Era tutto speciale.

 

Il giallo secco dell'erba del giardino,

i sacchi di rifiuti abbandonati,

le guerre furibonde tra vicini,

la stampa ingiallita di una Madonna

che non restava appesa.

 

La cassapanca trovata per la strada,

il tavolo a tre gambe che stava in piedi

solo grazie a un muro

le mie tasche vuote,

l'attesa di un lavoro ed il mio orgoglio,

il niente di sere perse e vinte

in un bicchiere.

 

Mi sembravano speciali

anche le cosce di Giovanna

e le sue gambe magre, con quelle calze

colore della carne un po' attempata,

il pane ammorbidito dentro il latte

e i miei trent'anni.

 

E i libri che infestavano la stanza,

il giradischi sotto il lavandino,

il blues di Robert Johnson,

la musica, la musica, la mia prima penna,

il sax infinito del vecchio Charlie Parker.

 

Abner Rossi 

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Commenti  

Francesco Losito
+2 # Francesco Losito 02-11-2012 00:03
Un'ottima lirica anche se da abile mestierante qual sei trasformi in modo ottimale la sindrome da inventario fino farla sembrare poesia

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