L'equilibrio quaternario surrogato da una sorta di catecumenismo cimiteriale fortemente forcaiolo, si stempera surrettiziamente in una dodecafonica quiescenza sesquipedale scevra, altresì, di paradigmatiche sostanzialità apotropaiche, con conseguenze esiziali sulle fenomenologie essudative dei piedi dei partecipanti alla maratona di New York che calzano scarpe Adidas taroccate di provenienza misto coreano-partenopea.
Dunque, la composizione ortostatica dei plantari
in gommapiuma riciclata provenienti dal nord del Bangladesh, ben si rapporta con la sussidiarietà pelosa di un certo sciovinismo svizzero ticinese, compenetrato, of course, da una parvenza di revanscismo prebolscevico di basso profilo merceologico socio economico... ecco, finalmente l'ho detto!
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Paragonando la preparazione del fritto di paranza
di Pescasseroli con quella del piatto di panzanella di Posillipo, pare che si produca una probabile precipitazione parossistica perpendicolare nelle protuberanze parallele dei parametri piroclastici dei pupazzi di pezza pizzicati da pinze di plastica nei programmi preregistrati di Porta a Porta del preserale prima della pubblicità dei pannolini Pampers per poppanti particolarmente propensi alla pipi.
Purtroppo, la prolissità puerperale paradigmatica,
privilegia una certa promiscuità parentale paragonabile probabilmente al participio passato del verbo parafrasare, producendo quindi una pulsione persecutoria perequativa priva perciò di ripercussioni postelegrafoniche nel percorso pedonale preferenziale del tratto Piacenza-Padova privo di area di parcheggio per pulmann targati Polonia pieni di polacchi con i polacchini ai piedi...che peccato, però!
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Eqqueqquà

L'obnubilamento serotino di tipo omofobico sesquipedale si caratterizza sorprendentemente in una sorta di agglutinamento gastroduodenale proteiforme,stranamente virato seppia, con indubbia consistenza onomatopeica cuneiforme, decisamente senza conservanti e assolutamente gluten free.
Ciò detto, è lapalissiano che la cesura ortoplastica dell'incunabolo dodecafonico sottocutaneo, privato della sua componente solanacea postprandiale, mal di coniuga con la più esacerbante fitocoltura rinofaringea fortemente persecutoria pregna, altresì, di insolite sbavature mitocondriali di notevole consistenza subliminale metempsicotica.
Sono stato chiaro o no!
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Andando un giorno a Sciacca, ebbi uno choc vedendo uno sceicco che sciacquava in acqua uno scialle piuttosto sciupato con la foto di Shakira che, tra l'altro, era stato rubato ad uno sciamano di Shanghai da uno scippatore sherpa che, scappando, era scivolato su un foulard di chiffon piuttosto chic.
Per distrarmi da queste sciocchezze, decisi di andare a sciare a Sciaffusa con un bel paio di sci nuovi marca Schuco, della sciolina, il mio cagnolino sharpey di nome Shaki e una sciccosa sciarpa in shantung con l'effigie dello Shuttle, firmata da Chanel.
Salendo sulla sciovia, sfortunatamente , caddi scioccamente, sciancandomi la schiena.
Fu un vero choc che mi procurò un incubo tale che ebbi la visione di uno sceriffo vestito con uno chemisier in Shetland che, dopo una bevuta di uno Chardonnay sceccherato,pedalando su una bici con cambio Shimano, sciorinava frasi del filosofo Schopenhauer ascoltando brani scelti di Chopin e Schostakovic mente giocava a Shangai e a chemin de fer vicino ad una chaise- longue... Che sciocchezze... scialla!
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Attività atipiche

Sono un tipo un poco atipico, sono utopico e distopico, mi piace l'ippica ma non mi applico.
Amo le ipotesi, le ipotenuse e anche le iperbole, sono imperturbabile e impermeabile e non mi impiccio se non per trarmi d'impaccio dai pasticci circa una questione di impeachment.
Mi impegno e mi impongo di frenare ogni mio impulso più impellente e ciò mi rende importante senza alcuna imposizione o imprimatur.
Ebbene sì, sono impavido ed atavico, apolitico e  iperteso in modo apodittico, amo le topiche un poco atipiche e rimango attonito e attapirato se gli altri non ottemperano alle mie attese.
Ahimè tapino! :magari avessi trovato un topazio sui monti Carpazi a forma di trapezio!
Avrei rinunciato volentieri a fare il trapper nei pressi di un convento di trappisti cercando di trovare spazio nelle stanze di un ospizio per accatastare spezie nei pressi di La Spezia e a mangiare impepate di cozze e pezzi di pizza su tovaglie di pizzo di un pazzo di cognome Pozzo..
forse devo metterci una pezza...!!
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Sesto senso

Sibilando come uno scorfano di scoglio con la scoliosi, nei sedimenti sabbiosi del mar dei Sargassi, mi stesi su un soffice sofà in seta, color sangue di somaro siamese, sognando serate di sesso sfrenato con una scostumata segretaria slovena dai grossi seni e un sedere da super Guinness!
Mi sollevai da questo strano sopore al suono di uno svolazzo di uno stormo di stornelli che mi riempirono di stronzetti tutta la mia serra di sterlizie nonché la mia Seat Sl di seconda mano, color senape di Saint Sulpice. Che sfiga!
Così, per scacciare questo senso di
scoramento, spedii un sms alla sorella del mio salumiere di fiducia, ex suora, e la invitai per uno spuntino allo Snack bar la Siesta, dove ordinammo sushi di salmone con salsa al sedano, sardine a scapece, seppie alla Savonarola, sorbetto di susine  al sesamo e un assaggio di torta Sacher con salsa di sorgo di Siracusa .
Sorbole!
Che serata!
Andai in solluchero come un suonatore di sassofono ad una jam session e, più soddisfatto di un sindacalista ad uno sciopero a singhiozzo, mi assopii su un assolato solarium di una Spa dell'hotel Savoy di Salerno, dove presi una solenne scottatura che mi ridusse come uno scarrafone sadomasochista in trasferta nella solfatara di Pozzuoli;
ciò mi procurò una sequela di allucinazioni, tanto da credere di essere uno svogliato studente di sociologia alla Sorbona con l'acne sebacea, piuttosto che uno spacciatore abusivo di scorfani surgelati in Sicilia o uno scostumato scambista sudanese, solutore accanito di Sudoku!
Ah..se solo lo avessi saputo ! piuttosto sarei partito per un tour in Scandinavia per fare scorta di stoccafissi sotto sale o in Siberia alla ricerca della sorella segreta di Solgenitsin o sarei entrato in un santuario di Saragozza cantando a squarciagola "Santo, santo il Signore" insieme alla suocera sudamericana di Shakira con la sesta di seno!
Per mille satanassi!
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Felice era un bel ragazzo dal carattere allegro e gioviale. Faceva il vigile del fuoco e aveva conosciuto Fiamma durante un'incendio, salvandole la vita. Lei era davvero carina e a Felice era piaciuta subito. I due giovani cominciarono a frequentarsi e, ben presto, sentirono accendersi la fiamma dell'amore nei loro cuori. La loro era un'unione felice, si trovavano in perfetta sintonia. Una sera però, durante una passeggiata insieme, Felice si era accorto che qualcosa non stava andando nel verso giusto, poiché la giovane era rimasta silenziosa per tutto il tempo. "Fiamma cos'hai? Ti vedo spenta!", chiese il giovane alla sua amata. "No Felice, sto bene, è solo una tua impressione", rispose la ragazza abbozzando a stento un sorriso. Lui le pose istintivamente una mano sulla fronte. "Ma Fiamma, tu scotti! Hai la febbre!". Effettivamente Fiamma era molto calda e Felice pensò che fosse meglio accompagnarla subito a casa. Una volta arrivati, lui si offrì di preparare una minestra, visto che non avevano ancora cenato. "Attenta Fiamma, è bollente!", disse il ragazzo nel porgere il piatto all'amata. Felice era sempre molto premuroso nei confronti della sua ragazza. Quella sera il giovane aveva un brutto presentimento. Fiamma aveva la febbre, ma lui sentiva in cuor suo che la causa della tristezza di lei, non era certamente dovuta alla temperatura alta.
"Amore mio, dimmi, c'è qualcosa che non va?" le chiese preoccupato, dopo che, finita la minestra, si erano accomodati sul divano. Fiamma attese qualche secondo prima di rispondere, ma ormai si era resa conto che fingere sarebbe stato inutile, decise così di rivelare la verità al suo fidanzato. "Felice, io...ecco...ho riflettuto molto su di noi negli ultimi tempi". Erano proprio che le parole che Felice non avrebbe mai voluto sentire pronunciare dalla sua amata Fiamma! Ancora prima che la ragazza potesse continuare a parlare, lui aveva già intuito tutto! Felice si sentiva davvero infelice. "In che senso hai riflettuto?" le chiese il giovane, aspettando con terrore la risposta di lei. "Vedi, ultimamente io non sento più il calore che prima avevo dentro". "Ma cosa dici Fiamma, tu stasera sei caldissima!" replicò Felice. "Sai bene a cosa mi sto riferendo, è inutile che fingi di non capire! La fiamma del nostro amore si sta spegnendo, Felice! Te ne sarai reso conto anche tu!". A questo punto l'infelicità di Felice raggiunse un livello tale che i suoi occhi si inumidirono. "Vuoi dire che tu non mi ami più? Io ti amo ancora, la mia fiamma non è spenta!" disse lui cercando di trattenere le lacrime. "Felice, non voglio che tu diventi infelice, ma è giunto il momento per me di dirti tutta la verità." Felice cominciò ad essere confuso. "Vedi Felice, io un mese fa ho conosciuto un altro uomo. Mi sono innamorata di lui. Sento che è lui quello giusto per me." Felice restò di sasso. Come era possibile che la sua rossa Fiamma (la ragazza aveva antenati irlandesi) lo stesse lasciando per un altro? "No Fiamma, non è vero, tu non puoi amarlo sul serio!" disse Felice che si sentiva ormai disperato. "Ti assicuro che brucio d'amore per lui. E' l'uomo che ho sempre sognato per me". "Ma chi sarà mai questo tizio per aver conquistato una come te?" chiese lui. "E' un artista del circo che è arrivato un mese fa nella nostra città. Fa il mangiatore di fuoco". Felice era incredulo. "Così lasceresti un pompiere per un mangiatore di fuoco? Fiamma, hai perso la ragione?". "Rassegnati Felice! Tra me e te è finita!". Felice a quel punto si alzò, uscì dalla stanza e corse alla scala che portava in soffitta. Sentiva che era giunto il momento di fare ciò che aveva sempre desiderato, ma che continuava a rimandare, per amore di Fiamma. Da mesi soffocava il suo istinto, ma ora poteva finalmente lasciarsi andare. Afferrò saldamente quell'arnese che da tanto tempo teneva chiuso a chiave in soffitta, per evitare di usarlo sulla sua amata. Si, quello era davvero il momento giusto per usarlo! Fiamma era rimasta seduta sul divano ad attenderlo, pensando che fosse andato in bagno. Il giovane scese dalla soffitta con quell'arma micidiale in mano e rientrò nel salotto. Appena Fiamma lo vide, si rese immediatamente conto delle sue intenzioni e fu colta dal panico. "Felice, cosa vuoi fare? Sei impazzito? Ti prego, no!", lo supplicò Fiamma, paralizzata dal terrore. In un attimo, le abili mani del pompiere Felice azionarono l'estintore puntato verso Fiamma, la quale si spense in pochi secondi. "Bene, visto che non bruciavi più per me, ora non brucerai più neanche per lui! Lasciarmi per un mangiatore di fuoco, sciocca ragazza: con lui avresti fatto una fine ben peggiore!". Felice era di nuovo felice perché sapeva di avere salvato Fiamma dalle viscere del mangiatore di fuoco, inoltre aveva fatto il suo dovere di pompiere. Si sedette sulla parte pulita del divano e accese la TV. Era giusto l'ora della sua soap opera preferita, "Fiamma d'amore".
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Profilo Autore: poetessalibera  

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Ogni sera il piccolo Andrea, prima di andare a dormire, organizza tutto quello che gli serve l’indomani per la scuola. Prende quindi lo zaino dal suo armadio e vi pone l’occorrente in modo deciso e ordinato o per meglio dire questo è il suo proposito ma in pratica è più deciso che ordinato.
Dalla scrivania fa scivolare nelle varie tasche dello zaino quaderni, libri,astucci, penne, pastelli e ogni oggetto utile.
Poi ben lavato e indossato il suo pigiama preferito si addormenta soddisfatto, ma non sa che mentre lui sorride durante i suoi i sogni, gli oggetti riposti nello zaino prendono vita.
Svegliati ben ben, ad uno ad uno escono e messi comodi iniziano a chiacchierare.
Comincia il libro di geografia: <>.
<> replica il libro di storia. <>.
<> dice una delle penne. <>.
<> aggiunse un pastello.
<> urlano gli astucci.
Tutto questo rumoroso lamentarsi fa svegliare Andrea.
<<ma, ma...ma="" sono="" sveglio="" o="" è="" un="" sogno?="" voi="" parlate?<br=""><> risponde la riga. <> continua con voce seria e rimproverante. <>.
<> interrompe il bambino. <>.
<<no, no,="" no="">> continua severo il compasso. <>
Andrea guarda tutti gli oggetti con occhi tristi.
<> dice piangendo poi continua dicendo: <>.
A questo punto interviene con voce calma e dolce il libro di religione:<< Caro piccolo, adesso smetti di piangere, asciuga le tue lacrime e ascoltami. Per rimediare devi rispettare poche e semplici regole:
1) I libri si leggono senza disegnarci, colorarci e far loro alcuna piega;
2) Penne, matite e pastelli non si mangiano, non si privano della carta. Così non solo rovini loro, ma anche i tuoi denti e le tue mani. Poi una volta usati vanno conservati negli astucci ai quali non devi rompere le cerniere e non devi tagliare gli elastici interni;
3) Prima e dopo lo svolgimento di tutti i compiti posaci di volta in volta sulla scrivania o nello zaino ma calma e cura, non velocemente.
Se farai come ti ho detto, crescerai da bravo scolaro e buon bambino diventando un ragazzo e man mano un uomo sempre più rispettoso e rispettato.
Il bambino, dopo aver sentito senza mai distrarsi, accetta i consigli con gran sorriso ricambiato dagli oggetti e tutti si addormentano sereni.
Sono passati anni da quella sera e Andrea, ora adulto, ha continuato a seguire i consigli del libro di religione trattando sempre bene oggetti e anche persone raggiungendo così il rispetto meritato.
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Profilo Autore: Veronica Bruno  

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Ho rubato un rospo di rame ad un rigattiere di Roma di nome Romolo che mi ha rincorso fino a Rieti con una Renault rossa senza ruota di scorta e le portiere rigate.
Mi sono rintanato in una rosticceria di un romeno coi capelli rossi e un grosso Rolex al polso il quale mi ha convinto a consumare del rost-beef  con rapanelli e rucola, risotto al radicchio, rigatoni alla russa, ricci di mare al rafano e un buon bicchiere di Riesling. Pagai il conto a rate con molto rammarico e poi, per riprendermi, caricai la mia ragazza su un rickscio' preso a nolo e mi ritirai nel mio ranch tra il Reno e il Rubicone con un regalo di un amico rasta, una serie di CD con repertorio Reggae e una canna di marijuana che mi sparai immediatamente per rilassarmi.
A questo punto ebbi una visione raccapricciante:un ragazzo rubicondo vestito da Rigoletto che ravanava tra i rovi alla ricerca di una confezione di ravioli di Giovanni Rana al ribes nero inseguito da un rinoceronte rosa con gli occhi rigati di rimmel, gli infradito rossi e un cappello da ranger, appena rientrato da un rave party in una radura del Ruanda.  Rintronato da questa raccapricciante rappresentazione, per riprendermi,  rotolai fuori dal letto, mi rimpinzai di ricostituenti al rabarbaro di Ragusa e di Red Bull, indossai le mie Reebok da runner color rame e percorsi in retromarcia un ripido sentiero ascoltando in cuffia la marcia di Radetski e brani scelti di Ron, Raf e Rachmaninov. .. ridete.. ridete..razza di rosiconi.!!
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Profilo Autore: Ferruccio Frontini  

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Ho visto un tizio di nome Tazio che tirava tizzoni a un tipo tozzo, un poco truzzo, con in mano delle tazze da the tipiche del Trentino e una tracolla in pelle di tapiro del Togo trattata al tabasco...veramente tragicomico !
Mi è sembrato un po troppo !
Così, per distrarmi, facendo il trapper, trassi tre trote da un tortuoso torrente tra tralci di tamerici trilobate e tracce di timide tartarughine di terra.
Trascorsi così tutto il tempo nel solito tran tran
giocando a tric trac, a tressette e al tamagochi e postando tutto quanto su Tik Tok insieme ad un gruppo di terrapiattisti di Terracina tornati da Torino in torpedone.
Tuttavia è bene sapere che, se una talpa torna tardi alla sua tana e un tordo si attarda su un tetto tutto tarlato, è tempo di tentare di fare un tampone a tutti per terminare questa terribile tragica tribolazione... e, se tanto mi da tanto, sappiate che "ti che te tacchet i tac, tacati ti i to tac, ti che te tacchet i tac...e questo è veramente tutto ! 
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Profilo Autore: Ferruccio Frontini  

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