oggi sono da te, i tanti luoghi
dove crescevo -li giro attraverso le foto
attaccate in cucina per avere alla mano
tu l’appiglio, mentre la chiglia
prende una tenera curva e sommerge.
dal balcone c’è il valico, oggi è tanto vicino
un palmo per un viaggio e le campanule lassù
gioielli di roccia in tono col lillà dei tuoi capelli.
ti arrampicavi
cerva che non teme dirupi
e ora vieni incontro su un perno artificiale
tra mura sicure. sfiori di un tatto leggero
la guancia, il sorriso che ti lascio
è anch’esso orma di sponda
ma solleva -poi dici- da tutta questa Terra
che scotta.
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