Ricordo quell'attimo al quale rifiuto dare una risposta al "Paranormale.” Ancora mi fa accapponare la pelle quello strano incontro, avvenne una sera d’agosto, la mia stanza era buia e sull’uscio della finestra, mi apparve immobile un fantasma in penombra con un cero in mano intento a osservarmi. Terrorizzata, mi chiesi mentalmente cosa potesse volere da me, all’improvviso mi sentii spinta a sedere con forza anomala su una sedia a dondolo; paralizzata, non riuscivo più ad alzarmi. Alle mie spalle, sentii avvolgermi da due possenti braccia l’addome, avvertendo il suo respiro  mio collo; tentai di immaginare il suo volto, mentre invece vidi limpidamente, le sue braccia giovani e possenti con le maniche della sua camicia bianca risvoltate, che tentava di trascinarmi via con sé: ricordo un brivido gelido lungo la schiena.
D'improvviso con tutta la mia forza, d’impeto partì dentro me la ribellione, così cominciai a rifiutarlo, dapprima chiedendo chi fosse e poi finalmente ripetendomi che tutto questo non esisteva, era solo tutto frutto della mia immaginazione, continuando nell’urlargli di lasciarmi stare, con gran determinazione m’imposi di non fantasticare, finché subito poco dopo, tutto scomparve.
Aprii gli occhi e alla finestra il cielo azzurro si presentava limpido e luminoso.
Lesta scappai via da quella stanza, scesi le scale in fretta e furia, incrociando lo sguardo di mia madre che mi trasmise da subito quiete, ma allo stesso modo, con il volto preoccupato mi domandò cosa mi fosse accaduto per avere quello strano pallore in volto. Tra la confusione e lo spavento preso, senza darle risposta, le chiesi che ore fossero: mi replicò che erano ormai le dieci del mattino. Senza proferir parola continuai la mia scesa sino al piano terra dove incontrai una delle mie sorelle seduta al divano, anche lei mi parve spaventata, e nel vedermi arrivare sgranò i suoi bellissimi occhi, chiedendomi di raggiungerla silenziosamente in bagno per parlarmi.
Chiusa la porta alle nostre spalle, sussurrando mi chiese se anch’io mi fossi imbattuta in quell’essere, il mio stato di agitazione tornò impetuoso chiedendole come facesse a sapere anch’essa di questa strana entità. Terrorizzata nello sguardo e ancora tremolante, iniziò a raccontarmi della sua disavventura, descrivendomi, che dopo essersi seduta su quella sedia a dondolo, si sentì afferrata per le caviglie e trascinata sino alla ringhiera del balcone. La sua reazione, fu nelle parole, come la mia, in primis, la sua non esistenza e successivamente gli intimò ad andar via e lasciarla in pace. Entrambe ci confidammo e raccomandammo di non parlarne con nessuno per non essere prese per pazze, e subito ci balenò alla mente che tutto quello che per noi era avvenuto realmente, spaventandoci a dismisura, era stato solo un sogno. Preferimmo dimenticare, che dare un senso a ciò che a noi stesse e per gli altri, sarebbe risultato insensato.
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Profilo Autore: Pietrina Lorito  

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Commenti  

Laura Lapietra
# Laura Lapietra 15-05-2021 12:19
Stupenda!
Pietrina Lorito
# Pietrina Lorito 15-05-2021 18:14
Grazie buona serata.

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