Sonetto, endecasillabi canonici a maiore e a minore, quartine a rime incrociate e terzine a rime alternate.


Affetto quei tre ètti nel mio petto,
li tolgo ché non servono per niente
se non per dar dolore ‘sì latente
come se in carne viva fosse aghetto.

L’affetto tanto senz’alcun affetto
del sangue pompa a vuoto la corrente
ma resto fermo qui, muto, silente
solo a sudare a vuoto nel mio letto.

Quando alla fine il cuore avrò affettato
lo donerò per cibo alla mia gatta…
ma che disdetta: anch’ella m’ha lasciato!

Per fegatini e cuori andava matta
ma la vecchietta non ha più campato:
sessantatré già mesi che non gratta.


21/09/2024


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Profilo Autore: ioffa  

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Commenti  

puerlongaevus
+1 # puerlongaevus 12-10-2024 09:16
forte assai, e non abbandonate mai ste povere vecchiette :D ...però ci sento tante tristezze,, ciao vir
Sisifo Gioioso
+1 # Sisifo Gioioso 15-10-2024 20:09
Sì. un testo molto triste. E la gatta è come la goccia che fa traboccare il vaso. O forse non una goccia ma una lacrima.

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