Ah,però! Portando un pacco di patate del Perù sopra una piccola panca di pietra pomice ,inciampai in una pila di poponi del padovano procurandomi la perforazione del piloro e piccoli ponfi sulla pancia e sui miei pettorali da palestrato.Prontamente mi portarono al Pronto soccorso dove mi propinarono parecchie pastiglie di piramidone,permanganato di potassio ed una particolare pomata al pompelmo e ai peli di puzzola pretrattati al polonio impoverito…oh povero me!

Ne uscii prestante più di prima e così mi premiai con un pasto prelibato al ristorante “Pasta e peoci”con paccheri al pomodoro pachino,provola e peonie della Patagonia macerate nel Pernod ,petto di pollo alla paprika e prezzemolo,un poutpourri di pesche e prugne con panna e petali di petunia appassiti e una pinta di prosecco da paura! Purtroppo queste pietanze mi procurarono una particolare paranoia parossistica tanto che ebbe una visione prismatica di Peppa Pig che suonava un piffero di porcellana in una portineria di una palafitta dell'isola di Ponza insieme ad un polipo polistrumentista reduce da una prestigiosa performance al teatro Politeama di Posillipo…roba da pazzi!

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Sgranocchiando dieci grammi di grana su un gradino di granito a Granada,grattandomi il grugno,mi graffiai una gota in modo non grave.

Con un po' di garza e qualche gargarismo la guarigione fu garantita.

Così,gagliardo come un gallo che becca granaglie in una galleria a Gallarate,gongolai gradevolmente e,tanto per gradire,mi gustai una tartina al gorgonzola con la goccia e un po' di gotti di un buon Grignolino e anche qualche gin tonic.

Purtroppo si scatenò un guazzabuglio di strane sensazioni tanto che sognai una ex guardia giurata di nome Guendalina,

vestita un po' grunge,che girava su una giostra gridando al gufo,al gufo! mentre un gorilla del Gambia gambizzava una giraffa con un girocollo di giada sorseggiando una granita alla grappa. Che guaio!

Mi risvegliai sopra un guanciale sgualcito sopra una coperta di guanaco e, per rimettermi in sesto,ma anche in settimo,sgranocchiai delle gambette di granchio della Groenlandia con una grattatina di giuggiole e un gustoso guazzetto di grongo al ginepro terminando il tutto con una ganache di gelato al ginseng del Giappone…de gustibus!

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Mi sono stancato di stendere lo stucco sopra una stecca che si era staccata in uno stanzino dove stava stipato uno stock di sturalavandini in stagno che uno stupido stalliere di Stoccolma aveva stoccato insieme a degli stendibiancheria durante la stagione della migrazione degli stambecchi dello Stelvio.Stufo per questa stupida storia,con uno stuzzicadenti in bocca strizzai l'occhio ad una starlette,sosia di Barbara Streisand che aveva una bella stazza,invitandola ad uno stage culinario per imparare a fare gli struffoli.

Mi stupii, stranamente,che avesse accettato, così ,stimolato dalla cosa,la invitai nella mia stube in Stiria con la scusa di mostrarle la mia collezione di penne stilografiche.

E così dimostrai veramente di che stoffa ero fatto…che serata stupenda!

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Lento come una larva di lepidottero uscita dal letargo mi levai le lenzuola del letto, mi lavai e indossai un paio di leggins leggerissimi in leacril color lilla e, come una libellula su un fior di loto, mi lanciai a gambe levate su un lungo litorale di una località di lago ma inciampai in un ramo di leccio procurandomi una lancinante lussazione lombare che richiese una lunga degenza fino all'ultimo lunedì di luglio. Dopo lunghi e lenti esercizi ai legamenti, liberata la mente da questi lacci e lacciuoli, prima di lasciare la struttura, offrii una birra ad una leziosa logopedista, un po' lesbica, che lavorava lì, la quale, col sorriso sulle sue labbra come quelle di un lemure della Lunigiana, mi augurò scherzosamente... In bocca al luppolo!

Alla fine tornai lietamente nel mio loft sul lungotevere dove, tra un limoncello, un lecca lecca e profumi di lavanda, mi dedicai ad una lettura leggera delle Lamentazioni di Geremia, della Lisistrata, del Leviathan e alla fine di Lolita...ascoltando l'ultimo long playing  del Litfiba spaparanzato su una 

chaise - longue di Le Corbusier.. ehh

,.. non siam mica qui a mettere le giarrettiere ai fenicotteri rosa... neh!

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Mi ricordo lasagne verdi/

che mangiavo già da bambina/

e un arrosto cotto in padella/

con coniglio ed olive nere/

Poi un giorno mi prese l'uzzo /

di bollire pure un merluzzo /

con cicoria, finocchio e timo/

che ho invitato anche il vicino/

Quante volte ci ho messo il sale/

anche se dicon che fa male /

il buon gusto no, non lo perdi/

ma io sogno lasagne verdi/


È un bel piattino, l'ho fatto proprio con amore/

anche il vicino l'ha gradito, credi a me/

ora son pronto e mi iscrivo a Master Chef/


E ricordo lasagne verdi e la scarpetta col pan carré /

un tortino con mele e noci/

due cannoli e quattro bignè /

Ma chissà cosa poi è successo /

ho passato la notte al cesso/

ghiaccio in fronte, tachipirina/

due tisane e una copertina/


Il mio destino, è aver sempre la mappazza/

tanto che mollato mi ha pure la ragazza/

non vedo altro che problemi e sorci verdi/

che poi alla fine sogno lasagne verdi/

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Parbleu!

La polluzione sesquipedale scaturita dal più classico solipsismo finto borghese,ben si rapporta ad una sorta di amichettismo extraconiugale,confortato altresì dalla resipiscenza parossistica del substrato istituzionale,degno del più becero pangermanesimo berlinocentrico.Evidentemente,la coagulazione ortostatica del segmento epidurale neoclassico, avulso dalla catechesi Sanbenedettina più scontata,si differenzia, surrettiziamente nel maggiore accanimento qualunquistico di tipo giacobino,con conseguenze catartiche nel cerchiobottismo più esasperante, soprattutto dopo l'anniversario della presa della Bastiglia!

Oh,parbleu!

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Durante la quaresima,con un certo quid di quattrini ho acquistato quarantaquattro quaglie in un quotato quagliodromo di un certo Quirino che aveva fatto il vicequestore a Quarto Oggiaro e che,in quattro e quattrotto mi fece una quietanza senza tante querimonie. 

Contento come Quasimodo dopo aver scritto una quartina su un quaderno a quadretti con la copertina in quadricromia o come uno qualunque che ha trovato un quadrifoglio,invitai una mia amica di scala quaranta di nome Quinzy al ristorante QuiQuoQua dove ci rimpinzammo di quadrucci al quartirolo,una quiche Lorraine alla quinoa e quattro quartini di Chianti Querciabella doc.Uscimmo cantando a squarciagola Quando,Quando, Quando,salimmo sul mio quad e tornammo nel mio appartamento nel quartierino  del Quadraro.

Così cominciammo una simpatica querelle di baci e avances in quantità fino ad un clamoroso ballo del qua qua con il sottofondo di una compilations di pezzi di Quincy Jones e vari remakes di canzoni dei Queens…e quando mai!

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Ho incontrato dal barbiere di Siviglia la Norma e sua sorella Tosca che si facevano belle per andare al compleanno di Otello organizzato a casa di una Italiana in Algeri di nome Aida.C'era anche una certa Madama Butterfly con suo marito, un rusticone affiliato alla Cavalleria Rusticana che raccontava di aver partecipato, col suo amico Rigoletto, al Matrimonio di Figaro durante i Vespri siciliani insieme a sua cugina che ,recentemente ,era stata Traviata da uno dei Nibelunghi dopo aver bevuto un Elisir d'amore a casa di una certa Adriana Lecouvreur, mentre era Sonnambula, non prima di aver ascoltato il suono suadente di un Flauto Magico. A questo punto la cugina decise di vendicarsi e così spiegò la cosa ad un suo caro amico ,un certo Andrea Chenier ,che decise di interpellare tal Guglielmo Tell che era a capo di un gruppo di Masnadieri.Questi , però, rispose che non l'avrebbe fatto neanche per tutto l'oro del Reno e solo la Forza del Destino poteva risolvere la questione. Mannaggia a questi Puritani! E allora decise di chiamare tutte le sue più care amiche, la Carmen, la Fedora, la Francesca da Rimini e la Manon e di portarle al bar dell'amico Fritz per prendere una solenne sbornia e dimenticare finalmente tutto il fattaccio...Così Fan Tutte!

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CERIMONIA IN POMPAMAGNA
Ieri nel mio atelier situato in via Maqueda si è presentata una ragazzina sulla ventina. Trainava faticosamente una carrozzina, in sé portava una bellezza un po' artefatta:
" Talia cu beddu fu stu vestito, puru si pi mia mi pari n'anticchia strittu 'n vita "
"Come posso esserle d'aiuto?"
" M' avi a maritari u mese ca vene , a dda essere a cerimonia chiù ' mpurtanti i tutta Palemmo. Vossia mi può aiutari?" Il dialetto volgare mal si addiceva alla sua giovane età .
" Le posso mostrare questo abito a sirena molto aderente, impreziosito da piccole paillettes " la ragazza legge:
" Clere MC Ardell, chistu Nun è più mia , è pi na 'mericana , na forestiera!"
" Signora sull'etichetta dell'abito è esposto il nome della stilista non quello della destinataria"
" Vero è " risponde imbarazzata , continuo a sorriderle seppur forzatamente mentre un pianto accorato attira la nostra attenzione, proviene dalla carrozzina che ora è posata ad un angolo del grande divano:
" Ma cu avi sta nica mia ca sempri chianci ?"
" Se quell'abito non l'agrada posso mostrarle questo in pizzo di Bruxelles , stile provenzale "
" Nonzi io a una nobile vogghiu assumigghiari , cumu a Lady Diana o a chiddre du Casteddu De Cerimonie ' n televisione "
A sorpresa senza che io possa intervenire in nessun modo, la ragazza tira fuori un'orribile stoffa rossa decorata con disegni Barocchegianti " Di denari mi patri ci nni spenni assai pi sta cerimonia e famigghia cummannera noi semu!"
Poi tira un sospiro per placarsi e continua fissandomi con gli occhi fuori dalle orbite:
"Da cca ci avi a fari l' abbitu miu, o chiustu u nuddu! M'antindisti ?"
Esasperata rispondo in un sol fiato:
" Signora , il matrimonio è tra un mese e lei mi commissiona il vestito solo ora?! È per caso impazzita ?, poi la invito a raggiungere l'uscita.
" Ogni cani è liuni a la so casa !" Mi grida furiosa sbattendo la porta dietro di sé.
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Profilo Autore: Arianna Mosconi  

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Mi sono alquanto inquietato quando quel giorno in Questura, non essendoci il questore che di solito a quell'ora era qui, ho chiesto ad un querulo questurino di Acquiterme dove fosse andato. Mi disse che si era acquattato in un acquitrino per fotografare un'aquila col suo aquilotti. Al che mi acquietai e andai a fare degli acquisti insieme ad un acquacultore del segno dell' acquario proveniente da Aquisgrana con una maglietta con il logo di Qui Quo Qua comprata nel Qatar. Dopodiché mi venne una certa acquolina per cui entrai nella trattoria l'Acquarello, nei pressi di un acquedotto, con le pareti tappezzate di parecchie acquaforti e  con un fastidioso vapore acqueo,dove mi abbuffai di anguille, acquadelle e alquanti calici di acquavite. Tornato a casa mi acquattai sul mio materasso ad acqua e mi appisolai sognando di andare su un acquaplano all'Aquafan di Riccione gridando a questi e a quelli,una quantità di consigli per gli acquisti!

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Profilo Autore: Ferruccio Frontini  

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