Avrei voluto spargere il mio seme
negli anfratti della dea Circe,
per dare origine a mitologica progenie
sfidando numi dal passato ambiguo.
Avrei voluto diffondere mie sinfonie,
note concrete affidate al vento,
ruggiti sincroni di leoni a tre teste,
giano bifronte, mai domo, mai identico.
Come piccola rondine, implume,
che non riesce, ancora, a volare,
erro invece per l’aere, novello Icaro incerto,
Commenti