Son sempre allegre
Le nostre conversazioni
Quando t'ascolto, le palpitazioni
E co' gli occhi lucidi
E col mio timido sorriso
Per ore e ore t'ascolterei
L'altro dì mi raccontavi
De la tua ultima avventura
Sacra sì, e pur duratura
Ma sepolta ormai, da tempo
E grazie a dio senza più sentimento
Cominciasti a dirmi cose
Ch'io già da tempo sapevo
"Quanto ancor l'hai amato?" chiedevo
E tu "mesi e mesi" mi dicesti
"Ma una cosa non ti ho raccontato"
E lì in cuor mio, mi sentii come
Davanti ad un plotone inginocchiato
"sappi che tra maggio e luglio
Io e lui vedemmoci di nascosto
A casa sua, non avendo alcun posto"
Mentre ascoltavo
Tu, giustiziere, di forza mi prendesti
E, strattonandomi
un coltello al petto mi fendesti
Ed ella continuava
"La tentazione fu forte e
Resistere non potemmo, al che
Il fuoco della passione
Nuovamente accendemmo"
Il milite, senza timore alcuno
A contare iniziò: "uno.."
E mentre in cuor mio sapevo
Che altro non dovea domandare
La mente sadica mi fece parlare
"quante volte accadde?"
Ed ella, come all'unisono col soldato
Rispose: "due..." e più non ha fiatato
E col suo silenzio, il milite lento trafiggeva
Il mio petto innocente, che reo d'amor piangeva
Non contento, l'animo
innamorato più del dolor che d'ella
Una domanda fece, a chiuder la favella
"ti piacque?"
"sì, molto"
E con tale risposta
il milite per sempre chiuse la dolorosa faccenda
A terra caddi, senza spiro
E con me l'immagine della purezza sua
E con l'immagine l'idea che lei mia fosse
E di nessun altro ragazzino
Ma arrendermi dovetti
alla fatalità del destino
Eppur con l'ultima energia corporea
Una preghiera rivolsi al Signore
"se misericordioso sei, dammi una
Possibilità, lascia che io dimostri il mio valore"
E così mi svegliai
con ella davanti che mi chiedea
"come stai?"
E io, seppur impotente e scoraggiato
"bene, non lo immaginavo" dissi
Coprendo il petto mio, pugnalato
Le nostre conversazioni
Quando t'ascolto, le palpitazioni
E co' gli occhi lucidi
E col mio timido sorriso
Per ore e ore t'ascolterei
L'altro dì mi raccontavi
De la tua ultima avventura
Sacra sì, e pur duratura
Ma sepolta ormai, da tempo
E grazie a dio senza più sentimento
Cominciasti a dirmi cose
Ch'io già da tempo sapevo
"Quanto ancor l'hai amato?" chiedevo
E tu "mesi e mesi" mi dicesti
"Ma una cosa non ti ho raccontato"
E lì in cuor mio, mi sentii come
Davanti ad un plotone inginocchiato
"sappi che tra maggio e luglio
Io e lui vedemmoci di nascosto
A casa sua, non avendo alcun posto"
Mentre ascoltavo
Tu, giustiziere, di forza mi prendesti
E, strattonandomi
un coltello al petto mi fendesti
Ed ella continuava
"La tentazione fu forte e
Resistere non potemmo, al che
Il fuoco della passione
Nuovamente accendemmo"
Il milite, senza timore alcuno
A contare iniziò: "uno.."
E mentre in cuor mio sapevo
Che altro non dovea domandare
La mente sadica mi fece parlare
"quante volte accadde?"
Ed ella, come all'unisono col soldato
Rispose: "due..." e più non ha fiatato
E col suo silenzio, il milite lento trafiggeva
Il mio petto innocente, che reo d'amor piangeva
Non contento, l'animo
innamorato più del dolor che d'ella
Una domanda fece, a chiuder la favella
"ti piacque?"
"sì, molto"
E con tale risposta
il milite per sempre chiuse la dolorosa faccenda
A terra caddi, senza spiro
E con me l'immagine della purezza sua
E con l'immagine l'idea che lei mia fosse
E di nessun altro ragazzino
Ma arrendermi dovetti
alla fatalità del destino
Eppur con l'ultima energia corporea
Una preghiera rivolsi al Signore
"se misericordioso sei, dammi una
Possibilità, lascia che io dimostri il mio valore"
E così mi svegliai
con ella davanti che mi chiedea
"come stai?"
E io, seppur impotente e scoraggiato
"bene, non lo immaginavo" dissi
Coprendo il petto mio, pugnalato
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