da giovane puledro focalizzerai l'orizzonte vago
e perderai il freno nonostante il grigio spago
T'immedesimerai in astrusi colori
abbattendo crudamente i più restii sognatori
e finalmente diverrai tra gli alati maestro in velocità.
Avrei dovuto dirtelo
e gettare ogni mia paura
lontano dalle tue stupide
e frustranti certezze
dal tuo modo così perfetto
di gestire i sentimenti
Avrei voluto offrirti
un po' di quel vino corposo,intenso
carico di profumi
e rosso rubino "all'incanto"
irrefrenabile desiderio
di prenderti per mano
e condurti al centro del mio viaggio
Troppo cielo, amore
tutta questa luce mi confonde
Troppi sguardi
intenti a rovistare nel profondo
Se non è (solo)mente astratta , la mia...
concedimi quel brivido sottile che io cerco
allontaniamolo questo tempo incerto
ci sono attimi e colori
per disegnare la nostra isola.
ancora un po’
del tuo colore
prendimi per mano
dai ricordi fino
ad oggi
dammi il tuo blu
ancora il tuo tempo
sarò ancora più brillante
portami attraverso
aria ed acqua
e di nuovo alla mia terra
dammi il tuo viola
mischiami con il prezioso
fino ad ornarti
accompagnami nudo
verso te
verso di noi
dammi il tuo verde
bevo la tua linfa
spruzzo la mia vita
sono appeso
come foglia
al tuo tronco
dammi li tuo giallo
accarezzami il viso
con la tua saggezza
aspetto il tuo calore
dritto in fondo
al cuore
dammi il tuo arancione
abbraccio la tua energia
assorbo la tua generosità
frutto della vita
ti assaporo ancora
fino ad inebriarmi
dammi il tuo rosso
avvolgimi e spingimi
dentro le tue labbra
mi perdo
ma non annego
mi vesto di te
Non cado nel vuoto del significato.
Non mi distraggo con lo sfavillante arcobaleno
dietro il quale si cela l’inganno
di un abile affabulatore.
Così resto solo, in disparte,
lontano dalle masse a bocca aperta.
di mille indecifrabili colori
dipinti come d’angeli pittori
distesi con le tele sopra un prato,
sembrava come il tacito chiarire
fra cielo e terra incarico divino
di stelle che nel cosmico cammino
volevano quel patto concepire,
ed io che lo guardavo da estasiato
vedevo solo un tratto di splendore
e l’anima che traboccava amore
aveva quei colori già sognato.
Il sogno di colori e di magia
che con l’arcobaleno ho rimirato
sembrava il desiderio incatenato
di quelle labbra tue d’armonia.
Come se il poeta fosse le sue liriche
la voce nella stanza, sola
si contrae, contorce panneggi
e le finestre slittano da altre finestre
si separa ciò che era unito
e si vive daccapo, si ri-respira il ritmo
-sono io che muovo i fili al pathos
e giro in tondo ai muri
non più perimetri
a un certo punto ci leviamo
vibrato ed arco
quanto più deciso è il vento
che strane cose porta
nell’altalena della persistenza
Avverto l'accarezzarmi
di questa fine pioggerellina
che come parole sussurrate
garbata mi porge sollievo
a ogni mia curva
cosi tra raminghi pensieri
chiudo la porta ad ogni tempo
e dipingo su un foglio parole
che vestano di nostalgia
i colori dell'arcobaleno
riverso felice il pianto
sulle rose appena sfiorite
e mi nascondo tra le nuvole
giocando a nascondino
tra arcobaleni di parole
tutte le parole:
quelle che non avresti voluto sentire
e quelle che hai ascoltato in piedi,
in silenzio
e con le mani in tasca...
Hanno lasciato un segno
tutte le parole:
quelle che mi hanno fatto piangere
e quelle che non ho più smesso
di ridere...
Quelle dette,
quelle pensate,
quelle che ora riesco a scrivere
e quello che,
purtroppo,
non sono mai riuscito a dire…
Hanno lasciato un segno
tutte le parole:
quelle che ho ascoltato,
quelle sentite da dietro una porta,
quelle come un coltello,
quelle che hanno fatto piangere,
quelle che non ho più smesso
di ridere
e tutte quelle,
che quelle volte,
non sono riuscito a dire...
accecante bagliore
che trafigge l'anima.
D'azzurro colgo il mare,
il cielo di settembre.
Miele scorre sulla pelle
son gocce di luna diafane,
trasparenti
che vestono il corpo di lussuria e argento.
Colori truccano i pensieri
come attori davanti alla macchina da presa.
Un mazzo di rose gialle
dove affondo labbra vermiglie.
Unghiate di acredine
su muri verde muschio.
Grido il dolore di sempre
nero di rabbia e fuliggine.
Impeto che il vento devasta
tra alberi d'ingiuriosa bellezza.
che senso avrebbe?
Un arcobaleno senza colori,
senza musica, senza scosse.
Le parole che vanno
aldilà del mare
che restano scolpite
nella mente,
che ti scaldano
quando il freddo
copre il tuo corpo.
Parole
solo parole
ma quanto prendono il cuore
e come sanno accendere
un sorriso.
La vita senza le parole
è come un cielo senza stelle.