Ricostruiremo col pensiero
la nostra immagine migliore
e lì, nel nostro eterno, la fisseremo.
Attorno a noi, persone care.
Tutti quelli che abbiamo amato
godranno del nostro paradiso.
Mentre mi amerai alla follia
nella mia vita immaginaria,
ci sarò io in quella che avrai creato?
Chi avrai scelto da venerare nella tua eternità?
Per ogni anima un mondo
e in ogni mondo un solo amore.
Miliardi di mondi e mai un doppione!
la nostra immagine migliore
e lì, nel nostro eterno, la fisseremo.
Attorno a noi, persone care.
Tutti quelli che abbiamo amato
godranno del nostro paradiso.
Mentre mi amerai alla follia
nella mia vita immaginaria,
ci sarò io in quella che avrai creato?
Chi avrai scelto da venerare nella tua eternità?
Per ogni anima un mondo
e in ogni mondo un solo amore.
Miliardi di mondi e mai un doppione!
Commenti
hai usato per scrivere
su uno dei dilemmi più grandi
dell'amore:
"il nostro oggetto del desiderio, ricambia appieno il nostro desiderio?"
E soprattutto hai svelato un'altra grande verità:
"non si ama mai due volte allo stesso modo"
Hai tutta la mia stima e la mia ammirazione
per questo componimento.
Lusingato di averlo potuto leggere.
A presto.
Ciao
Aurelio
Si tratta di una teoria (non mia) per cui quando si muore si rimane in una specie di limbo, dove ognuno metabolizza la propria fine vivendo delle vite immaginarie , magari sognando di realizzare dei sogni nel cassetto (di quando era vivo). Non c'è un termine a queste immaginazioni; si smette solo quando si accetta la propria morte. Allora ci si avvia per la destinazione finale.
Naturalmente sono tutte congetture di noi esseri mortali.
Io nella mia poesia dico che dopo la fine, quando immaginerò la mia storia, mi vedrò circondata dalle persone care e ovviamente con vicino l'uomo che ho sempre amato durante la mia vita.
Poi mi chiedo se invece lui nella sua immaginazione avrà vicino qualcun'altra.
Con l'ultima riflessione sul fatto che mai possiamo sapere veramente cosa c'è nei sogni degli altri.
Grazie ad Aurelio ( sperando di essermi spiegata leggermente meglio che nella poesia) e naturalmente : grazie a tutti gli altri che mi hanno letta.