A volte
cerco il punto di ripristino
stacco gli elettrodi e verifico se io esisto.
A volte
cancello il mio presente
il passato e il futuro che sarà
l’idioma assurdo di questo mio penoso stato.
Cerco e scavo, copio, incollo e poi cancello
nella mia mente perversa
la nullità del corpo che cerca appartenenza.
Entro ed esco e poi viceversa
e mi sorprendo sempre
quando m’adagio e poi scivolo profondo
nelle sabbie mobili della mia testa.
A volte
conto i giorni e quello che mi resta
per rimanere vivo tra le rose
conto le ferite e le risate
e mi chiedo perché ancora spero
perché cerco tra le pietre
l’ultimo granello
e quando conto le mie perle
mi perdo irrimediabilmente
nella lucentezza delle ombre.
cerco il punto di ripristino
stacco gli elettrodi e verifico se io esisto.
A volte
cancello il mio presente
il passato e il futuro che sarà
l’idioma assurdo di questo mio penoso stato.
Cerco e scavo, copio, incollo e poi cancello
nella mia mente perversa
la nullità del corpo che cerca appartenenza.
Entro ed esco e poi viceversa
e mi sorprendo sempre
quando m’adagio e poi scivolo profondo
nelle sabbie mobili della mia testa.
A volte
conto i giorni e quello che mi resta
per rimanere vivo tra le rose
conto le ferite e le risate
e mi chiedo perché ancora spero
perché cerco tra le pietre
l’ultimo granello
e quando conto le mie perle
mi perdo irrimediabilmente
nella lucentezza delle ombre.
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Bravissimo!