Storia di un Calabrese qualunque
 
 
Questa è la storia di un Calabrese qualunque.
Voglio raccontarla perché mi ha interessato e coinvolto,
devo dire che Antonio, questo è il nome
del protagonista, mentre la raccontava aveva gli
occhi lucidi,  era molto emozionato nel narrarmi la sua vita
ed io devo dire altrettanto, avevo un nodo in gola
perché la sua storia era sincera come la mia....
 
Storie di Calabresi emigrati lontano
perché la loro terra non dava pane...
 
 
 

Fischiava il treno
sembrava cantasse
e io bambino guardavo
dal finestrino curioso...
Lasciavo il mare con nostalgia
osservavo le montagne enormi
che solo in televisione avevo visto
quando facevano i documentari….

Mi chiamo Antonio sono nato il 12 febbraio del 1950
a Stalettì, un paesino caratteristico della Calabria
in provincia di Catanzaro situato su di una collinetta
sul golfo di Squillace.  Vanta un panorama stupendo
dove si può vedere la bellezza dello Ionio da Crotone
a punta Stilo.  Ho passato quasi una vita sin da bambino
nelle splendide spiagge tra Copanello e Squillace con
mio padre ed i miei fratelli più piccoli si andava a pesca
tutto il giorno per poter tirare avanti.
A quei tempi non esistevano mezzi per studiare,  frequentai
soltanto la quinta elementare,  dovevo mantenere pure io
la famiglia e così tra agricoltura e pesca mi toccò lavorare
lasciando da parte già da bambino i giochi la scuola ed altro.
Le giornate seppur dure che erano passavano così veloci
non vedevi differenza tra il giorno e la sera però c’erano
dei valori in famiglia che oggi devo dire si sono persi
ricordo che quando si era tutti insieme a tavola anche
con le poche cose si faceva una gran festa, io ed i miei
fratelli ci divertivamo tanto anche perché quello era
l’unico momento al quale ci si poteva riposare,  prendendoci
in giro l’un l’altro e con mio padre e mia madre che ridevano
divertiti delle nostre burle... Poi stanchi si andava a dormire
perché ad aspettarci c’era un’altra giornata di duro lavoro.


 
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Profilo Autore: RAFFAELLO CONCA  

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Commenti  

paolo di cristofaro
+1 # paolo di cristofaro 10-01-2015 13:38
Bella ! Un tuffo nel passato malinconico e vibrante!!!
Demetrio Amaddeo
# Demetrio Amaddeo 10-01-2015 14:44
Qusto spaccato di vita degli anni che furono mi danno lo spunto per alcune riflessioni...
i valori si sono persi nel momento in cui non si lavora più dodici ore al giorno?
io non credo che sia proprio così...
in quel periodo i valori, quali anche quelli della famiglia, erano falsi...special mente in una calabria dove si cercava sempre di nascondere il marcio...la donna sapeva dell'uomo e delle sue scappatelle e non parlava per il bene della "famiglia"...pe r non parlare del padre-padrone, delle violenze, delle molestie, danni psicologici di bambini che adesso adulti devono confessare allo psicologo di turno...
non è proprio così...non è tutto oro quello che luccica del nostro passato...
RAFFAELLO CONCA
+1 # RAFFAELLO CONCA 10-01-2015 15:04
Caro amico non sono d'accordo con te i valori della famiglia ed il lavoro sono due cose diverse a quei tempi si lavorava tanto per bisogno e non per divertimento e poi per fortuna non tutti i Calabresi sono come dici tu abbiamo dei valori ed io come Calabrese ho soltanto bei ricordi della mia famiglia e pure mia madre che a quei tempi era ragazzina non ha mai avuto danni psicologici come dici tu erano una famiglia con dei valori da padre madre e in figlio rispettandosi, mio nonno ha lavorato sodo ahimè è morto a 46 anni e rispettava la moglie era forse una eccezione? Come la maggior parte dei Calabresi? Un saluto....Avrai conosciuto forse una piccola parte della Calabria.
Demetrio Amaddeo
# Demetrio Amaddeo 10-01-2015 15:42
Carissimo amico si lavora anche oggi per bisogno...chi lavora per divertimento è solo fortunato...
Sicuramente conosco poco della Calabria...ci vivo solo da 51 anni...
Non metto in dubbio che la tua era una bella famiglia...ma ho solo detto la mia...cerchiamo di non fare apparire il passato solo come una bella cartolina...per chè noi tutti siamo figli di quel passato...
nabrunindu
+1 # nabrunindu 10-01-2015 19:26
complimenti ad antonio, siamo coetanei, figli di quell'irripetib ile anno santo, 1950, classe di ferro etc..ect... bello il tuo racconto, mi ci specchio, anche se non sono stato pescatore, grazie!
Silvana Montarello
# Silvana Montarello 10-01-2015 20:39
Per fortuna ognuno abbiamo la nostra famiglia, i nostri valori, per fortuna nessuna famiglia è uguale all'altra....
è la nostra famiglia credo faccia parte di quelle poche che avevano e hanno i valori.
Eleonora
+1 # Eleonora 11-01-2015 14:55
Uno spaccato di vita , quella di Antonio , che non ha connotati geografici, nel nostro cuore.
Bella, perché ci ricorda, anche se non protagonisti la nostra storia, sempre viva dentro di noi.
Grazie, Raffaello

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