- Ciao, come stai? Una volta, di maggio, venivi a trovarmi spesso… -
- Beh, altri tempi, ero un giovanotto, la casa non era lontana, il primo bagno era in aprile. -
- Sì, va bene, ma non mi hai detto come stai. -
- Così così… -
- Carenza di sogni? -
- No, per fortuna quelli non mancano! È che la vita mi prende, mi fa scordare chi sono. -
- E tu sai che devi fare? Alla vita, di’ che sei amico mio. -
- Lo sa, lo sa. Tu, invece, come procedi? Riesci sempre a spumare al meglio? -
- Mi do da fare. -
- Oggi sei di un azzurro antico. -
- Sentivo che saresti venuto e così ho chiesto al vento di assentarsi, di sfogarsi più a Nord. -
- Quale onore! -
- Senti un po’, so che scrivi poesie. -
- E chi te l’ha detto? -
- Si dice il peccato, non il peccatore. Ma tu, nei tuoi versi, mi nomini qualche volta? -
- Altro che! -
- E come mi descrivi? -
- Dipende da come ti vedo. -
- Vuoi dire da come mi vedevi, forse? -
- No, no! Da come ti vedo anche quando sono lontanissimo. -
- E dimmi ancora un’altra cosa… -
- Quale? -
- Hai mai svelato i nostri segreti? Hai mai parlato dei nostri incontri a sera? -
- Geloso? -
- Non si tratta di questo. Il fatto è che oggi sono altri tipi d’incontri. -
- Cioè? -
- La gente arriva, un tuffo e via, e poi si stende a pancia all’aria. -
- La gente non è tutta uguale. -
- In che senso? -
- Magari preferisce il lago, il fiume, i monti o le colline… -
- Fosse così, mi andrebbe bene. -
- Adesso però ti devo salutare. -
- Non andartene Auré! -
- La famiglia, la salute, il lavoro, il futuro… ma ti prometto che tornerò. -
- Io sono qui, io sono il mare. Appena sarai giù per il sentiero, ti riconoscerò. -

Mi avvio guardando, un po’, la sabbia avanti e, tanto, l’acqua indietro. Par che le onde si stirino proprio come me quando, al risveglio mattutino, distendo braccia e gambe. Forse è solo un’impressione, la tenera coda del sogno nella realtà. Sono già sulla stradina e i primi rumori mi rammentano dov’é che son diretto. Spedisco gli occhi al cielo e dopo, quando me li riprendo, si posano sul primo fianco della collina: c’è un salice che non piange.
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Profilo Autore: Aurelio Zucchi*   Sostenitore del Club Poetico dal 04-03-2020

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Commenti  

Alberto Berrone
# Alberto Berrone 27-06-2022 19:29
Bellissimo il racconto. Mi è piaciuto. :-)
Ciao Aure' :-)

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