lieto di mai più incontrare!
Del resto come sarebbe adorare
luce accecante guardando in eterno
sempre cantando? Peggio d'un inferno!
Sisifo Gioioso
# Sisifo Gioioso 26-11-2024 16:19
Grazie ioffa, il tuo commento in rima tiene alta la tensione del mio testo e mi riporta, nella sua voluta ingenuità, alla mia infanzia, a quando andavo a catechismo. Ricordo un libricino illustrato che rappresentava l'inferno coi diavoli , con corna, code e forconi, e il paradiso con cori angelici. Non dico che mi attirassero i demoni dell'inferno, ma certo mi preoccupava l'idea di dover stare a cantare per l'eternità in mezzo agli angeli (o, peggio ancora, a pregare, perché i beati erano tutti rappresentati a mani giunte e con gli occhi al cielo).
Quel libercolo credo sia stato il semino del mio ateismo. Almeno, che in paradiso ci facessero giocare a pallone o a biliardino, come all'oratorio!

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