Terzine a rime incatenate di endecasillabi canonici a minore di settima.
Il desiderio di stringerti al petto
e sussurrarti parole incuoranti
non m'abbandona tuttora, lo ammetto.
Pur se ci sono problemi importanti
saremo in due a tentar d'affrontarli
derminati ad andar forti avanti.
Però lontana mi stai e non parli,
non mi consenti d'udirti il respiro,
non mi confidi il motivo dei tarli.
Del resto chi posso prendere in giro?
Non so risolvere i miei di problemi
ed anzi ancora di nuovi ne attiro!
Difatti in barca ho tirato i miei remi,
non so aiutare nemmeno me stesso
ricco soltanto di vani lessemi…
Io ti saluto al telefono adesso
dicendo che devi avere fiducia
e i tuoi timori gettare nel cesso
ma intanto il cuore silente mi brucia
e corro a chiudermi nella mia stanza
prima che il volto nel pianto si scucia.
L'avrò già scritto, però n’ho abbastanza
dell'esser vivo ma senza più mezzi
ballando zoppo la macabra danza
con mente e cuore ridotti già a pezzi.
20/09/2025
Commenti
Decidi tu!
Un fraterno abbraccio! Csterina
Buona Poesia ... sempre!
Caterina
Complimenti ioffa: dolcezza e amarezza si amalgano sapientemente in un'emotivamente coinvolgente poesia.