Sonetto classico ispirato dalla lettura dei versi di Vita-mina del 04/08/2021 da lei rimaneggiati il 27/07/2025 e da me letti poco fa, ripensando ai miei occhi e a quelli che hanno / non hanno condiviso i miei passi.
… Occhi che cascan sotto le ginocchia
quando già stanchi d’essere ingannati
calano in giù lo sguardo sconsolati
per non vedere più l’algida spocchia
con cui la gente intorno si sgranocchia
vecchie speranze e sogni naufragati,
progetti che non ho mai realizzati
nell’esistenza mia tutta a capocchia.
Occhi che dopo falsi complimenti
dietro le palpebre ora stan nascosti
per non mostrare questi sguardi spenti
che pur bagnati restano composti
senza guizzare più, fermi e silenti
dopo il ventaccio cui furono esposti.
27/07/2025
Commenti
Forse la non-libertà (che qualcuni chiama impropriamente "destino") potrebbe apparire un atteggiamento consolatorio per quando le cose non siano andate bene. Ma di fronte ai miei non disprezzabili successi ho l'umiltà di dire, semplicemente, che ho avuto culo.