Vivono pensieri
giungle inverosimili
conditi da piaceri.
Sono produttori labili
di soddisfazioni effimere,
passeggeri celeri
di proposte vomere
predisposte pei taglieri.
Scavano tra passati
di vite arrotondate
- di fatto inquinate -
e dal comodo abbagliati
esiliano sacrifici
di cui residuano ceneri.
Poi arrotolano numeri
e parole adattatrici
per giustificare il peso
di quel candore offeso
da scarni sentimenti
di carni intransigenti.
In una leggerezza facile
come colpo di fucile
fucina traditrice che se ne va
già di prima brezza.
Sganciati apertamente
staccati come spore
- di valore dubbio
e speranza al debbio -
sono caduti tra le spire
dell‘ennesimo serpente.
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