M'inviterei lungo questa ghiaia vellutata.
E quel profumo amaro di medica agonizzante,
di formiche bruciate
dall'avidità del dover vedere.
L'alta marea d'una catinella:
o la fa la luna, o il buco nel tetto.
E lo sento, quel mostro timido in soffitta,
schioccare la bocca che non usa.
È notte, è giorno? Ormai chi lo sa?
La finestra è troppo spalancata per capire.
M'inviterei a rubare la bandiera
cosicché non possano più giocare,
m'inviterei all'essere complice
di quelle brezze assassine
che sanno fingere l'orgasmo
delle salicornie.
M'inviterei.
Ma non conosco più il mio indirizzo.