Era tutto speciale.
Il giallo secco dell'erba del giardino,
i sacchi di rifiuti abbandonati,
le guerre furibonde tra vicini,
la stampa ingiallita di una Madonna
che non restava appesa.
La cassapanca trovata per la strada,
il tavolo a tre gambe che stava in piedi
solo grazie a un muro
le mie tasche vuote,
l'attesa di un lavoro ed il mio orgoglio,
il niente di sere perse e vinte
in un bicchiere.
Mi sembravano speciali
anche le cosce di Giovanna
e le sue gambe magre, con quelle calze
colore della carne un po' attempata,
il pane ammorbidito dentro il latte
e i miei trent'anni.
E i libri che infestavano la stanza,
il giradischi sotto il lavandino,
il blues di Robert Johnson,
la musica, la musica, la mia prima penna,
il sax infinito del vecchio Charlie Parker.
Abner Rossi
Commenti