Ho provato a non sentire,
ubriacarmi di cose
narrare di ninnoli
tra i vuoti intorno,
tra le gioie effimere
d'un pensare malato.
Ma una porta al vento
col tempo da un soffio si fa insinuare
e non so più stare.
I miei natali hanno radici profonde
e dal buio sento la luce,
mentre qui tra i bagliori accecanti,
nel tempo del pensiero universale
si occulta un dire ipocrita
nella logorante persuasione
del possesso materiale.
È nell' airone che vibra verso il tramonto il mio sapere,
in quel piacere puro
essenza di un' infinito
che desta l' anima mia
ubriacarmi di cose
narrare di ninnoli
tra i vuoti intorno,
tra le gioie effimere
d'un pensare malato.
Ma una porta al vento
col tempo da un soffio si fa insinuare
e non so più stare.
I miei natali hanno radici profonde
e dal buio sento la luce,
mentre qui tra i bagliori accecanti,
nel tempo del pensiero universale
si occulta un dire ipocrita
nella logorante persuasione
del possesso materiale.
È nell' airone che vibra verso il tramonto il mio sapere,
in quel piacere puro
essenza di un' infinito
che desta l' anima mia
Commenti
Le porte di cui tu parli non si aprono infilate dal vento ma da un’intuizione illuminata. Ieri, dal giardino del nido in cui lavoro, osservavo il volo di un grande uccello bianco. I bambini gridavano “il gabbiano, un gabbiano grande grande”, io sapevo che era un airone. Ho pensato: “Ecco il ponte che cancella il confine”. Meravigliosa la sua consapevolezza nel planare gestendo correnti d’aria avverse. Ciao.
Scusa le mie divagazioni. A volte leggo e mi perdo nelle parole.
Piaciuta!
Hai una grande fortuna a lavorare con i bambini, al loro fianco è più facile sognare ancora.
Riesci a mettere poesia anche nei commenti, grazie Lilith50 lo apprezzo molto davvero.
A presto buona domenica