portava un cappellino rosso
un orsacchiotto tra le mani
e non ne ho mai saputo il nome
arrivava con la mamma
sorriso triste la chiamavo
rideva sopra gli occhi
le labbra screpolate
qualche mese tra Le spine
ti graffiano anche quelle
ad ogni angolo un barattolo
disinfettante profumato
in bella vista, bianco e rosso,
lui non lo guardava più
tre riviste, seminuove
ignorate come l’ora,
occhi paralleli
binari ad uno scambio
sopra il linoleum,
più freddo di novembre
a destra la stanza dei giocattoli
qualche colore un arcobaleno
per riscaldare un po’
mentre aspettava sergio
che l’ accompagnava oltre la porta
con quel disegno strano
un vecchio, accanto a me
urlava sottovoce
l'ingiustizia è ortica
che ti punge e gonfia
rabbia da bere in un boccone
che t’aggroppa in gola,
un occhio al cappellino
l’altro a una bestemmia
tanto dio non può sentirlo
portava un cappellino rosso
l’orsacchiotto tra le mani
un seme sotto al sasso
che cercava un po’ di sole
E non ne ho mai saputo il senso