Su questa terra di cemento,
dove i muri crescono come alberi morti
e l’aria sa di polvere,
sono nato con gli occhi rivolti al cielo.
Nel sonno vedo un mare di sabbia,
dune che respirano,
creature lente che cambiano forma,
grani d’oro che sfuggono alle dita
per farsi vento.
Ho inseguito quell’orizzonte,
ma sono caduto in un miraggio d’amore,
un’oasi di acqua finta,
catene di seta che stringono dolcemente,
un giardino recintato
dove i fiori non hanno radici.
Qui non esistono sbarre,
non c’è guardia né chiave,
eppure i pensieri camminano in cerchio,
senza mai trovare il varco.
Il tempo scorre come sabbia bagnata,
pesante, senza canto,
e il sole della libertà
non filtra oltre queste mura invisibili.
Ma nella cella dei miei sogni
il vento del deserto entra ancora,
e so che un giorno
sarò uno di quei granelli
che il cielo porta via.
Commenti
Non servono muri al pensiero, confini al volo dei semi o degli uccelli né dazî o dogane per scambi culturali... l'Essenziale non richiede catene che anche l'Amore rifiuta!
Buona notte!
Caterina