Sto camminando col rischio pioggia in ottave toscane di settenari, poco fuori dal paese.
Tra foreste di antenne
scorgo un sole sbiadito
con le nubi transenne
d'un percorso finito
di chi in modo solenne
s'è svelato fallito
e cammina con passo
lento e col capo basso.
Soffia il vento impetuoso
minacciando anche pioggia
mentre avanzo pensoso
con un piede che poggia
nel percorso rischioso
quasi fosse di roggia
bordo sdrucciolo infame
ma è sol buco in catrame¹.
Mentre cerco equilibrio
agitando le braccia
penso a quanto ludibrio
possa dar la mia faccia,
questo cuore in squilibrio
nell'elettrica traccia²
come nei sentimenti
ispiranti lamenti.
Continuo andando avanti
sotto il cielo più grigio
coi pensieri infestanti
ma alla conta assai ligio
dei miei passi mancanti,
quotidiano litigio
in cui sempre ha la meglio
la bilancia al risveglio³.
Nel frattempo annerisce
e borbotta anche un tuono
che potente asserisce
con il suo cupo suono
che speranza sparisce
possa trovar del buono
in cui star riparato,
perché sono sfigato.
Piove, governo ladro!
Sono già ben bagnato;
terrò conto del quadro
quando all’urne chiamato
e con segno leggiadro
mi sarò vendicato.
Nel frattempo mi tocca
chiuder foglietto e bocca.
¹: tutto il mondo è paese: anche qui le strade sono adornate da buche in cui incespicare;
²: l’elettrocardiogramma riferisce la situazione di scompenso cardiaco;
³: sto effettuando la mia camminata quotidiana con numero minimo autoimposto di passi che oltre a tentare di mantenere attiva la circolazione delle zampe spererei aiutasse a tener sotto controllo lo straripamento del grasso, ma ogni mattina la bilancia mi dice che tale obiettivo è fallito; perché? Boh, se riesco a rientrare prima del diluvio faccio una sosta al bar e ci rifletto tra una pizzella ed un krapfen alla nutella.
06/01/2024
Tra foreste di antenne
scorgo un sole sbiadito
con le nubi transenne
d'un percorso finito
di chi in modo solenne
s'è svelato fallito
e cammina con passo
lento e col capo basso.
Soffia il vento impetuoso
minacciando anche pioggia
mentre avanzo pensoso
con un piede che poggia
nel percorso rischioso
quasi fosse di roggia
bordo sdrucciolo infame
ma è sol buco in catrame¹.
Mentre cerco equilibrio
agitando le braccia
penso a quanto ludibrio
possa dar la mia faccia,
questo cuore in squilibrio
nell'elettrica traccia²
come nei sentimenti
ispiranti lamenti.
Continuo andando avanti
sotto il cielo più grigio
coi pensieri infestanti
ma alla conta assai ligio
dei miei passi mancanti,
quotidiano litigio
in cui sempre ha la meglio
la bilancia al risveglio³.
Nel frattempo annerisce
e borbotta anche un tuono
che potente asserisce
con il suo cupo suono
che speranza sparisce
possa trovar del buono
in cui star riparato,
perché sono sfigato.
Piove, governo ladro!
Sono già ben bagnato;
terrò conto del quadro
quando all’urne chiamato
e con segno leggiadro
mi sarò vendicato.
Nel frattempo mi tocca
chiuder foglietto e bocca.
¹: tutto il mondo è paese: anche qui le strade sono adornate da buche in cui incespicare;
²: l’elettrocardiogramma riferisce la situazione di scompenso cardiaco;
³: sto effettuando la mia camminata quotidiana con numero minimo autoimposto di passi che oltre a tentare di mantenere attiva la circolazione delle zampe spererei aiutasse a tener sotto controllo lo straripamento del grasso, ma ogni mattina la bilancia mi dice che tale obiettivo è fallito; perché? Boh, se riesco a rientrare prima del diluvio faccio una sosta al bar e ci rifletto tra una pizzella ed un krapfen alla nutella.
06/01/2024