Senza una via, il respiro sprofonda,
tra gocce d’aria che sfiorano l’eco;
un passo in più e la realtà si frange,
come il riflesso di un volto che scivola.
Oltre il velo, il tremore si spezza,
vibra il confine che una granata disegna:
ogni parola, oggi, somiglia a un ricordo mai nato
e scivola stanca, in un buio che arranca.
Nel solco profondo, l'ombra si intreccia;
in silenzio, l’attesa affonda e respira
come respirano i morti;
sospesa tra gestacci che fuggono e tornano,
quasi un canto che osa terminare.
Srotolo allora il gomitolo:
tanto, ai minotauri piacciono i gatti.