Quando si odia, minutissime particelle di cuore cambiano colore: diventano scure e precipitano in un pozzo buio...dove tutto è nero. Quando si odia, si colpisce con ferocia un proprio simile, si chiede ad una mamma di coprirsi il seno mentre allatta il suo piccolo. si uccide un cane con i suoi cuccioli, si chiede ad un bambino di diventare presto grande, si deride un anziano a cui piace ancora giocare. Chi odia, stupra le donne, si arricchisce sulle miserie altrui, distrugge le famiglie. Quando si odia tanto, ma tanto tanto...si bruciano le chiese, si gettano bombe sui centri abitati, si chiudono gli ospedali, si demoliscono le scuole. Chi odia gli uomini, (i suoi simili) brucia i prati con i suoi fiori, gli alberi con i suoi frutti. Chi odia  ama le armi e distrugge l'amore. Chi odia...lascia che uomini che fuggono dalla guerra, muoiano in mare. Chi odia, rende l'aria irrespirabile: ammorbandola con polvere da sparo la rende irrespirabile. Chi odia non ama mai: non ha il tempo di farlo...è troppo impegnato ad odiare. Tutti noi per un po', nella nostra vita, proviamo odio...ma è un odio passeggero, è un odio che quando lo proviamo ci fa capire quanto sia importante l'amore. Ci sono persone che odiano sempre: lo fanno per primeggiare e non sanno che col passare del tempo, tanti pezzi di cuore vanno in frantumi e non si ricomporranno mai più. Chi odia, gioca con la vita degli altri e con la sua stessa vita. Chi odia ha nel petto un cannone che batte colpi di artiglieria. Per chi odia, ogni sparo è solo una vita in meno e ogni morto...un motivo di orgoglio in più. Potrei concludere dicendo che chi odia non ha il diritto di vivere; ma non lo dico...perché se così fosse, sarei anch'io una criminale. Potrei uccidere con le mie mani un assassino, ma io non so uccidere. Potrei sparare contro chi mi spara; ma così facendo darei seguito ad un'incessante guerra che produrrebbe solo morte. Nel mio petto c'è uno scrigno ove è racchiuso il mio cuore ed io non getterò pezzi del mio cuore nella pattumiera: ogni pezzetto di cuore ha una sua storia, ogni battito un'emozione, ogni lacrima un dolore, ogni sorriso una gioia. Io voglio che il mio cuore, anche se acciaccato dagli anni e mortificato da chi odia, mi accompagni fino all'ultimo battito...fino all'ultima ora, fino all'ultimo istante...e combatto ogni giorno perché voglio mantenerlo a lungo: bello, dolce, appassionato...e moralmente integro.
1 1 1 1 1
clicca sulle stelle per valorizzare il testo
Profilo Autore: Giovanna Balsamo  

Questo autore ha pubblicato 207 articoli. Per maggiori informazioni cliccare sul nome.
Col passare degli anni, non ti volti più a guardare indietro, ma preferisci andare avanti per capire quanto strada ti rimane ancora da percorrere. Spesso inciampi, fai fatica a rialzarti: con lo scorrere del tempo, tutto diventa più faticoso! Le ferite bruciano di più, gli occhi bruciano di più: tutto è più cocente e il tuo passo è più insicuro e malfermo. Così lasci che gli altri ti passino avanti, correre non ti interessa più. Se prima ambivi a gloriosi trofei, ora vuoi solo carezze. Se prima desideravi medaglie da appuntare sul tuo petto tronfio, ora vuoi solo abbracci. Col passare degli anni perdoni in fretta: il tempo è troppo prezioso per sprecarlo in inezie. Quando invecchi preferisci assaporare la vita a piccoli morsi: temi che mangiando in fretta, finisca subito ciò che stai gustando. Così, illudendoti di fermare il tempo, ti aggrappi con forza al passato: ritornare indietro nel tempo...ti aiuta a sentirti più giovane. Vecchie tradizioni, vecchi valori, pupazzi inanimati, scarpe rotte, bambole di pezza...che appartengono ad un passato che viene accantonato...riprendono magicamente vita. Malgrado la fretta ci imponga di cercare cose nuove, tu apri il tuo vecchio baule con dentro le tue vecchie cose e quando i tuoi ricordi cominciano a riaffiorare come ninfee sull'acqua di uno stagno, improvvisamente ti pare che tutto odori di nuovo. Così rinverdendo i tuoi ricordi, rammenti le domeniche trascorse in sala da pranzo: quella con il divano buono, dove riposavi avvolta in una coperta fatta a mano...che profumava di mamma. Quante cose infilate in un vecchio e scricchiolante baule. Ed ora? Mentre gli altri corrono, ti fermi in riva al mare ad ascoltare il chiacchiericcio delle onde e con quei suoni componi piccole sinfonie. Ora lasci che il sole ti scaldi e se un raggio ti abbaglia gli occhi, tu non lo scacci via infastidita; ma chiudi appena appena gli occhi e lasci che ti baci le ciglia. Un fiore, una pietra colorata, una conchiglia; rispetto a prima, tutto ti pare più bello: col tempo tutto acquisisce maggiore pregio e valore. Col passare degli anni, l'erba ti pare più verde, il sole più giallo, il dolore più forte, l'amore più grande e tu...tu ti senti piu saggia e...più vecchia: simile ad uno scricchiolante baule con dentro un mare di ricordi.
1 1 1 1 1
clicca sulle stelle per valorizzare il testo
Profilo Autore: Giovanna Balsamo  

Questo autore ha pubblicato 207 articoli. Per maggiori informazioni cliccare sul nome.
Credevo che i colori servissero per dipingere di azzurro il cielo e di celeste il mare. Mi ero illusa di dover adoperare i miei pastelli solo per disegnare fiori, foglie, montagne, mari e laghi. Conservavo la porporina in un vasetto e di tanto in tanto coi pennelli dipingevo di giallo il sole e di rosso qualche cuore sbiadito. Ero anche convinta che i fogli di carta colorati servissero solo ed esclusivamente per costruire i cappelli dei maghi e delle fate. Credevo che i coriandoli si lanciassero sulle giornate grigie per spargere allegria! Ero convinta che l'acqua servisse solamente per azionare mulini e che mugnai dalle spalle larghe sfornassero biscotti e pane per sfamare intere popolazioni. Mi illudevo che il sole riscaldasse tutto il mondo e che con le pietre si costruissero solo case e ponti. Credevo che le parole servissero per comunicare, le braccia per abbracciare, le labbra per baciare, i cuori per amare. Mi illudevo o almeno speravo, che l'uguaglianza non fosse solo una bella parola messa in una frase per fare bella figura...ma fosse un modo per comunicare agli esseri umani che tutti hanno gli stessi diritti. Non voglio rinunciare ai miei sogni: sognare fa bene alla mente...e forse, se si sogna spesso...prima o poi, qualche sogno si avvera. Però da un po' di tempo adopero solo gomme: sto cancellando tutti i fiori, le montagne, i mari, i laghi che ho disegnato. Nei miei fogli di carta più belli ci arrotolo le mie speranze disattese e in quelli stropicciati ci nascondo qualche pastello senza punta, un mozzicone di matita che non posso più temperare e qualche lacrima che è scesa giù senza che me ne accorgessi. Ora mi proteggo dal sole per evitare di scottarmi e uso le mani per farmi scudo dalle pietre che mi vengono scagliate da chi mi ferisce perché teme che possa contagiarlo con la mia voglia di cambiare il mondo. Spesso parlo; ma soventemente dico poco e quasi mai dico quello che penso: col tempo ho imparato che solo pochi ascoltano e spesso è meglio tacere. Quando allungo le braccia, lo faccio solo per difendermi. Spesso sento il gelo scivolarmi giù lungo la schiena. Le mie labbra sono diventate aride e la mia pelle ha tanto freddo! Ho smesso di illudermi: ma non voglio eliminare del tutto le mie matite colorate, i miei fogli bianchi, i miei pastelli, i miei pennelli. Li conservo in fondo all'ultimo cassetto del mio cuore, nel mio castello di zucchero filato. Li conservo lì, dove ho riposto i miei ricordi più belli. Per ora li ho chiusi a chiave, poi si vedrà. Quanto mi spiace però, non poter dare un tocco di blu a quell'angolo di cielo troppo pieno di nuvole! Credo proprio che gli darò un po' di colore che mi è rimasto appiccicato tra le mani: strano che non sia venuto via, con tutto il male che nel tempo ho dovuto cancellare! Ora do un piccolo ritocchino e poi...poi si vedrà. Nonostante tutto, io ci spero ancora.
"
1 1 1 1 1
clicca sulle stelle per valorizzare il testo
Profilo Autore: Giovanna Balsamo  

Questo autore ha pubblicato 207 articoli. Per maggiori informazioni cliccare sul nome.

Era vissuto sempre solo.
Gli anni erano passati sereni, senza grandi drammi sino all’età di settant’anni. Poi, inaspettatamente, la sua vita cambiò. Un giorno d’estate, mentre andava a spasso per piazza S. Pietro in Roma, si trovò di fronte una persona che mai avrebbe immaginato di incontrare.
Quel giorno Francesco compiva proprio i settant’anni e sembrava una strana coincidenza incontrare quella persona, quasi che il destino avesse combinato quell’incontro.
- Ma tu sei Giovanna… ma non so… forse mi sbaglio - disse Francesco senza mai togliere lo sguardo da quegli occhi sorridenti e che forse avevano tanta voglia di raccontare.
- Sì sono io… Giovanna Alvisi e… tu se Francesco Rinaldi o… forse sbaglio? – rispose la donna con accento toscano e con modi fini ed educati. Giovanna non sbagliava.
Era proprio quel tale Francesco a cui aveva dato il primo bacio, le sue prime attenzioni… da innamorata. Poi, dopo l’Università si erano divisi. Ognuno aveva preso la propria strada; Giovanna un medico abbastanza noto nella capitale mentre Francesco lo era altrettanto nel campo legale.
Quel giorno il loro incontro fu veramente come un nuovo colpo di fulmine. Come due innamorati si presero per mano e quasi furtivamente si dettero un bacio. Giovanna e Francesco non erano sposati. Il lavoro aveva assorbito le loro giornate e non avevano mai pensato di crearsi una famiglia. Erano anni che non si vedevano. Forse erano passati quarant’anni. C’era stato sì un precedente incontro ma nessuno dei due aveva voluto dare una particolare attenzione all’altro. Quell’incontro in Piazza S. Pietro, diciamo, aveva favorito una decisione importante. Passarono così, nell’assoluta felicità tanti e tanti mesi. Il loro frequentarsi era continuo che ad un certo punto Francesco prese coraggio e le fece la proposta di matrimonio.
- Giovanna vuoi sposami? - disse Francesco tradendo un po' di emozione. La sua "fidanzata" non credeva a ciò che sentiva. Le sembrava impossibile che a quella età dovesse ricevere una proposta di matrimonio. Ma l’amore non ha età. Volevano mettere su famiglia. Crearsi un nido d’amore nonostante gli anni. In fin dei conti non c’era nessun impedimento. Anzi, l’amore avrebbe dato un aspetto decisamente diverso alla loro unione e alla loro vita da " pensionati". La cerimonia non fu sontuosa anzi tutto aveva il sapore della semplicità e della genuinità, quella vera che è assai difficile trovare. Amici da una parte e dall’altra e un pranzo intimo, quindi, con poche persone. Avevano poi scelto di vivere nel centro storico di Roma. Un decoroso appartamentino era il loro nido. Vissero ancora insieme per tantissimi anni sempre d’amore e d’accordo. Vissero molto intensamente che alla fine, per l’inevitabile disegno della vita, uno dopo l’altro si lasciarono. Avevano scritto un biglietto prima di "andarsene" forse per suggellare a loro stessi, per un senso di amorevolezza reciproca, quel loro volersi bene. Senz’altro si erano voluti veramente bene.
Gli amici trovarono i loro biglietti in un cassetto.
"Francesco, sei stato sempre un adorabile sposo.
La tua Giovanna".

"Giovanna, sei stata sempre la mia gioiosa compagna.
Il tuo Francesco".

1 1 1 1 1
clicca sulle stelle per valorizzare il testo
Profilo Autore: franco  

Questo autore ha pubblicato 32 articoli. Per maggiori informazioni cliccare sul nome.
Miserabile è chi alimenta il fuoco dell'approssimazione e della superficialità. Miserabile è chi dà alle fiamme nobili princìpi per produrre cenere. Miserabile è chi affama i popoli per arricchire chi ha già tutto. Miserabile è colui che tenta di sopprimere chi lotta per la giustizia. Miserabile è chi pensa solo al proprio tornaconto. Miserabile è chi distrugge ciò che gli altri costruiscono...e lo fa col becero intento di produrre miseria. Miserabili sono coloro che vengono soggiogati da chi ha brama di potere. Non è miserabile chi è costretto a vivere ai margini, per colpa di una società corrotta e malata. Non è miserabile chi lotta per sopravvivere. Non è miserabile chi è costretto a condurre una vita grama. Spesso si è avari con chi non ha nulla e generosi verso i miserabili. Spesso chi ti punta il dito è colpevole; ma viene supportato da facoltosi miserabili. Chi alimenta e produce miseria è un miserabile, chi la subisce è una vittima...ma purtroppo vogliono farci credere il contrario. Il nostro è un mondo pieno di miserabili "pecché 'o munno s'è avutato sotto è ncoppa." Riportare le cose al posto giusto è difficile, ma non impossibile...vale sempre la pena provarci.
1 1 1 1 1
clicca sulle stelle per valorizzare il testo
Profilo Autore: Giovanna Balsamo  

Questo autore ha pubblicato 207 articoli. Per maggiori informazioni cliccare sul nome.
Ho mollato la scuola diverso tempo fa.
Vivo chiuso nella mia stanza, spesso chiuso anche dentro me stesso.
A volte vorrei solo un pianto bambino, ma non riesco a piangere.

Credo che ognuno abbia la sua vocazione.
La mia è essere pazzo. La conferma è l'antipsicotico che prendo ogni sera. Invece di fare quello che vorrei, me ne sto qui sul letto tutto il giorno, rapito da un cronico torpore che mi ancora al materasso. La mia anima è questa cimice che vola vorticosamente intorno alla luce e poi sbatte al suolo. So cosa c’è al confine dei miei occhi e non mi piace. So cosa c’è oltre questa finzione (la vita) e non mi piace. Non c'è giorno che io mi chieda se sono schizofrenico, o bipolare, o chissà che altro. Ho rabbia, questo sì!
Non riesco ad oppormi alla rabbia. Non so nemmeno esattamente cosa la scateni. I muscoli cominciano ad irrigidirsi e le mani, tremanti, si chiudono a pugno. È la mia strategia per non saltare giù dal letto e spaccare tutto. Ormai le porte delle camere e il muro d'ingresso hanno ben impresso nella loro memoria il mio gancio destro.
Verso sera le mie percezioni si amplificano.
Il giorno è caos.
La sera è più nitida, più ordinata.
Io, però, funziono inversamente proporzionale. Invece di essere più pacato, scateno un’energia che mi distrugge. Impegno troppo la testa e poi vado in sovraccarico.
La notte deforma le ore e i pensieri, le parole disegnano geometrie mostruose e le ombre bramano il mio corpo. Anche il bisbiglìo proveniente dall'altra parte della casa assume connotazioni surreali. Squadroni di insetti si impadroniscono delle mie orecchie, mi parlano di me e mi gridano: - Uccidi, uccidi…! -
La bocca si schiude alla bava e questi scarabei che mi dilatano le palpebre con le loro zampette pungenti, … quanto male fanno!
Per fortuna mia madre entra in camera a salvarmi. Mi porta il farmaco e usa parole che mi distolgono dalle mie ruminazioni.
Lentamente mi addormento.

Lei è più folle di me, crede ancora che io possa guarire ed ogni mattina viene a svegliarmi come se dovessi andare a scuola...ma io ho mollato la scuola.
Diverso tempo fa!
1 1 1 1 1
clicca sulle stelle per valorizzare il testo
Profilo Autore: Lilith50  

Questo autore ha pubblicato 35 articoli. Per maggiori informazioni cliccare sul nome.
Se fossi un libro di fiabe, sarei letto da tanti bambini, ma anche da tanti adulti che raccontano fiabe ai piccini. Se fossi un libro di cucina, sarei sfogliato da mille mani, profumerei di zucchero, di cannella, sarei felicemente impiastricciato di farina ed avrei il dolce sapore delle cose buone e belle. Se fossi un libro con figure in rilievo, sarei un cartonato stropicciato e sgualcito da piccolissime e dolcissime mani. Se fossi un libro, le mie parole rimarrebbero scolpite nel tempo per anni...forse per secoli. Se fossi un libro, entrerei in tante case e sarei il migliore amico di chi cerca compagnia. Se fossi un libro non avrei il tempo di annoiarmi; perché parlerei di poesia, di storia, di geografia, girerei il mondo e probabilmente non morirei mai: ad ogni parola fine, inizierei a respirare nuova vita in altri capitoli di un nuovo libro. Non sono un libro, ma nelle pieghe del mio volto c'è tanta storia: dalle occhiaie tatuate sul mio viso, si leggono le notti passate in bianco a riflettere sulla speranza di un domani migliore. I miei occhi hanno fotografato tante immagini, che gelosamente custodisco nell'album delle memorie. Il mio corpo porta il segno di cicatrici lasciate dal tempo: ricordi di tante pagine strappate. Non essendo un libro, non so neppure di quante pagine dispongo; però spero di averne ancora tante di pagine bianche da girare: pagine di vita, che simili a candide colombe svolazzeranno fra fiumi d'inchiostro, per continuare a scrivere ciò che non ho ancora scritto.
1 1 1 1 1
clicca sulle stelle per valorizzare il testo
Profilo Autore: Giovanna Balsamo  

Questo autore ha pubblicato 207 articoli. Per maggiori informazioni cliccare sul nome.

Dovrei riferirvi una notizia straordinaria amici,

all’avvicinarsi del Natale, mi ritrovo a sorridere di più,

 sento il cuore ingrandirsi, tutto il mondo circostante

balla davanti!! Davanti ai miei occhi, nascono nuove

speranze, qualcosa sta cambiando, incontrollabili

sentimenti divampano in fondo al cuore,

è incontrollabile la felicità che picchietta dentro,

qualcosa di buono mai ascoltato prima,

situazioni armoniosamente imbarazzanti,

rassicurano arriva finalmente un po' di tranquillità!!

Il Natale bussa al nostro campanello, avvisa chi ha

troppo sofferto, otterrà ciò che desidera, da solo non

resterà più nessuno, tutti verremo trasferiti, accadrà

 il miracolo, ognuno potrà proseguire la strada che sogna!!

Tutti potremo credere e sperare se abbiamo aspettato

 il Natale come giusta scelta per trasformare e cambiare la nostra vita, avremo finalmente il toccasana

per la nostra autostima, arriverà il Miglior Amico di tutti

per condividere tutto con passione & infinito Amore,

il Natale ci permetterà di raggiungere ogni nostro

obiettivo, a lui dovremo rivolgere un accorata preghiera,

invitarlo a restare insieme a noi a tempo indeterminato!!

1 1 1 1 1
clicca sulle stelle per valorizzare il testo
Profilo Autore: Tonino Fadda  

Questo autore ha pubblicato 291 articoli. Per maggiori informazioni cliccare sul nome.

Natura ritemprata 

ecco una goccia, eccone due ,

 ecco un tuono , eccone due.

Un canto di pioggia

ondeggia alle foglie 

 cade alle radici 

 penetra fin dentro le viscere.

si dissolve 

s’imperla di suoni e danza

d'arcobaleno  sul mare .

1 1 1 1 1
clicca sulle stelle per valorizzare il testo
Profilo Autore: Caterina Morabito*   Socia sostenitrice del Club Poetico dal 14-03-2014

Questo autore ha pubblicato 896 articoli. Per maggiori informazioni cliccare sul nome.
Anche se non ci sono, volati in cielo, è come se ci fossero
in certi frammenti, comprendi che ti verranno incontro
e quello che non han potuto fare prima, lo faranno dopo
difendendoti a spada tratta, da chi manca di rispetto
Li vedi che indossano altri vestiti
Con indulgenza applicano leggi
Firmando su un taccuino prendono nota di tutti i mali fatti
pochi saranno risparmiati, il loro giudizio posa le fondamenta
sugli esseri intorno a te, che mentre non credono, qualcosa di sbalorditivo accade
Il timore li assalirà e nulla avranno, a cui aggrapparsi, senza scialuppe
persi nel mare più profondo, che il cosmo vede, ma non la terra
troppo lontani per avvistarla. Presenti e pazienti si mostrano
nel sorriso che avevano perduto quando la vita se li portava
nei sogni, sognavano, abbracciandoli
nei frastuoni dei giorni. Perlustrano zone e li confondono
col giorno, che profuma di pane, appena sfornato
fresco e buono guardato con gli occhi canterini
nel finire di serate, felicemente, addormentate

Quando si è in vita non sempre si riesce ad essere come si dovrebbe, con chi ci sta intorno, ma dopo si può essere migliori, proteggendo, in ogni momento 

1 1 1 1 1
clicca sulle stelle per valorizzare il testo
Profilo Autore: poesie profonde  

Questo autore ha pubblicato 734 articoli. Per maggiori informazioni cliccare sul nome.
Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie.
Per maggiori informazioni sui cookie e per gestire le preferenze sui cookie (di prima e/o terza parte) si invitano gli utenti a visitare anche la piattaforma www.youronlinechoices.com. Si ricorda però che la disabilitazione dei cookie di navigazione o quelli funzionali può causare il malfunzionamento del Sito e/o limitare il servizio.