Sonetto classico.
Qual nirvana per me, ed io tuo bonzo,
mi annienti mentre inseguo l'illusione
d'averti mia, e tale è l'emozione
che, pur se sobrio, sembro di te sbronzo.¹
Il mio cervello sogna, vaga a zonzo
mentre mi guardi e vado in confusione.
Non riesco a dirti qual è l'emozione
mentre ai tuoi occhi il cuore mio abbronzo.
Poche ore al mese, ma poi torno a casa
e lì mi basta il semplice pensarti
per dei neuroni far tabula rasa
e ad occhi aperti subito sognarti
col cuor che la ragione lesto sfasa
nel vano sogno che fa di baciarti.
¹: questa prima strofa è stata composta da Sisifo Gioioso il 15/02/2025 in sostituzione della mia originale scritta il 04/02 e pubblicata in C.P. il 13/02, a suo giudizio troppo greve nell'autogiudicarmi. Rileggendola con calma, riconosco che abbia pienamente ragione, è conseguenza del fatto che molto spesso i miei scarabocchi nascono di getto senza fare sufficiente mediazione del sentimento che m'ha ispirato (alla faccia di chi è convinto che la "gabbia" metrica tolga spontaneità). Quindi cestino volentieri la mia prima strofa e la sostituisco con la sua, che esprime il concetto in maniera meno drastica.
04/02/2025
Commenti
Tu sei sempre troppo severo con te stesso, fino al punto, talora, di auto-offenderti . Il sentimento che da sempre nutri verso quella persona merita rispetto, anzi, è esso stesso il motivo più ricorrente tra quelli che animano i tuoi versi. Perchè denigrarsi? La seconda quartina e le due terzine della tua versione sono intrise di delicatezza. Mi sembrava che anche la prima strofa dovesse essere dello stesso tenore. Certo non era facile trovare altre rime tra quelle d'obbligo. Bonzo e nirvana sono termini un po' ironici, nel contesto, ma è un'ironia benevola. E io credo che tu ti debba volere bene.