Stasera, al suo apparir, la luna
mi trova impreparato, disattento,
e pur le stelle, per ora in dormiveglia,
che brilleranno su anima indolente.

Fantasie in via di estinzione,
di verseggiare proprio non ho voglia,
recluso nella galera di un tempo
ammaestrato da ragione impura.

Se dentro me ancora c’è il fanciullo,
lo chiamerò più volte ad alta voce
perché mi spieghi in un solo abbraccio
com’è che a lui bastasse poco

… fosse all’alba o in pieno giorno,
col sole a picco, sotto la pioggia,
del vento preda o del freddo intenso,
o nella notte, luna o non luna…

com’è che a lui bastasse poco
per fare d’ogni cosa un sogno,
e far del sogno l’incisiva arma
per difendere la “sua” poesia.

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Profilo Autore: Aurelio Zucchi*   Sostenitore del Club Poetico dal 04-03-2020

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Commenti  

Giò
+1 # Giò 12-01-2021 19:11
Io dico che, spesso, è solo la paura a coglierci.
La paura che la "nostra" poesia possa lasciarci, che possa restare muta. Ma, seppure sul foglio dovesse tacere, so che dentro continuerebbe il suo discorso silenzioso, per noi, unicamente per noi!
Ciao Aurelio...^.^

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