Tra un equinozio e un solstizio
osserviamo la notte polare
che danza intorno
al centro
in una
sequenza
eterna ed infinita.
Mentre lo squilibrio
del nostro volo,
a poche ore
dal varo,
si è già
fatto
cosa
troppo
evidente.
Un’occasione
indissociabile dal tempo.
Bisognerebbe disfarsi
dell’umore rosso,
della bile nera,
abbandonarsi
al destino
come scelta,
alla transitorietà.
Planeremmo pulsando
(nuvolosità permettendo)
sulla soglia dell’eternità.
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