Ti rivedo.
Sei come soldato
ritornato dalla guerra,
ritornato dalla guerra,
sfiancato il corpo, inaridita la pelle.
Consunto!
Forse, da un amore
che ti sei negato?
Ti rivedo e sei avvilito.
Sbiancati il viso ed i capelli,
affossati gli occhi
che ormai mi parlan bassi.
Reduce…
di quella vittoria
di quella vittoria
che ti ha visto placar l’ardore
e rompere l’incanto.
Ma io… non posso più!
Ma io… non posso più!
Avevo già accolto
un reduce tra le mie braccia
un reduce tra le mie braccia
in lenzuola d’oro e odor d’incenso.
Or, sei avvilito.
Sbiancati il viso ed i capelli
affossati gli occhi
che ormai mi parlan, bassi.
C’è un ombra scura, sul tuo volto.
Ma io... non posso più!


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AMMINISTRATORE NOSTRO, ti aspettiamo!
LA MIA LODE E LA MIA SERENA GIORNATA.
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